Il sindaco musulmano del Michigan che sosterrà Donald Trump
È una storia piccola che racconta una tendenza più grande: e c'entra tra le altre cose la guerra a Gaza
Negli ultimi giorni Ameer Ghalib, sindaco di religione musulmana della cittadina di Hamtramck, nello stato del Michigan, ha fatto notizia perché ha dato pubblicamente il suo sostegno al candidato Repubblicano alla presidenza Donald Trump. È successo dopo che i due si erano incontrati a Flint, sempre in Michigan. Hamtramck è un centro di 28mila abitanti nella periferia nord-est di Detroit, dove più del 40 per cento dei residenti è nato fuori dagli Stati Uniti.
L’appoggio a Trump è stata una cosa molto inusuale, anche se molto probabilmente non influenzerà il risultato delle elezioni nello stato: tradizionalmente l’elettorato di religione musulmana, e arabo in generale, non è mai stato vicino ai Repubblicani (che infatti anche a questo giro sono dati in svantaggio in questo particolare gruppo di elettori).
Secondo un sondaggio condotto a fine agosto dal Council on American-Islamic Relations, alle elezioni di novembre il 29,4 per cento dell’elettorato di religione musulmana ha intenzione di votare per la candidata Democratica Kamala Harris, e appena l’11,2 per cento per Trump. Un altro 29 per cento ha detto di voler votare per Jill Stein, candidata dei Verdi che non ha alcuna possibilità di vincere. Il sostegno della comunità musulmana per Stein, sproporzionato rispetto alla media nazionale, è quindi esemplare di una forte disaffezione per i partiti principali.
Molto ha a che fare con la guerra in corso nella Striscia di Gaza.
Gli Stati Uniti sono uno storico alleato di Israele: dopo l’attacco di Hamas contro Israele dello scorso 7 ottobre, il presidente Joe Biden aveva confermato questa posizione, e la sua amministrazione aveva approvato l’invio di armi a Israele per miliardi di dollari. I successivi attacchi e bombardamenti di Israele nella Striscia, che stanno provocando decine di migliaia di morti tra i civili palestinesi, hanno però causato molte critiche a Biden e allontanato parte dell’elettorato arabo e di religione musulmana dal Partito Democratico.
La comunità musulmana del Michigan è tra le più grandi degli Stati Uniti in proporzione alla popolazione totale dello stato (sono circa 250mila persone). Alle elezioni presidenziali del 2020 sostenne Biden, che vinse in Michigan per appena 150mila voti. Ora la situazione è diversa: lo scorso febbraio, durante le primarie del Partito Democratico, circa 100mila elettori del Michigan (il 13 per cento dei votanti) avevano scritto “uncommitted” sulla scheda, ossia “non schierato”, proprio per esprimere dissenso contro Biden e il suo approccio nei confronti della guerra a Gaza.
Harris, che lo scorso luglio ha sostituito Biden come candidata alle presidenziali, ha posizioni più vicine alla causa palestinese rispetto a Biden, ma di poco e comunque non si è mai esposta in modo chiaro contro Israele. Il suo approccio è considerato insoddisfacente da molti elettori di religione musulmana, che chiedono una presa di posizione più decisa a favore della popolazione palestinese.
La scorsa settimana il movimento Uncommitted, che aveva organizzato l’iniziativa per il voto “non schierato” alle primarie, ha detto che non sosterrà Harris, ma ha comunque chiesto ai suoi membri di non votare per Trump e nemmeno per un terzo candidato (come Stein), dato che questo rischierebbe di favorire Trump.
Il Partito Repubblicano è ancora più in difficoltà con l’elettorato musulmano: in questi mesi Trump si è sempre presentato come un forte sostenitore di Israele, con l’intenzione di avvicinare gli elettori ebrei, e ha presentato Harris come una sorta di sostenitrice di Hamas (una tesi non sostenuta da alcun elemento concreto). Per questo la decisione di Ghalib è stata particolarmente apprezzata da Trump, che ha anche pubblicato il messaggio di sostegno sul suo profilo di Truth Social.
Il sostegno espresso da Ghalib ha colto molti di sorpresa, dato che in passato aveva preso posizioni chiaramente contrarie a Israele. Durante le primarie Democratiche Ghalib aveva sostenuto il movimento Uncommitted, ritenendo l’approccio di Biden troppo accondiscendente con Israele, e si era detto favorevole a rinominare “Palestine Avenue” una strada della città. Con un video pubblicato su Facebook sia in inglese che in arabo, Ghalib ha spiegato che non necessariamente lui e Trump sono d’accordo su tutto: «Se Trump fa qualcosa che non vi piace, magari non piace nemmeno a me», ha detto rivolgendosi direttamente agli abitanti di Hamtramck.
In un’intervista con Channel 7, Ghalib ha spiegato che Trump si è reso disponibile a incontrarlo e ha mostrato interesse verso la comunità di Hamtramck. Al contrario, ha detto di non essere stato contattato da esponenti del Partito Democratico.