I video rotti per fare interazioni su X
Da quando la piattaforma ha introdotto un nuovo sistema di monetizzazione sono proliferate le clip caricate appositamente in modo che si blocchino dopo pochi secondi
Il 5 giugno @Rockyy_420, un utente di X (l’ex Twitter), caricò sulla piattaforma uno spezzone del video musicale di “Once upon a time”, una canzone scritta per il film d’azione indiano Vikram, uscito nel 2022. Il video mostrava da vicino la mano di un uomo intento a premere il grilletto di una pistola, ma si bloccava dopo pochi secondi, e non c’era modo di farlo ripartire: il cerchio che normalmente segnala il caricamento in corso girava a vuoto all’infinito, in sovraimpressione.
(Il video in questione, per intero)
È possibile che chi frequenta X sappia di che video si parla, e anche che l’abbia visto molte volte negli ultimi mesi. Non era stato caricato appositamente perché si interrompesse, ma nel corso di pochi giorni raggiunse decine di milioni di visualizzazioni, molte più di quante ci si sarebbe aspettati da un video simile. Il motivo è che gli utenti che vi incappavano provavano a ricaricarlo varie volte, trovandosi però sempre davanti il simbolo del caricamento. Il video è stato quindi considerato interessante e di successo dall’algoritmo che decide l’ordine in cui i post vengono mostrati agli utenti, che l’ha proposto a molte altre persone. Molti profili si resero così conto di poter sfruttare il problema tecnico nel caricamento del video per fare quello che in gergo si chiama “engagement bait”.
Dal 2023 X permette agli utenti abbonati alla piattaforma, quelli con la cosiddetta “spunta blu”, di guadagnare soldi quando i loro post superano un certo livello di engagement, ovvero di interazioni e visualizzazioni. La prospettiva di monetizzare facilmente i post ha portato nell’ultimo anno al proliferare di molti tweet scritti apposta per attirare più interazioni possibili: “esche per engagement”, appunto. È un fenomeno che esiste sui social network da anni, e di cui i video rotti su X sono solo la versione più recente.
Possono essere engagement bait domande su questioni notoriamente divisive (si chiama “arancino” o “arancina”?), opinioni controverse, punti di vista particolarmente sciocchi e provocatori. Talvolta si parla anche di “rage bait”, “un’esca per attirare la rabbia altrui”, in cui rientrano per esempio i post ad alto impatto emotivo pubblicati su Facebook da Matteo Salvini durante la campagna elettorale del 2018.
Su X, nell’ultimo anno, l’engagement bait è diventato però talmente diffuso che tra gli utenti circola il consiglio di ignorare i post controversi o stupidi della gente con le spunte blu, per boicottare i loro tentativi di monetizzare l’attenzione ottenuta. Piuttosto, si dice, chi proprio vuole rispondere a quei tweet dovrebbe farne uno screenshot e ripubblicare il tweet come immagine, privando gli utenti verificati della possibilità di guadagnare dall’indignazione altrui.
In questo contesto, durante l’estate centinaia di profili verificati hanno ripubblicato la clip difettosa di “Once upon a time”, accompagnandola spesso con commenti o domande che non c’entravano nulla con il contenuto del video, per approfittare dell’errore di caricamento e guadagnare soldi. L’obiettivo era che qualcuno vedesse il post, cliccasse sul video per cercare di capire la battuta o conoscere la risposta alla domanda, e poi provasse a ricaricare il video varie volte nella speranza che a un certo punto si potesse vedere fino alla fine. Almeno per un po’ ha funzionato, pur tra le lamentele di migliaia di utenti stanchi di trovarsi davanti per l’ennesima volta l’immagine di quel grilletto.
La stessa cosa era successa in precedenza con un video caricato ad aprile dall’utente @yang_mady, che mostrava una ragazza intenta a cucinare della carne in un mercato. Anche in questo caso il video si bloccava dopo pochi secondi e non c’era modo di farlo riprendere, e anche in questo caso è stato usato per settimane per fare engagement bait.
Ora entrambi sono stati rimossi, ma sotto a questi post si può trovare ancora un avviso aggiunto da altri utenti di X attraverso lo strumento “Community notes”, che permette di aggiungere informazioni e contesto o correggere informazioni false condivise da qualcun altro. «Questo video era stato caricato con un problema tecnico», dice l’avviso. «Viene proposto volontariamente per cercare di attirare quante più interazioni possibili. Se lo vedete, segnalatelo come se fosse spam».