Dakota Fanning alla prima di <em>Ripley</em> (Photo by Frazer Harrison/Getty Images)

Dakota Fanning è cresciuta

Famosa dai primi anni Duemila come la bambina dei film di Hollywood, a trent'anni comincia a essere notata anche per i suoi ruoli da adulta

Caricamento player

Quest’anno l’attrice statunitense Dakota Fanning ha compiuto 30 anni di vita e 24 di carriera. Il suo primo film, e quello che la rese famosa a Hollywood, Mi chiamo Sam, uscì nel 2001, quando aveva 7 anni, ma prima aveva già fatto diverse comparse in serie tv famose, come E.R., Ally McBeal e C.S.I. Da allora Fanning non ha mai smesso di recitare, ma ultimamente è stata più in vista del solito: solo negli ultimi sei mesi ha recitato come protagonista del film horror The Watcher, e in due miniserie di successo: Ripley, per cui è stata candidata a un Emmy, e The Perfect Couple, da poco su Netflix.

Queste e quelle a cui ha già detto di star lavorando sono tutte produzioni in cui Fanning interpreta per la prima volta una donna adulta, dopo essere rimasta incastrata nel ruolo della bambina e poi dell’adolescente dei suoi primi film forse più a lungo del necessario.

Fanning è nata nel 1994 a Conyers, una cittadina di provincia della Georgia, negli Stati Uniti: la madre era una tennista professionista e il padre lavorava come rappresentante. Per una sua spontanea propensione verso la recitazione iniziò a lavorare prima nella pubblicità e poi passò quasi subito alla televisione e al cinema: tra provini e riprese Fanning cominciò a passare sempre più tempo a Hollywood, dove la famiglia a un certo punto si trasferì definitivamente e dove cominciò a fare la stessa carriera anche la sorella più piccola, Elle.

Dakota ed Elle Fanning a Los Angeles, settembre 2023 (Vivien Killilea/Getty Images for Alex’s Lemonade Stand Foundation)

Per chi se la ricorda nei primi anni Duemila, Dakota Fanning è stata la bambina, oltre che di Mi chiamo Sam, anche di La guerra dei mondi e della serie Taken, rispettivamente girato e prodotto da Steven Spielberg; di Nascosto nel buio, thriller psicologico con Robert De Niro; di Man on Fire in cui fa una bambina rapita e Denzel Washington è la sua guardia del corpo; e poi una degli adolescenti vampiri della saga di Twilight, solo per citare i suoi ruoli più famosi. Per Mi chiamo Sam, in cui interpreta la figlia di uomo, Sean Penn, con una disabilità intellettiva, nel 2001 fu candidata ai SAG Awards e la sua è ancora oggi la candidatura più giovane della storia dei premi.

Pur avendo fatto anche commedie come Le ragazze dei quartieri alti, con Brittany Murphy, e film per bambini come La tela di Carlotta, il suo aspetto pallido, i suoi occhi espressivi e a tratti allucinati, e il suo talento nella recitazione l’hanno portata soprattutto verso ruoli drammatici, spesso ambigui e angoscianti, connotazione che ha mantenuto anche in film e serie più recenti. Nel 2007 ci fu anche un piccolo caso perché la famiglia di Fanning fu molto criticata per aver lasciato che recitasse come vittima in una scena di stupro nel film Hounddog: polemica a cui la stessa Fanning, che ai tempi aveva 12 anni, rispose molto duramente difendendo il proprio lavoro e la propria famiglia.

Dakota Fanning e Robin Wright a New York per la prima di Hounddog nel 2008 (Stephen Lovekin/Getty Images)

Tra il 2011 e il 2014 andò a New York per frequentare l’università, dove si specializzò in studi di genere e rappresentazione delle donne nel cinema, e cominciò a fare prevalentemente film indipendenti e con budget più piccoli. Disse di aver deciso di fare l’università più per motivi personali che professionali: «non volevo che quegli anni della mia vita venissero privati delle normali esperienze che tutti gli altri fanno».

Negli anni dell’adolescenza si diffuse un timore generale che Fanning potesse essere sopraffatta dalla fama e dalle aspettative di Hollywood, e attraversare un periodo di crisi come succede spesso ad attori che iniziano a lavorare da molto piccoli. Nel suo caso questo non è mai successo: nelle interviste in cui ne ha parlato, se l’è spiegato col fatto di aver sempre avuto una famiglia molto presente – in particolare la madre, che l’aveva seguita in ogni fase della sua carriera senza però farle pressioni – e un carattere molto risoluto. In tutte le interviste comunque Fanning ripete di amare il suo lavoro e di non riuscire a immaginare di fare nient’altro, e che questo è il motivo principale per cui non ha mai avuto periodi di vera crisi. Non è mai stata al centro di gossip o attenzioni mediatiche, e sembra non frequentare troppo l’ambiente di Hollywood.

Ewan McGregor, Jennifer Connelly e Dakota Fanning alla conferenza stampa per l’uscita di Pastorale americana nel 2016, al Toronto International Film Festival (Kevin Winter/Getty Images)

In Pastorale americana, film del 2016 diretto e interpretato da Ewan McGregor e tratto dall’omonimo e famosissimo romanzo di Philip Roth, Fanning interpreta la figlia, un personaggio difficilissimo e ancora una volta inquietante, in cui però ha ancora i panni di un’adolescente. Lo stesso vale per Tutto ciò che voglio, del 2017, in cui interpreta una giovane donna autistica che vive in una casa famiglia. Le cose sono un po’ cambiate con le uscite di quest’anno, in cui Fanning interpreta per la prima volta dei ruoli adulti: un’artista di 28 anni in The Watchers, l’aspirante scrittrice Marge Sherwood in vacanza in Italia col fidanzato ricco in Ripley e la nuora cinica e incinta in The perfect couple.

Di sé Fanning ha detto che è «un’attrice molto da regista: amo quella relazione. Non c’è niente di meglio che parlare con un regista, entrare davvero in connessione e tirare fuori qualcosa da quella relazione». Nella sua lunga carriera, ha lavorato con registi di enorme fama, tra cui Quentin Tarantino in C’era una volta a… Hollywood, solo per dirne uno recente. Ha detto che quando ha saputo che la miniserie Ripley, basata sul celebre romanzo di Patricia Highsmith (e remake del famoso film con Matt Damon, Jude Law e Gwyneth Paltrow), sarebbe stata scritta e diretta da Steven Zaillian, già sceneggiatore di film come Schindler’s List, Hannibal e Gangs of New York, non ci ha pensato due volte.

Dakota Fanning alla cerimonia degli Emmy, settembre 2024 (Frazer Harrison/Getty Images)

Per il ruolo nella serie ha ricevuto nel 2024 la sua prima candidatura a un Emmy, i più importanti premi della televisione americana. Della sua interpretazione comunque è stato anche detto che ha saputo rendere «l’incertezza della ragazza volubile che tratta la maturità come un travestimento inadeguato». L’Emmy per la miglior attrice non protagonista è stato poi vinto da Jessica Gunning, del cast di Baby Reindeer.

Della regista di The perfect couple, Susanne Bier, Fanning ha detto che avendoci lavorato insieme nella serie The First Lady, «poter lavorare ancora con lei è stato meraviglioso». E che altrettanto bello è stato poter lavorare con l’attrice Eve Hewson, una delle sue amiche più care, che interpreta la protagonista Amelia. Tra le scene della serie che sono circolate di più ce n’è una in cui Fanning si spalma di crema solare il pancione, che è così realistico da aver fatto pensare a molti spettatori che potesse essere vero: a confermare quanto Fanning riesca tutto sommato a condurre una vita riservata.

Ad agosto si è saputo che farà parte del cast di All Her Fault, un’altra miniserie questa volta di genere thriller, e l’anno prossimo uscirà il film horror di Bryan Bertino Vicious, di cui è protagonista. Oltre ai lavori già in corso come attrice, Fanning ha recentemente detto che tra gli obiettivi del suo prossimo futuro c’è quello di lavorare con la sorella, con cui finora ha fatto solo un film, Mi chiamo Sam, dove Elle interpretava la protagonista ma nei primi anni di vita (aveva 2 anni). Nel 2021 le due avevano aperto insieme la casa di produzione Lewellen Pictures, che ha coprodotto la serie The Great. Nello stesso anno sembrava dovesse uscire un film con entrambe protagoniste, The Nightingale, tratto dal romanzo di Kristin Hannah, ma la distribuzione è stata rimandata e non se n’è più saputo niente.

Continua sul Post