La cattedrale della diocesi di Rockville Centre (AP Photo/Mark Lennihan)

Una diocesi vicino a New York ha stanziato un fondo di 323 milioni di dollari per compensare chi ha subito abusi dai propri sacerdoti

La diocesi della Chiesa cattolica di Rockville Centre, vicino a New York, ha stanziato un fondo di 323 milioni di dollari (circa 290 milioni di euro) per compensare le persone che hanno subìto abusi sessuali da parte dei propri sacerdoti, come parte delle procedure per la sua bancarotta. Nel 2020 la diocesi aveva fatto ricorso al Chapter 11, una legge fallimentare statunitense simile all’amministrazione straordinaria italiana, a causa del costo delle numerose denunce di abusi ricevute.

La diocesi inizialmente aveva predisposto un fondo da 200 milioni di dollari, che però era stato respinto dalle persone che accusavano la diocesi. Il fondo è quindi stato aumentato, e diviso fra una parte stanziata direttamente dalla diocesi di 234 milioni di dollari e da un’altra da 85 milioni messa a disposizione dalle compagnie che la assicuravano.

Il coinvolgimento delle compagnie assicurative, che comporta fra le altre cose che prima vengano liquidate tutte le parrocchie della diocesi, è una novità resa legale da una recente sentenza della Corte suprema statunitense, e potrebbe essere usato da altre diocesi che hanno fatto ricorso al Chapter 11 negli Stati Uniti. Quelle che lo hanno fatto negli ultimi anni sono più di venti, in parte a causa dell’approvazione in diversi stati statunitensi di leggi che permettono temporaneamente alle persone che hanno subìto abusi di fare causa alla Chiesa, che hanno fatto aumentare molto le denunce.

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