L’inatteso protagonista del derby di Milano
Il difensore Matteo Gabbia ha segnato il gol decisivo per la vittoria del Milan e ha fatto un'altra partita di alto livello, anche se in pochi ancora lo considerano un titolare
Nella quinta giornata della Serie A maschile di calcio il Milan ha battuto 2-1 l’Inter, tornando a vincere un derby dopo che ne aveva persi sei consecutivi negli ultimi due anni, tra cui alcuni particolarmente importanti (i due della semifinale di Champions League nella primavera del 2023 e quello dello scorso aprile in cui l’Inter aveva festeggiato il ventesimo Scudetto). Domenica sera il gol decisivo è stato segnato a pochi minuti dalla fine con un colpo di testa del difensore ventiquattrenne Matteo Gabbia, sicuramente uno dei protagonisti meno attesi della partita, che però anche prima del gol era stato tra i migliori in campo.
Il gol di testa con cui Matteo Gabbia ha deciso il derby
Fino a poco tempo fa Gabbia aveva mostrato alcuni limiti, tanto che veniva spesso considerato non all’altezza di una delle migliori squadre del campionato. Tuttavia nell’ultimo anno Gabbia è migliorato molto e ha cominciato a giocare spesso su buoni livelli. Oggi la sua storia viene raccontata, evidentemente con un po’ di retorica, come quella di un giocatore normale che con impegno e capacità di migliorarsi è arrivato a essere decisivo nella partita considerata più importante dai tifosi. «Nella notte delle stelle brilla quella meno appariscente», ha scritto La Gazzetta dello Sport.
Peraltro il fatto che sia lui stesso un tifoso del Milan, che sia cresciuto nel settore giovanile, e che domenica sera fosse l’unico calciatore italiano impiegato dal Milan, ha alimentato questa narrazione. Poco dopo la fine del derby, il media sportivo Cronache di spogliatoio ha ritirato fuori un’intervista del 2021 in cui Gabbia raccontava di quando da ragazzino seguiva la squadra in trasferta come tifoso, di quando, ancora prima, i suoi nonni lo portavano a San Siro a vedere il Milan, e di come indossasse sempre la maglia dell’ex attaccante Andriy Shevchenko.
Matteo Gabbia da piccolo con la maglia del Milan
Gabbia è nato nel 1999 a Busto Arsizio, in provincia di Varese, e gioca al Milan praticamente da sempre: entrò nelle giovanili quando aveva dodici anni e ci è rimasto fino a oggi, tranne per due periodi in cui ha giocato in prestito, nel 2018-2019 alla Lucchese, in Serie C, e all’inizio della scorsa stagione al Villarreal, nel campionato spagnolo. Il suo ritorno dal prestito al Villarreal, avvenuto nel gennaio del 2024, in anticipo rispetto alla data concordata tra le due squadre, è coinciso con una nuova fase della sua carriera nella quale ha giocato quasi sempre in maniera convincente.
Rispetto ad altri difensori che giocano nel Milan o nelle altre squadre principali di Serie A, Gabbia non si fa molto notare, non eccelle cioè in determinate caratteristiche atletiche o tecniche. Fisicamente è alto e abbastanza robusto, ma non è molto veloce o agile, e allo stesso tempo non è particolarmente bravo a impostare l’azione, a giocare il pallone. La sua forza però è proprio quella di saper compensare queste mancanze con alcune qualità forse un po’ intangibili e difficili da definire, ma essenziali per un difensore: la capacità di prevedere in anticipo lo svolgimento dell’azione e di posizionarsi nel posto giusto, l’abilità nel marcare gli attaccanti avversari e di guidare i movimenti della difesa, il tempismo nei contrasti e nei colpi di testa.
Soprattutto, Gabbia è un calciatore poco appariscente anche perché sbaglia poco, mentre gli altri difensori del Milan sono forse più forti atleticamente e tecnicamente, ma più discontinui e inclini all’errore di lui. Il giornalista sportivo Emanuele Mongiardo faceva notare domenica sera come Gabbia sia stato scelto dall’allenatore del Milan Paulo Fonseca per giocare nel derby al posto di Strahinja Pavlović, il difensore serbo acquistato quest’estate: nelle ultime partite contro l’Inter il Milan aveva infatti subìto molto la capacità degli attaccanti dell’Inter di farsi inseguire per il campo dai difensori del Milan, portandoli fuori posizione e liberando spazi avanzati per gli inserimenti dei centrocampisti. Gabbia, a differenza di Pavlovic, fa più fatica a seguire per tutto il campo gli attaccanti avversari, e questo ha giocato a favore del Milan, che ha difeso con un approccio più compatto e ordinato.
Il derby di Gabbia
In questo contesto, Gabbia ha giocato una partita quasi perfetta e il Milan, che l’anno scorso era stato spesso vulnerabile in difesa e anche in questa stagione era partito molto male da questo punto di vista, ha trovato una solidità inaspettata. Con Gabbia in campo, il Milan finora ha subìto un solo gol in due partite; nelle altre quattro partite nelle quali era in panchina (compresa una di Champions League) ha subìto nove gol. È probabile che ora Gabbia sarà messo in campo con più continuità, nonostante all’inizio della stagione in pochi lo considerassero un titolare: lo stesso Fonseca nelle prime partite ha fatto giocare sempre Fikayo Tomori, alternando assieme a lui il ventitreenne tedesco Malick Thiaw e poi appunto Pavlovic.
Del resto Gabbia è stato spesso considerato un “tappabuchi”, cioè un giocatore da impiegare in caso di emergenza, quando gli altri difensori sono infortunati o indisponibili. Era stato quasi sempre così nei suoi primi anni, anche se nella stagione dello Scudetto (il 2021-2022) era riuscito comunque a giocare otto partite, sei delle quali da titolare. Anche il suo ritorno al Milan dal Villarreal era stato giudicato una scelta obbligata ma non molto entusiasmante dalla dirigenza del Milan, che si era trovato scoperto in difesa nel corso della stagione per alcuni infortuni dei difensori titolari. Gabbia sarebbe dovuto rimanere in prestito in Spagna (dov’era andato perché al Milan giocava poco) fino alla fine della stagione, ma era stato richiamato in fretta nei primi giorni del calciomercato invernale.
Da quel momento fino alla fine della stagione l’allenatore del Milan (che era ancora Stefano Pioli) l’aveva praticamente sempre fatto giocare titolare, e Gabbia era sembrato un giocatore diverso, più maturo e affidabile, com’è stato domenica sera nel derby. «Al Villarreal è stata la prima volta che sono andato in un altro paese, è stato un cambiamento importante», aveva spiegato Gabbia lo scorso febbraio, dopo essere rientrato dal prestito. «Sono dovuto essere un po’ più spavaldo, imparare delle cose completamente nuove che mi hanno dato più fiducia. Ho giocato con più costanza, in maniera diversa, ma è anche una questione che col tempo si cresce, si affrontano più partite, e quindi si migliorano alcune situazioni».