L’irripetibile fama di Gustavo Rol
Morto 30 anni fa, fu uno dei più citati e confutati protagonisti di un periodo di grande infatuazione dell’Italia per il paranormale
Per lungo tempo, tra gli anni Settanta e Ottanta, Gustavo Rol fu in Italia uno dei più conosciuti, intervistati e confutati autori di presunti fenomeni prodigiosi. Ebbe una popolarità e un seguito estesissimi, effetto di una centralità mediatica in parte difficile da comprendere, oggi che sono passati trent’anni dalla sua morte, avvenuta a Torino il 22 settembre 1994: trent’anni in cui la credulità delle persone si è spostata dal paranormale verso altri fenomeni, e il fascino per i misteri e lo spiritismo si è molto diluito.
La centralità mediatica, a sua volta favorita dalle sue frequentazioni di persone famose del mondo della cultura e dello spettacolo, tra cui il regista Federico Fellini, fu tra le ragioni che portarono Rol a essere preso molto sul serio. Lo presero sul serio sia le tante persone allora disposte a credere alle sparizioni e agli altri fenomeni apparentemente inspiegabili che lui proponeva in privato a casa sua, sia i giornalisti scientifici che ebbero l’opportunità di osservare e mettere in dubbio i suoi esperimenti psichici, derubricandoli infine a prove di illusionismo e giochi di prestigio.
Nel corso degli anni la storia di Rol è stata raccontata da cronisti ingolositi dalla sua popolarità, da conoscenti affascinati dalla sua personalità vagamente mistica e da cultori del paranormale. A un certo punto se ne occuparono anche autorevoli divulgatori scientifici, tra cui Piero Angela, che contribuirono a smontare la reputazione da sensitivo che Rol si era fatto, pur senza mai definirsi tale.
Angela incontrò Rol, tra gli altri, durante la preparazione di un’inchiesta trasmessa dalla Rai nel 1978 e intitolata Indagine sulla parapsicologia. Proprio in seguito a quel programma ebbe l’idea che anni dopo lo avrebbe portato a fondare il CICAP, l’organizzazione che promuove il pensiero critico verso le pseudoscienze. Era infatti un periodo in cui «ovunque, tra la gente, sui giornali o in tv, si dava per scontato che certi accadimenti o certe facoltà paranormali fossero reali», disse nel 2009 lo scrittore e divulgatore scientifico Massimo Polidoro, segretario nazionale del CICAP, descrivendo temi molto popolari negli anni Settanta e Ottanta.
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L’esempio forse più citato delle attenzioni dedicate all’epoca dalla stampa generalista e di costume ai fenomeni paranormali è un titolo utilizzato dalla rivista Gente il 5 marzo 1977, per un articolo dedicato proprio a Rol: «Mentre è a Torino lo fotografano in America». Di lui, che era nato a Torino nel 1903, era cresciuto in una famiglia colta e benestante, e si era laureato in giurisprudenza, diversi altri quotidiani e giornali si occupavano già da anni, incuriositi dagli esperti di parapsicologia che lo citavano in riviste specializzate. In un articolo del 23 settembre 1972 la Stampa aveva scritto che era in grado di «dissolvere e ricomporre la materia», «predire il futuro, leggere un libro chiuso, scrivere a distanza».
Come ricordato dagli stessi giornalisti e testimoni delle sue presunte abilità divinatorie, Rol selezionava con una certa attenzione le persone ammesse ad assistere ai suoi «strabilianti esperimenti»: perlopiù amici e conoscenti che invitava a casa. Si rifiutò invece di riprodurre gli esperimenti in condizioni di controllo, dicendo che in quanto eccezionali quei fenomeni erano irripetibili. Non si considerava un sensitivo, e anzi respingeva questo tipo di definizioni. «Se c’è una cosa che fa irritare Rol è parlare di magia o di maghi o di medium», scrisse la Stampa in un articolo del 13 marzo 1978 che descriveva Rol come un «cattolico convinto», sicuro che «l’anima, nel momento della morte, torni alle sue origini».
I giornali e la televisione citavano spesso le amicizie di Rol, in parte per avvalorare indirettamente la sua credibilità. Fellini, che era il suo più famoso estimatore, lo aveva descritto nel libro del 1974 Fare un film come «un signore dai modi cortesi, eleganza sobria», che «potrebbe essere un preside di ginnasio di provincia». E aveva aggiunto che «i “giochi” di Rol sono uno spettacolo tonificante, confortante per chiunque lo accosti con una vera disponibilità», «cioè con l’innocenza di un bambino o con il sostegno di una scienza non rigida».
Tra i frequentatori di Rol ci furono anche lo scrittore torinese Pitigrilli, il regista Franco Zeffirelli e il dirigente Cesare Romiti. Molti lo descrivevano come una persona «illuminata» e facevano spesso riferimento al suo disinteresse per eventuali profitti che la sua notorietà avrebbe potuto procurargli, e al fatto che sfruttasse anzi la sua condizione di agiatezza per fare beneficenza.
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Per le sue dimostrazioni, stando a quanto poi raccontato dalle persone presenti, Rol era molto attento non soltanto alla selezione, ma anche alla disposizione degli ospiti nel suo salotto. Molte esibizioni prevedevano l’uso delle carte da gioco, ma a volte riguardavano fenomeni come la lettura di brevi passaggi di libri chiusi o la materializzazione di disegni ad acquarello. Rol si rifiutò di sottoporre le sue dimostrazioni sia alla valutazione degli scienziati, sia a quella di alcuni illusionisti esperti, che avrebbero potuto riconoscere eventuali trucchi di magia.
Silvan, uno dei più famosi illusionisti italiani, chiese pubblicamente in diverse occasioni di poter assistere agli esperimenti di Rol, ma le sue proposte furono respinte. In un servizio trasmesso in televisione utilizzò poi una tecnica dell’illusionismo per mostrare di saper leggere parti di un libro chiuso: un’abilità più volte attribuita a Rol. Come ricordato da Polidoro, Rol non rispose mai nemmeno alle richieste del CICAP di incontrare alcuni esperti.
Nel libro Rol. Realtà o Leggenda?, lo scrittore e illusionista Mariano Tomatis raccolse e analizzò le testimonianze delle persone presenti alle dimostrazioni di Rol. Nonostante la loro scarsa attendibilità, secondo Tomatis, i resoconti permettono comunque a illusionisti esperti di riconoscere facilmente una serie di trucchi e tecniche del mestiere probabilmente utilizzate da Rol.
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Uno dei resoconti più attendibili è quello del fisico teorico Tullio Regge, capitato occasionalmente a casa di Rol con altre persone. Dopo aver assistito ad alcuni esperimenti con le carte, secondo quanto riportato da Tomatis, Regge fece notare a Rol che aveva utilizzato alcune tipiche forme di inganno note agli illusionisti, tra cui la misdirection (o depistaggio). Rol rimase turbato e cambiò argomento.
Nel libro Viaggio nel mondo del paranormale Angela scrisse di aver incontrato Rol per due volte a casa sua, nel 1977, mentre preparava l’inchiesta sulla parapsicologia poi trasmessa in televisione. Scrisse che alcuni esperimenti di Rol non lo impressionarono affatto, perché per eseguirli era sufficiente avere banalmente una buona memoria. Altri li descrisse dopo l’incontro con Rol a illusionisti professionisti, tra i quali il divulgatore canadese James Randi, che dopo aver ascoltato Angela raccontarglieli esclamò: «Ma è il repertorio classico!».
Rol se la prese molto, sostenendo in un’intervista alla Stampa che Angela aveva «agito col deliberato proposito di distruggere in me la dimostrazione di tutto ciò che lo spirito umano può compiere quando si ispira a Dio». Nel libro, spiegando cosa lo avesse convinto a incontrare Rol, Angela aveva scritto: «Rol fa parte di un’antica e garbata tradizione torinese, che dispiace perdere. Avevo persino pensato di stendere un velo di cortese silenzio sulla vicenda. Ma sarebbe stato onesto? Non credo. Il “caso Rol” viene esaltato come una prova vivente del paranormale, e allora bisogna pur porre certi interrogativi».