Telegram darà alle autorità giudiziarie i dati degli utenti nel caso di procedimenti legali nei loro confronti
L’app di messaggistica Telegram consegnerà alle autorità giudiziarie gli indirizzi IP delle connessioni per risalire all’identità delle persone e i numeri di telefono degli utenti nel caso di procedimenti legali nei loro confronti. Lo ha annunciato il fondatore di Telegram, Pavel Durov, in un post sul proprio canale in cui ha detto che la decisione servirà a scoraggiare le attività illecite (in precedenza le regole di Telegram prevedevano che i dati degli utenti potessero essere forniti alle autorità solo nel caso in cui questi fossero sospettati di attività terroristiche).
È un cambiamento significativo per Telegram, che finora non aveva quasi mai collaborato con le autorità giudiziarie per perseguire i crimini commessi tramite l’app. A fine agosto Durov era stato arrestato all’aeroporto di Le Bourget, vicino a Parigi, con l’accusa di essere complice delle attività illegali permesse da Telegram: era stato poi rimesso in libertà dopo aver pagato una cauzione di 5 milioni di euro, ma con il divieto di lasciare il territorio francese e l’obbligo di andare in una stazione di polizia due volte a settimana.
Durov ha 39 anni ed è nato in Russia, dove fondò Telegram nel 2013. Risiede a Dubai dove ha sede Telegram, e ha una doppia cittadinanza emiratina e francese. Lasciò la Russia nel 2014 dopo essersi rifiutato di consegnare a un’agenzia di intelligence russa i dati ucraini di VK, il social network più usato in Russia, che aveva contribuito a fondare nel 2006.