I leader dei Verdi tedeschi si sono dimessi
Dopo i risultati deludenti alle ultime elezioni statali: il cancelliere Scholz ha detto che la cosa non avrà ripercussioni sul governo
Mercoledì i due leader dei Verdi tedeschi, Ricarda Lang e Omid Nouripour, si sono dimessi per i pessimi risultati del partito nelle tre elezioni statali di settembre. I Verdi hanno superato la soglia di sbarramento del 5 per cento solo in Sassonia e sono invece rimasti fuori dal parlamento statale in Brandeburgo e in Turingia. In tutti e tre gli stati facevano parte del governo. Il partito era andato male anche alle elezioni europee del 9 giugno, dove aveva pressoché dimezzato i suoi consensi rispetto alle europee precedenti.
Lang e Nouripour erano in carica dal 2022: hanno detto che con la loro decisione vogliono aiutare il partito a riprendersi dalla crisi di popolarità – comune agli altri partiti che sostengono il cancelliere Olaf Scholz – a un anno dalle prossime elezioni federali.
Insieme a loro, si è dimessa l’intera dirigenza dei Verdi, inclusi i tesorieri. Lang e Nouripour svolgeranno comunque le loro funzioni fino al congresso di novembre, a Wiesbaden, in cui i Verdi sceglieranno i nuovi leader e il candidato cancelliere. Nouripour ha detto che il partito deve risolvere «la più profonda crisi da un decennio» e anche Lang ha insistito sull’importanza delle elezioni del 2025, in cui «decideremo che paese vorrà essere la Germania» del futuro.
Il cancelliere Socialdemocratico Scholz ha subito detto che le dimissioni dei due leader non avranno ripercussioni sulla coalizione di governo, formata oltre al suo partito (SPD) proprio dai Verdi e dai Liberali (FDP, anch’essi sotto la soglia di sbarramento nelle tre recenti elezioni statali). Per Scholz è una questione interna agli alleati. Gli ex leader dei Verdi, che dopo le elezioni federali del 2021 sono stati sostituiti da Lang e Nouripour, sono due ministri molto importanti del suo governo: Robert Habeck è vice cancelliere, Annalena Baerbock è ministra degli Esteri.
Mercoledì Habeck ha detto che il suo partito «porterà a termine la missione che ci è stata affidata», restando quindi parte della coalizione. «Anche noi al governo dobbiamo chiederci come possiamo migliorare», ha commentato Baerbock, che si trovava a New York per l’Assemblea generale dell’ONU, aggiungendo che la priorità sarà «riconquistare la fiducia delle persone». Nel 2021 Baerbock era stata la candidata cancelliera dei Verdi: ha escluso una nuova candidatura nel 2025 dicendo che ritiene Habeck la persona più adatta.
Alle europee di giugno i Verdi avevano preso l’11,9 per cento dei voti, contro il 20,5 per cento del 2019. Negli ultimi sondaggi nazionali il partito si attesta attorno al 10 per cento delle intenzioni di voto, ma in alcuni anche al di sotto, mentre nel 2021 prese il 14,7 per cento. Nelle elezioni statali di settembre il partito ha perso consensi anche nella fascia demografica tra i 16 e i 24 anni, in cui andava particolarmente bene e, sempre mercoledì, si è dimesso anche il direttivo della sezione giovanile dei Verdi.
I suoi 10 componenti hanno detto che la decisione è slegata da quella di Lang e Nouripour, spiegando che non si sentono più rappresentati dalla linea del partito, troppo incline secondo loro ai compromessi, e che fonderanno «una nuova associazione giovanile, decisamente di sinistra». Secondo i giornali tedeschi, un fattore che influirà nella selezione della prossima leadership potrebbe essere proprio non scontentare l’ala sinistra del partito. Al momento, i nomi più citati dai media sono quelli di Franziska Brantner, sottosegretaria all’Economia, e del deputato Felix Banaszak, ex presidente dei Verdi nella Renania Settentrionale-Vestfalia.
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