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  • Martedì 24 settembre 2024

L’esodo da Cuba

I numeri delle persone che se ne vanno dall'isola sono altissimi, e dipendono da una delle più gravi crisi dalla rivoluzione castrista

Una coppia di migranti cubani dopo aver attraversato il confine con gli Stati Uniti, Yuma, Arizona, 6 gennaio 2023 (AP Photo/Gregory Bull)
Una coppia di migranti cubani dopo aver attraversato il confine con gli Stati Uniti, Yuma, Arizona, 6 gennaio 2023 (AP Photo/Gregory Bull)
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Dal 2022, più di 850mila cubani sono arrivati ​​negli Stati Uniti, secondo i dati ufficiali diffusi di recente dal governo americano, che ha parlato del «più grande esodo nella storia del paese». Lo U.S. Customs and Border Protection (CBP), cioè la polizia di frontiera che controlla dogane e transiti presso i varchi di confine nazionali e che dipende dal dipartimento della Sicurezza interna, ha confermato che il flusso migratorio ha causato un calo demografico a Cuba pari al 18 per cento della popolazione totale. Nulla fa pensare che la tendenza possa essere invertita: la grave crisi economica, sociale e del turismo non dà infatti segnali di miglioramento.

Migranti cubani in fila per salire su un autobus che li porterà a una stazione del CBP, la polizia di frontiera statunitense, Marathon, Florida, 5 gennaio 2023 (Joe Raedle/Getty Images)

I dati più recenti del CBP dicono che dall’1 ottobre del 2021 al 30 settembre del 2023 negli Stati Uniti sono arrivati 533mila cubani. Tra l’1 ottobre del 2023 e l’agosto di quest’anno si sono aggiunte altre 208mila persone. I numeri reali, comunque, sono certamente più alti, poiché il registro della CBP non comprende i 110mila cubani che hanno beneficiato del permesso umanitario e non include coloro che sono emigrati con altri tipi di visto.

L’economista e demografo cubano Juan Carlos Albizu-Campos ha spiegato che mancano ancora i conteggi dell’ultimo trimestre dell’anno, ma che per il 2024 «si può tranquillamente prevedere che il numero totale degli emigranti arriverà a più di 260mila, superando i dati dello scorso anno». Finora dicembre è stato il mese con il maggior afflusso (25.048) e nel 2024 sono stati quasi 66mila i cubani intercettati dalla Guardia Costiera in mare, una delle rotte più pericolose che i migranti intraprendono attraverso lo Stretto della Florida per arrivare negli Stati Uniti.

Migranti cubani camminano lungo il confine tra Stati Uniti e Messico a Yuma, Arizona, 21 maggio 2022 (Mario Tama/Getty Images)

Qualche mese fa Juan Carlos Albizu-Campos aveva pubblicato uno studio in cui contestava che a Cuba vivessero più di 11 milioni di persone, come sostenuto invece dal governo cubano. Gli abitanti sono 8,62 milioni, diceva Albizu-Campos: «Il declino della popolazione prosegue. Stiamo assistendo a un processo che ho definito “svuotamento demografico”».

L’esodo migratorio si sta affiancando a un calo considerevole del numero delle nascite e a un aumento della mortalità, confermato anche dal governo cubano che ha stimato che nel 2024 il numero delle nascite sarà inferiore a 80mila: la cifra più bassa dal 1959. Le proiezioni delle Nazioni Unite prevedono infine che entro il 2100 la popolazione di Cuba scenderà sotto i 6 milioni.

Un migrante cubano tiene in braccio il figlio di dieci giorni e insieme alla moglie cercano un punto di ingresso per oltrepassare la recinzione di filo spinato lungo la riva del fiume Rio Grande, a Eagle Pass, Texas, 6 ottobre 2023 (REUTERS/Adrees Latif)

Da almeno tre anni Cuba sta attraversando una delle crisi più gravi e profonde dal 1959, anno della rivoluzione guidata da Fidel Castro che instaurò nel paese un regime comunista. A Cuba è difficile reperire beni di prima necessità, acqua, cibo o medicine; le interruzioni di corrente sono continue, il sistema sanitario in enorme difficoltà, l’inflazione rende i salari anche di alto livello non sufficienti per una vita dignitosa e le attività produttive procedono a rilento.

Fra le cause più recenti di questa crisi ci sono la pandemia, che ha azzerato i flussi turistici per almeno un paio d’anni privando l’isola della sua fonte principale di guadagno, l’aumento del debito pubblico e della dipendenza dalla valuta straniera, e l’inasprimento delle misure collegate all’embargo statunitense volute dall’ex presidente Donald Trump per alcuni anni.

– Leggi anche: Una delle più gravi crisi a Cuba dalla rivoluzione castrista

L’effetto più visibile della crisi, all’estero, è il flusso migratorio. La maggior parte di coloro che si spostano sono persone tra i 20 e i 40 anni e più della metà sono donne: è quindi un pezzo di popolazione giovane e attiva che se ne va per trovare condizioni di vita migliori e che sta lasciando il proprio paese senza forza lavoro.

Una piccola barca abbandonata lungo la costa dopo essere stata usata da migranti cubani per raggiungere gli Stati Uniti, 6 gennaio 2023, Key West, Florida (Joe Raedle/Getty Images)

Alcune persone scelgono di partire da Cuba per il Nicaragua usandolo come corridoio migratorio per poi andare altrove. Altri remano fino a Miami su piccole barche. E migliaia proseguono il viaggio verso destinazioni come Spagna, Italia, Messico e Canada, o in uno qualsiasi dei pochi posti che prevedono un visto gratuito per i cubani. Secondo Mario Méndez Mayedo, capo del settore Identificazione, Immigrazione e Migrazione del ministero dell’Interno di Cuba, ci sono circa tre milioni di cubani che vivono all’estero.

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