La proposta di referendum sulla cittadinanza ha raggiunto le 500mila firme
Martedì la proposta di indire un referendum sulla cittadinanza ha raggiunto le 500mila firme, ossia la soglia minima necessaria affinché il quesito venga sottoposto alla Corte Costituzionale, che si pronuncerà sulla sua ammissibilità e in caso di esito positivo approverà il referendum. La raccolta firme scade il 30 settembre e fino a pochi giorni fa avevano aderito solo poche decine di migliaia di persone: negli scorsi giorni invece grazie ad una grande mobilitazione online centinaia di migliaia di persone hanno firmato, causando anche problemi al sito del ministero della Giustizia, che ha faticato a gestire la presenza di così tanti utenti contemporaneamente.
Prima di arrivare alla Corte Costituzionale le firme dovranno essere controllate dalla Corte di Cassazione, che ha il compito di assicurarsi che ogni adesione sia stata compilata in modo corretto e che non ci siano doppioni, due casi in cui verrebbe annullata (un passaggio molto importante fino a qualche anno fa, quando le raccolte firme avvenivano su fogli di carta). Da quando è possibile firmare online sul sito del ministero usando la propria identità digitale, come nel caso di questo referendum, questo problema è venuto meno. È comunque possibile che per qualche ragione alcune firme vengano giudicate non valide: per questo solitamente le campagne referendarie cercano di superare abbondantemente la soglia delle 500mila firme.
L’obiettivo del referendum è di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale necessari per poter avanzare la richiesta di cittadinanza: una volta ottenuta, questa potrebbe essere trasmessa ai figli minorenni. Coinvolgerebbe complessivamente 2,5 milioni di persone in Italia. Era stato proposto all’inizio del mese dal deputato Riccardo Magi, del partito progressista +Europa, a cui poi si sono aggiunti diversi altri partiti e associazioni.
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