Popolare di alberi un pianeta brullo, giocando

Nella fortunata nicchia dei giochi a tema ambientalismo c'è "Evergreen": veloce ma meditativo, e dal design notevole

di Viola Stefanello

(il Post)
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Kamchatka è una rubrica mensile di Consumismi in cui proviamo giochi da tavolo per conto vostro e vi diciamo se ci siamo divertiti, cosa ne pensiamo e a chi potrebbero piacere. Non parleremo di grandi classici come Risiko!, ma l’abbiamo chiamata “Kamchatka” perché speriamo di conquistare voi come tutti i giocatori hanno fatto almeno una volta con il più famoso dei suoi territori.

Come già era successo nei videogiochi, negli ultimi anni anche nell’industria dei giochi da tavolo si è ricavata spazio una nicchia di persone che riflette più intensamente sui messaggi e i punti di vista che un gioco dovrebbe veicolare. Da queste riflessioni stanno emergendo moltissimi nuovi giochi originali, con prospettive più moderne e ambientazioni fuori dal comune. È il caso per esempio dei game designer che si sono resi conto di essere stanchi dei giochi che chiedono ai partecipanti di identificarsi con una potenza coloniale europea, e hanno cominciato a progettare giochi in cui i protagonisti siano le popolazioni indigene, costrette a proteggersi e ribellarsi contro gli invasori. Ed è sicuramente anche il caso dei cosiddetti “environmental board games”, che vedono come protagonisti animali, piante o interi ecosistemi, invece che turisti, esploratori o scienziati, come a lungo è successo nei giochi che si occupano di natura.

La principale sfida di questi giochi è quella di tenere insieme da una parte l’intento di rappresentare la complessità degli ecosistemi naturali, e dall’altra gli elementi che rendono un gioco degno di essere giocato. Ma alcuni game designer, anche piuttosto conosciuti nel settore, ci si stanno impegnando: come ha scritto il ricercatore Nate Carlin sulla rivista Edge Effects, sempre più spesso nei giochi da tavolo «la natura non viene più usata come modo per rendere graziose idee difficili o astratte, ma piuttosto per mettere al centro della dinamica di gioco alcuni principi dell’ecologia».

Il principale punto di forza di questi titoli, però, è che finiscono per essere non solo piuttosto originali ma anche molto belli da vedere, e quindi godibilissimi anche per chi preferisce non fermarsi a disquisire sulla complessità del cosmo quando si trova attorno a un tavolo con gli amici a giocare. «La dolcezza, la tranquillità e il relax che possono essere evocati dai paesaggi e dalla fauna selvatica si sono sempre adattati perfettamente agli immaginari dei giochi da tavolo, e molti giocatori sono attratti dai temi non violenti della conservazione piuttosto che dalla distruzione, della crescita delle piante piuttosto che della crescita economica, e da una fantasia di ritorno alla calma e alla semplicità in mezzo al trambusto della vita moderna», ha scritto sempre Carlin.

Nel filone rientrano ormai svariati giochi: tra i più celebri c’è Daybreak, gioco collaborativo pensato dallo stesso designer di Pandemic; Wingspan, incentrato sulla distribuzione di moltissime specie di uccelli nei loro habitat più adatti; Meadow, che chiede di osservare rispettosamente l’ecosistema di una foresta; e Photosynthesis, in cui i giocatori competono tra loro per ottenere raggi di luce e far crescere un bosco rigoglioso. Su un’idea molto simile si basa anche Evergreen, pubblicato nel 2022 dalla casa editrice Horrible Guild e progettato dallo stesso designer di Photosynthesis, Hjalmar Hach, già autore di Le strade d’inchiostro (che avevamo recensito qui).

In Evergreen ogni giocatore ha la responsabilità di riempire un mondo intero, diviso in sei biomi e inizialmente del tutto brullo. Lo scopo del gioco è piantare alberi, farli crescere, unirli insieme per ottenere foreste quanto più ampie possibile: ogni scelta genera punti, e chi ottiene più punti alla fine vince. La partita è divisa in quattro round. C’è un piccolo sole giallo la cui luce colpisce il pianeta da un’angolazione diversa a seconda del round in cui ci si trova, ed è soltanto una delle variabili da tenere a mente per massimizzare i punti.

Al contrario di Photosynthesis, in cui tutti i giocatori piantano gli alberi in un unico spazio condiviso, è un gioco con poca competizione diretta. Il principale momento di contrasto si ha all’inizio del turno, quando ognuno cerca di scegliere la carta migliore da giocare in un mazzo comune, bilanciando vari ragionamenti. Per il resto, tutti piazzano le proprie pedine e fanno crescere i propri alberi contemporaneamente: è quindi un gioco in cui è difficile tenere d’occhio le mosse degli avversari.

È sostanzialmente un gioco di strategia astratto, nel senso che le meccaniche resterebbero esattamente le stesse se al posto degli alberi che crescono e cercano i raggi solari si fosse scelta un’altra ambientazione. A essere straordinario, piuttosto, è il design, al contempo semplice ed evocativo. La plancia, fatta di due grosse tavole di cartoncino rigido, è progettata in modo che ad ogni mossa il giocatore si trovi a spostare piccoli oggetti colorati – alberi, laghi, cespugli, segnalini, segnapunti, il sole – qui e là. L’effetto del pianeta ricoperto di alberi di vari colori e grandezze a fine partita lascia una notevole soddisfazione estetica.

Una plancia a metà partita (il Post)

Il numero massimo di giocatori è quattro, ma si gioca molto bene anche in due, e contiene le istruzioni per giocare pure da soli. È piuttosto semplice da insegnare anche a chi non ha grande dimestichezza con i giochi da tavolo: in questi casi, la difficoltà più grande per i neofiti è tenere a mente le diverse variabili che si incastrano tra loro, e che è necessario ricordarsi tutto il tempo per pensare di vincere.

Una partita dura tra i 30 e i 45 minuti: in questo senso è un gioco “stretto”, in cui è necessario valutare molto bene le proprie mosse, perché non c’è poi il tempo e lo spazio di tornare sui propri passi. Ma Evergreen è anche un gioco che permette, partita dopo partita, di sviluppare uno stile personale, di cercare un bilanciamento elegante e preciso tra i vari modi di fare punti. Se non siete persone affascinate da questo genere di sfida un po’ meditativa, alla terza o quarta partita di seguito è possibile che vi annoiate.

Evergreen si può comprare sul sito della Feltrinelli dove in questi giorni è in sconto a 41 euro; su Amazonsul sito di Ghenos Games a 50 euro.

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Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.