I’ll Be There for Yoooou

Sono trent'anni che quell'accordo iniziale e il famoso battito di mani significano solo una cosa: ma all'inizio la celebre sigla di Friends scontentava un po' tutti

Una scena della sigla di Friends (Netflix)
Una scena della sigla di Friends (Netflix)

Una delle cose più memorabili della serie tv Friends – il cui primo episodio oggi compie trent’anni – è certamente la sua sigla, che accompagna l’inizio di ogni puntata con il suo riconoscibilissimo accordo di chitarra e provoca in molti lo stimolo quasi automatico di battere le mani a tempo, come nella canzone. “I’ll Be There for You” fu scritta dal duo di Los Angeles dei Rembrandts, che malgrado l’enorme successo commerciale all’inizio non ne furono troppo contenti. Intorno alla storia della sigla ci sono molte curiosità non sempre note, sia su come nacque la canzone, sia sui dettagli che negli anni vennero inseriti nelle immagini che scorrevano sotto la musica.

Friends racconta le vicende quotidiane di sei amici tra i venti e i trent’anni (almeno inizialmente, poi anche oltre i trenta) che vivono a New York e qualsiasi cosa succeda si incontrano a casa di uno o dell’altra, condividendo pensieri, ambizioni e intoppi quotidiani. Come sigla della serie i produttori della Warner Bros avrebbero voluto “Shiny Happy People”, una canzone con una melodia molto orecchiabile dei R.E.M., che al tempo erano già una delle band più apprezzate nel panorama del pop rock alternativo statunitense. La band tuttavia rifiutò, così uno dei produttori esecutivi della serie, Kevin Bright, si rivolse ai Rembrandts, cioè Danny Wilde e Phil Solem, chiedendo loro di fare una canzone “alla R.E.M.”, ma che rispecchiasse ancora di più l’atmosfera e il tono della serie.

In realtà la melodia l’aveva già scritta Michael Skloff, il direttore musicale della sitcom, mentre i testi che parlano di amicizia, amori non corrisposti e lavori sconclusionati li avevano abbozzati i suoi due creatori, David Crane e Marta Kauffman, assieme alla cantautrice Allee Willis. «Mi ricordo che era fichissima, una melodia pop davvero carina», ha raccontato qualche anno fa Wilde, «con belle armonie e un tono ottimista». La band la riarrangiò e ne uscì la sigla che abbiamo in mente ancora oggi, quella per cui di fatto ci si ricorda di loro.

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Parlando con il programma televisivo inglese “The One Show” molti anni dopo Jennifer Aniston, che nella serie interpreta Rachel, disse che «nessuno era particolarmente fan di quella sigla». Non ne erano entusiasti nemmeno i Rembrandts, visto che nei primi anni Novanta «non era figo che una band come la nostra avesse a che fare con la tv», spiegò Solem a Variety. La band non era nemmeno contenta all’idea di trasformarla in un singolo, soprattutto perché stavano scrivendo un disco rock più cupo e pesante, che sempre Solem ha descritto come «l’antitesi di Friends».

La sigla ebbe un successo enorme quando un dj di una radio di Nashville cominciò a trasmetterne una sua versione lunga tre minuti in cui si ripeteva in loop: per via dell’entusiasmo suscitato dalla serie e delle numerose attenzioni legate alla sua sigla la East West Records, l’etichetta discografica dei Rembrandts, insistette affinché la band la registrasse di nuovo per inserirla nel suo nuovo album. L.P. uscì nel 1995, con “I’ll Be There for You” come ultima traccia da poco più di tre minuti: la canzone finì al diciassettesimo posto della classifica di Billboard, la più citata e importante della musica statunitense, e al primo in quella delle canzoni più trasmesse dalle radio del paese.

Nel video ufficiale compaiono tutti e sei i protagonisti di Friends, interpretati appunto da Jennifer Aniston, Courteney Cox, Matt LeBlanc, David Schwimmer, Lisa Kudrow e Matthew Perry.

Per alcuni “I’ll Be There for You” è una delle canzoni più brutte di sempre, mentre per è altri una delle più memorabili: la popolarità è comunque indubbia, come mostrano anche le molte cover da parte di band come i Goo Goo Dolls e le innumerevoli citazioni.

Uno dei suoi elementi più notevoli e appiccicosi è il battito di mani che si sente subito dopo le prime parole, che fu non un’idea dei Rembrandts bensì della produzione, e a detta di Solem nonostante fosse stato inserito all’ultimo finì col diventare «la parte migliore della canzone». I battiti di mano sono quattro e non cinque, una cosa che lasciava confusa perfino Cox: furono registrati proprio da Bright, Kauffman e Crane, e ogni tanto nella sigla sono sincronizzati con scene in cui i personaggi battono le mani o in cui in ogni caso si muovono a tempo con quel suono (le immagini della sigla cambiarono man mano con le varie stagioni).

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La sigla nasconde diversi dettagli non del tutto immediati e in qualche caso, in certe stagioni, spoilera anche la trama delle diverse puntate.

Molti spettatori potrebbero non essersene accorti, per esempio, ma a volte è stata tagliata oppure leggermente velocizzata per fare in modo che la puntata rientrasse nello slot di mezz’ora previsto durante la messa in onda, senza sacrificare la trama. Solo in due occasioni, poi, c’è stata una sigla speciale: è successo nei due episodi finali della quarta stagione, quelli in cui Ross (il personaggio di David Schwimmer) si sposa a Londra: e a guardarla bene si riesce a capire che ci andrà anche Rachel, con cui da sempre ha una storia in sospeso e che per alcune puntate di quella stagione era sembrata destinata a non andarci.

Quanto alla famosa fontana con il divano davanti, che compare più volte nella sigla e in cui i protagonisti fanno il bagno, in realtà non si trovava a Manhattan e nemmeno a New York, ma in un ranch della Warner Bros a Burbank, in California. Nel 2019 è stata spostata all’interno dei Warner Bros Studios, dove poco più in là c’è una caffetteria chiamata Central Perk, come quella frequentata dai protagonisti della serie.

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