(Kirsten Luce/ The New York Times, Contrasto)

Le accuse contro Sean “Diddy” Combs, dall’inizio

Il noto rapper è stato arrestato per tratta di esseri umani e abusi sessuali, e il suo caso è stato paragonato a quello di Jeffrey Epstein

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Martedì una donna chiamata Thalia Graves ha accusato il rapper statunitense Sean “Diddy” Combs di averla drogata e stuprata e di aver girato un video mostrandolo poi ad altre persone. I fatti denunciati da Graves sarebbero avvenuti nel 2001 e sono solo gli ultimi casi di stupro, violenze e abusi sessuali di cui è accusato il rapper noto anche come Puff Daddy o P. Diddy, arrestato la settimana scorsa: il tribunale federale di New York lo ha incriminato con l’accusa di tratta di esseri umani e di essere a capo di un’organizzazione criminale legata allo sfruttamento sessuale di diverse persone.

Finora sono almeno dieci le donne ad aver intentato cause civili contro Combs, che ha 54 anni, è uno dei musicisti e produttori più influenti della scena hip hop degli ultimi decenni e si è sempre dichiarato non colpevole. Le accuse contro di lui sono state paragonate ad altri casi di cronaca simili e hanno anche fatto emergere alcune teorie del complotto, come già avvenuto nelle vicende che riguardarono il finanziere Jeffrey Epstein.

Le indagini contro Combs andavano avanti almeno dal novembre del 2023, quando la modella e cantante Casandra Ventura lo aveva denunciato per stupro e ripetuti abusi fisici e sessuali. Ventura, nota anche come Cassie, aveva inciso un disco con l’etichetta discografica di Combs, la Bad Boy Records, e tra il 2007 e il 2018 aveva avuto con lui una relazione che a suo dire era basata «sulla manipolazione e sulla coercizione».

Nei documenti depositati in tribunale Cassie lo accusava di aver sfruttato la sua posizione di potere per controllare quasi ogni aspetto della sua vita, di averla picchiata in varie occasioni e di aver fatto distruggere un’auto del rapper Kid Cudi per impedire che dopo la fine della loro relazione uscisse con lei. Descriveva anche le feste che Combs organizzava in hotel di lusso in giro per gli Stati Uniti e che lui chiamava “freak off”: presunte orge in cui spesso si faceva uso di droghe, che potevano durare anche giorni e in cui sia lei sia altre donne, secondo l’accusa, venivano costrette a fare sesso con prostitute e prostituti, mentre il rapper filmava tutto e si masturbava. A suo dire nessuno dei collaboratori dell’ex fidanzato aveva fatto niente per fermare questi comportamenti.

La causa di Cassie contro Combs si era conclusa con un accordo extragiudiziale il giorno seguente. Nelle settimane successive tuttavia erano emerse nuove accuse in particolare grazie al New York Adult Survivors Act, una legge che permetteva alle persone che avevano subìto violenze sessuali di sporgere denuncia nello stato, anche se il reato era caduto in prescrizione. Tra le altre Joi Dickerson-Neal ha accusato Combs di averla drogata e aggredita sessualmente quando lei era all’università, nel 1991, e di aver mostrato il video dell’aggressione ad altre persone senza il suo consenso. Liza Gardner ha accusato sia lui sia un altro uomo di aver stuprato lei e un’amica, quando lei aveva 16 anni; alcuni giorni dopo Combs l’avrebbe anche strangolata fino a farla svenire.

Un’altra donna ha sostenuto di essere stata adescata, costretta ad assumere alcol e droghe e infine stuprata in gruppo da Combs, dall’ex presidente di Bad Boy Records Harve Pierre e da un altro uomo nel 2003, quando lei aveva 17 anni. A febbraio inoltre il produttore discografico Rodney Jones Jr., che aveva lavorato con Combs per il suo disco del 2023 The Love Album: Off the Grid, gli ha fatto causa citando palpeggiamenti e contatti sessuali non desiderati, e aggiungendo di essere stato costretto da Combs a fare sesso con delle prostitute.

In un post condiviso su Instagram a dicembre, poi rimosso, Combs aveva detto di «non aver fatto nessuna delle cose orribili» che gli venivano contestate da persone che a suo dire stavano «cercando di assassinare il [suo] personaggio, di distruggere la [sua] reputazione e il [suo] lavoro». A ogni modo le varie accuse contro il rapper hanno portato la polizia a perquisire le sue ville a Los Angeles e Miami, dove sono state sequestrate armi, droghe e altro materiale che sarebbe stato usato durante le orge, tra cui lubrificanti.

Diddy e Cassie al Met Gala a New York nel maggio del 2018 (Theo Wargo/ Getty Images for Huffington Post)

A maggio, mentre le indagini proseguivano, CNN aveva diffuso un video ripreso dalle telecamere di sorveglianza di un albergo di Los Angeles in cui Combs aggrediva e prendeva a calci sempre Cassie in un corridoio nel 2016. Il video, che si può vedere qui, è molto violento: per Emily A. Johnson, una delle procuratrici che stanno lavorando al caso, «era scomparso» pochi giorni dopo l’aggressione perché il rapper aveva offerto soldi a un addetto alla sicurezza dell’albergo.

Negli ultimi mesi comunque sono emerse altre denunce, tra cui quella della modella e attrice Crystal McKinney, che lo ha accusato di averla drogata e costretta a praticargli sesso orale nel 2003, e quella di April Lampros, che dice di aver subìto aggressioni sessuali in un periodo compreso tra il 1995 e il 2000. Anche Adria English lo ha denunciato per aggressione sessuale e per essere stata costretta ad avere rapporti sessuali durante alcune delle sue feste tra il 2004 e il 2009, mentre la cantante Dawn Richard, sua collaboratrice nella band Diddy Dirty Money, lo ha accusato tra le altre cose di averla picchiata e di averla costretta a stare per 48 ore di fila senza cibo né riposo.

La villa di Combs a Miami fotografata durante le perquisizioni della polizia, lo scorso 25 marzo (AP Photo/ Rebecca Blackwell)

La settimana scorsa, con l’arresto del rapper, sono infine state formalizzate le accuse contro di lui. Damian Williams, uno dei procuratori, ha tuttavia spiegato che «Combs non ha fatto tutto da solo». Per la procura Combs sarebbe a capo di un’organizzazione criminale che ha fatto uso di minacce, alcol e droghe per rapire o comunque costringere donne, uomini e sex worker a partecipare ai suoi “freak off”, che sempre la procura ha descritto come «performance sessuali elaborate e organizzate». I collaboratori di Combs, secondo l’accusa, si occupavano di trovare prostitute, alberghi, droghe e di sistemare eventuali danni procurati alle stanze durante le feste; i filmati poi venivano sfruttati per convincere le persone coinvolte a non dire niente, dice la procura.

Nessuno dei collaboratori del rapper è stato incriminato, ma le indagini sono ancora in corso, ha detto Williams. Combs invece si è dichiarato non colpevole e visto che gli è stata negata la libertà su cauzione resta in detenzione preventiva in un carcere di Brooklyn in attesa della prossima udienza: se condannato rischia dai 15 anni di carcere all’ergastolo. Intanto i suoi avvocati hanno respinto tutte le accuse, sostenendo che tutte le persone coinvolte nelle feste fossero lì di loro iniziativa e che tutti i rapporti sessuali in questione siano stati consenzienti.

Un ritratto di Combs assieme ai suoi avvocati Marc Agnifilo e Teny Geragos al tribunale federale di Manhattan, lo scorso 17 settembre (Elizabeth Williams via AP)

Già con le prime accuse sui social network erano emerse alcune teorie infondate sul caso che coinvolge Combs, come quella secondo cui la sua villa di Los Angeles era collegata alla celebre “Playboy Mansion” tramite un tunnel sotterraneo, poi smentita da Reuters. Adesso con il suo arresto si stanno diffondendo teorie secondo cui le accuse contro di lui sarebbero destinate a provocare uno scandalo ancora più grande nell’industria dello spettacolo statunitense: per questo c’è chi ha paragonato il suo caso a quello del finanziere statunitense Jeffrey Epstein, che prima di suicidarsi nel 2019 era stato accusato di tratta e sfruttamento sessuale di minori.

Durante le testimonianze infatti Combs potrebbe essere costretto a rivelare chi partecipava alle sue feste, e secondo chi sostiene queste teorie tra queste persone ci sarebbero anche importanti personaggi del settore discografico e celebrità di Hollywood, che in un eventuale processo rischierebbero a loro volta di essere interpellate come testimoni oppure citate in giudizio. Il fatto che nelle sue ville siano state sequestrate «oltre mille confezioni di lubrificante e olio per il corpo dei bambini», unito ad alcuni video riemersi sui social, ha inoltre rafforzato le congetture secondo cui avrebbe abusato di persone minorenni.

Una di queste teorie coinvolge anche Justin Bieber, la celebre popstar canadese che conosce Combs fin da ragazzino e che tra le altre cose ha collaborato con lui per una canzone del suo ultimo disco, “Moments”.

Dopo le perquisizioni nelle ville di Diddy sui social e su alcuni tabloid era cominciato di nuovo a circolare un vecchio video in cui il rapper compariva proprio assieme a un giovanissimo Bieber, e diceva che i due stavano passando insieme «48 ore», che «cosa stessero facendo non si poteva davvero dire» e che però «era decisamente il sogno di ogni quindicenne». Più di recente in seguito al suo arresto, sempre sui social, è diventato virale un video in cui si sente una nuova presunta canzone di Bieber, in cui canterebbe di essersi «perso a una festa di Diddy» che gli sarebbe «costata più della sua anima».

Né Bieber né il suo team hanno mai parlato di questa canzone, e come ha notato il sito dedicato al fact checking Snopes non c’è alcuna prova attendibile che esista (con ogni probabilità è stata creata con un software di intelligenza artificiale): il primo post in cui compare il video però ha ottenuto oltre 7 milioni di visualizzazioni solo su TikTok e secondo alcuni sarebbe un’allusione ai presunti abusi subiti dal cantante.

C’è poi chi sta sostenendo che Combs sia stato arrestato solo per distrarre il pubblico dalle politiche del governo statunitense oppure dal tentato omicidio dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dai fallimenti delle forze di sicurezza statunitensi, come ha detto la conduttrice di Fox News Maria Bartiromo, nota sostenitrice di altre teorie del complotto. Sempre per via del caso sta emergendo di nuovo la teoria secondo cui Combs avrebbe avuto un ruolo determinante nell’assassinio di Tupac Shakur del 1996. La teoria si basa sulle testimonianze dell’unico sospettato, Duane Keefe Davis, arrestato nel settembre dell’anno scorso. Anche in questo caso Combs ha sempre negato ogni accusa.

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