Una barca con almeno 30 corpi è stata trovata al largo delle coste del Senegal
Con tutta probabilità erano migranti diretti verso le isole Canarie, in Spagna
Domenica sera una barca alla deriva con almeno 30 corpi in decomposizione è stata trovata a circa 70 chilometri dalle coste di Dakar, la capitale del Senegal. La notizia è stata data dall’esercito senegalese, che l’ha portata a riva lunedì. Il suo portavoce Ibrahima Sow ha detto che lo stato dei corpi sta rallentando le operazioni di identificazione delle persone a bordo, e che sono in corso delle indagini per capire da dove fosse partita. Con tutta probabilità si tratta di persone migranti partite proprio dal Senegal o da un altro paese dell’Africa Occidentale che stavano cercando di raggiungere le isole Canarie, in Spagna.
Negli ultimi due anni gli arrivi di persone migranti sulle isole Canarie dalle coste dell’Africa occidentale, soprattutto da Senegal e Mauritania, sono molto aumentati: l’anno scorso sono state circa 40mila, il numero più alto mai registrato, e quest’anno sono state quasi 27mila, fra cui moltissimi minori non accompagnati. La cosiddetta “rotta atlantica” è anche estremamente pericolosa: si tratta di un viaggio di oltre 1.500 chilometri attraverso l’oceano Atlantico, che ha correnti molto più forti di quelle del mar Mediterraneo.
A giugno l’ong Caminando Fronteras, che si occupa da anni di questa rotta, ha stimato che sulla rotta atlantica sono morte 6.007 persone nel 2023 e 5.054 nei primi cinque mesi del 2024. Per avere un termine di paragone: in tutto il 2023 si stima che siano morte nel Mediterraneo centrale, cioè la rotta che va dal Nord Africa alle coste italiane, circa 1.900 persone.
Il numero dei morti sulla rotta atlantica è una stima per difetto: rispetto al mar Mediterraneo è infatti molto più facile che le barche si ribaltino al largo senza essere più ritrovate a causa delle forti correnti e della quasi totale assenza di supervisione del tratto da parte di guardie costiere e organizzazioni non governative. Alcune barche poi non affondano ma perdono la rotta e vengono trovate alla deriva dopo mesi dalla loro partenza a migliaia di chilometri di distanza, come è per esempio capitato ad aprile con una barca arrivata sulle coste del Brasile che con tutta probabilità era partita dalla Mauritania.
A fine agosto il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha visitato Mauritania, Gambia e Senegal per firmare accordi che dovrebbero servire a ridurre gli arrivi via mare, e concordare invece canali per accedere in territorio spagnolo in maniera legale, per rimanere un periodo di tempo limitato, da tutti e tre i paesi. Due settimane prima il governo del Senegal aveva annunciato un piano decennale per ridurre le partenze. Sánchez sta provando un approccio diverso rispetto a quello dell’Italia e dell’Unione Europea, che si è concentrato sul pagare i paesi di transito per fermare con la forza le partenze dei migranti, senza preoccuparsi troppo delle violazioni dei diritti umani che compiono proprio sui migranti.
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