Taiwan ha rimosso il divieto di importazione su alcuni prodotti provenienti da Fukushima, in Giappone
Mercoledì Taiwan ha tolto il divieto di importazione imposto su alcuni cibi provenienti dall’area di Fukushima, in Giappone, dopo il grosso incidente nella centrale nucleare di Fukushima Daichii nel 2011. Da questo momento Taiwan potrà quindi ricominciare a importare selvaggina, funghi e un tipo di verdura selvatica chiamata koshiabura. I prodotti dovranno essere però accompagnati da documenti che attestino che su di essi sono stati condotti i necessari test per le radiazioni, e che siano sicuri per la salute.
Qualche giorno fa Giappone e Cina avevano raggiunto un accordo simile (ma comunque distinto dalla decisione di Taiwan) che dovrebbe portare alla riapertura delle importazioni in Cina di pesce e altri prodotti del mare giapponesi. Nel 2011, infatti, anche la Cina aveva deciso di bloccare le importazioni dall’area di Fukushima, come avevano fatto altri paesi. Nel 2023 però aveva ampliato il divieto a tutto il Giappone, in seguito all’inizio delle operazioni di sversamento nell’oceano Pacifico dell’acqua contenente sostanze radioattive accumulata nell’ex centrale (il divieto però per vari motivi sembrò motivato politicamente). Prima di allora la Cina era il principale mercato per le esportazioni giapponesi di prodotti di mare.
L’accordo raggiunto il 20 settembre scorso prevede che il Giappone potrà ricominciare a importare in Cina pesce e altri prodotti del mare in cambio dell’istituzione di un programma di monitoraggio internazionale sulle acque di Fukushima. Cina e Giappone non hanno concordato una data per la rimozione definitiva del divieto, e non è chiaro quando avverrà. Il ministro degli Esteri Hiroyuki Namazu ha comunque ribadito che dal punto di vista del governo giapponese il divieto andrebbe eliminato subito in quanto, in accordo con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), ritiene che l’acqua di Fukushima sia sicura per la salute.