C’è una nuova compagnia ferroviaria nazionale
Arenaways riaprirà due tratte abbandonate in Piemonte a partire dal 2025, per poi puntare sui collegamenti secondari trascurati dall’alta velocità
Martedì 7 gennaio alle 5:55 dalla stazione di Cuneo partirà un treno passeggeri verso Savigliano, il primo 13 anni dopo la chiusura della tratta Cuneo-Saluzzo-Savigliano, all’epoca definita antieconomica dalla Regione Piemonte. Sarà un treno di Arenaways, la compagnia ferroviaria che lo scorso marzo ha firmato un accordo con la Regione per riaprire il collegamento chiuso nel 2012: è la prima a puntare sul trasporto pubblico locale, da anni considerato poco redditizio, e anche la prima che vuole inserirsi nel mercato dei collegamenti nazionali gestiti da Trenitalia e Italo. Di fatto Arenaways si sta preparando a diventare la terza compagnia ferroviaria nazionale.
In realtà Arenaways non è un’assoluta novità. Giuseppe Arena – ex capostazione e dirigente di Trenitalia, poi imprenditore – la fondò nel 2006 per sfruttare la liberalizzazione del mercato ferroviario e proporre un servizio alternativo a quello offerto da Trenitalia nei collegamenti tra Torino e Milano. Ma le cose non andarono come previsto, i primi treni partirono nel novembre del 2010 e si fermarono soltanto un anno dopo a causa delle difficoltà economiche dovute agli incassi sotto le aspettative.
Al termine di una lunga controversia legale iniziata nel 2012, nel 2021 il Consiglio di Stato e infine nel 2023 la Cassazione stabilirono che Trenitalia e RFI – la società che gestisce l’infrastruttura ferroviaria – ostacolarono Arenaways per impedirle di operare sul mercato liberalizzato. Arenaways aveva accusato le due società del gruppo Ferrovie dello Stato di averle concesso orari molto scomodi, a detta dell’azienda motivo dell’insuccesso. I giudici condannarono Trenitalia e RFI a risarcire Arenaways con 300mila euro per abuso di posizione dominante.
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Ora Arenaways non è più gestita da Giuseppe Arena, ma dal figlio Matteo che ha riunito altri soci nel gruppo chiamato Longitude, di cui fanno parte anche l’azienda Generale Costruzioni Ferroviarie e Caronte & Tourist, la compagnia di navigazione che gestisce i collegamenti tra Calabria, Sicilia, Campania, Sardegna e le isole minori siciliane. Da mesi si sa che sono in corso trattative – mai smentite – per far entrare nel gruppo anche Renfe, la compagnia pubblica ferroviaria spagnola che negli ultimi due anni ha cominciato a investire anche all’estero.
Il primo obiettivo di Arenaways è rendere economicamente sostenibile la tratta Cuneo-Savigliano-Saluzzo e dal 2026 la Ceva-Ormea, sempre in Piemonte, al confine con la Liguria. Sono due tratte abbastanza brevi, 49 e 36 chilometri, che fanno parte dei cosiddetti “rami secchi”, cioè quei collegamenti abbandonati perché in perdita. La Regione ha concesso un contributo pubblico di 3,6 milioni di euro per sostenere i costi del servizio pubblico, poi spetterà alla società attrarre più passeggeri possibili per ottenere un margine economico e continuare a sviluppare il servizio. Il piano prevede di arrivare a 271mila passeggeri all’anno nel 2025 fino a quasi 350mila il 2034.
In questo modo Arenaways cerca di sfruttare una delle poche possibilità lasciate dal mercato ferroviario regionale, dove le opportunità di competere sono pochissime: quasi tutte le Regioni hanno assegnato il trasporto pubblico locale a Trenitalia senza fare gare, quindi senza concorrenza. In Lombardia la Regione ha rinnovato il contratto a Trenord – controllata al 50 per cento da Trenitalia, azienda del gruppo Ferrovie dello Stato, e per un altro 50 per cento dal gruppo Ferrovie Nord Milano (FNM), una società a sua volta controllata per quasi il 60 per cento dalla Regione – per altri 10 anni, anche in questo caso senza gara.
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Anche se le linee locali piemontesi non potranno mai avere i ricavi della Torino-Milano, Matteo Arena è convinto che lo spazio per le aziende private ci sia. Dice che la concorrenza non deve essere Trenitalia, ma le auto, e che per convincere le persone a spostarsi in treno bisogna offrire servizi migliori di quelli che si trovano mediamente sui treni italiani: «Se oggi convinciamo un passeggero, domani due, dopodomani tre, alla fine toglieremo molte auto dalle strade. È un cambio che garantisce più sicurezza e più rispetto dell’ambiente».
Alcuni dei nuovi servizi possono sembrare dettagli, eppure possono davvero migliorare la quotidianità dei pendolari. Per esempio gli orari dei treni sono stati studiati per rispettare le coincidenze con il resto del sistema ferroviario regionale e soprattutto con la rete locale degli autobus, un particolare spesso trascurato da Trenitalia. I treni avranno Wi-Fi gratuito per permettere alle persone di lavorare, e schermi con aggiornamenti in tempo reale sulla tratta, previsioni meteo, mappe interattive e schede dettagliate sulle stazioni, film, audiolibri e giochi. I treni saranno del modello ATR 220, realizzato dall’azienda polacca PESA. Martedì la nuova livrea è stata presentata alla InnoTrans di Berlino, una delle fiere internazionali più importanti per il mercato ferroviario.
L’innovazione forse più interessante riguarda i biglietti digitali gestiti dall’azienda svizzera Fairtiq. Ai passeggeri basterà iniziare il viaggio con un tocco sullo smartphone e successivamente l’app riconoscerà gli spostamenti grazie alla geolocalizzazione. Una volta arrivati a destinazione, i passeggeri potranno cliccare di nuovo per terminare il viaggio, oppure l’app riconoscerà automaticamente la discesa dal treno e concluderà il pagamento del biglietto. Sarà comunque messo in vendita anche un normale biglietto cartaceo, per chi non ha uno smartphone.
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Lo scorso marzo l’autorità di regolazione dei trasporti ha concesso a Longitude di avere accesso alla rete ferroviaria nazionale per far viaggiare treni su sei tratte nazionali e una internazionale: Roma-Reggio Calabria, Torino-Lecce, Torino-Venezia, Roma-Genova e Milano-Innsbruck-Monaco di Baviera con passaggio da Bolzano, sulla linea del Brennero.
I collegamenti dovrebbero partire all’inizio del 2026 e saranno della categoria Intercity, non con l’alta velocità dove il mercato è occupato dai Frecciarossa di Trenitalia e dall’unica altra compagnia ferroviaria privata nazionale, Italo. I treni della categoria Intercity hanno la prenotazione obbligatoria del posto a sedere, viaggiano al massimo a 200 chilometri all’ora e collegano solitamente città capoluogo con un numero ridotto di fermate intermedie.
«I collegamenti Intercity ci interessano molto, pensiamo di riuscire a portare anche lì la qualità raggiunta dall’alta velocità, grazie alla concorrenza», continua Arena. «Ma ci sono tanti altri spazi: siamo interessati anche ad altre tratte soppresse del trasporto pubblico locale. In Lombardia, per esempio, è vero che è stata confermata l’assegnazione diretta a Trenord, ma il contratto di servizio prevede anche di poter dare altre linee a nuovi operatori: è un percorso che si può fare. Il nostro obiettivo è dimostrare che si può fare qualcosa di diverso, di qualità migliore, a un costo ragionevole per i contribuenti».
Soltanto in Piemonte ci sono 15 linee abbandonate non comprese dal contratto di servizio firmato con Trenitalia. In tutta Italia le linee sospese sono 38 per un totale di circa 1.200 chilometri di binari non utilizzati.