Uno screenshot del sito di <em><a href="https://www.repubblica.it/">Repubblica</a></em> il 25 settembre, che avvisa che il sito non sarà aggiornato a causa dello sciopero

Mercoledì e giovedì i giornalisti di Repubblica sono in sciopero per protesta contro alcuni articoli sponsorizzati non comunicati chiaramente ai lettori

Martedì l’assemblea dei giornalisti e delle giornaliste di Repubblica ha deciso di scioperare mercoledì 25 e giovedì 26 settembre. Lo sciopero è stato indetto per protestare contro quelle che la redazione ha descritto come «gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati». Il sito del giornale non sarà aggiornato fino alla mezzanotte di giovedì, e lo sciopero avrà ripercussioni sulle edizioni cartacee di giovedì e venerdì.

I giornalisti hanno votato per scioperare perché in un inserto uscito martedì c’erano articoli in cui non era stato segnalato correttamente ai lettori che quei contenuti erano sponsorizzati. L’inserto infatti promuoveva le aziende che partecipano a un evento organizzato da una società legata a Exor, di proprietà della famiglia Elkann, che fra le altre cose è editrice di Repubblica.

Non è la prima volta che i giornalisti di Repubblica si lamentano di quelli che hanno definito «tentativi di piegare» il giornale «a pratiche lontane da una corretta deontologia». Il 13 settembre con un comunicato pubblicato sul giornale il comitato di redazione (l’organo di rappresentanza sindacale dei giornalisti) aveva preso le distanze dalla scelta degli editori di “vendere” a un inserzionista la testata stessa del giornale, colorandola in maniera che richiamasse un profumo del brand Dior. Ad aprile di quest’anno la redazione aveva sfiduciato il direttore Maurizio Molinari dopo che 100mila copie già stampate dell’inserto economico Affari & finanza erano state distrutte prima della distribuzione perché contenevano un articolo percepito come critico verso Stellantis, il gruppo automobilistico della famiglia Elkann.

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