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  • Domenica 22 settembre 2024

Alle elezioni presidenziali in Sri Lanka ci sarà uno storico riconteggio

Per la prima volta non è stato eletto un presidente al primo turno, ma non c'è ballottaggio: bisognerà guardare le seconde e le terze preferenze sulle schede

Un seggio a Colombo, la capitale dello Sri Lanka (AP Photo/Rajesh Kumar Singh)
Un seggio a Colombo, la capitale dello Sri Lanka (AP Photo/Rajesh Kumar Singh)

Per la prima volta nella storia dello Sri Lanka, alle elezioni presidenziali nessun candidato ha ottenuto il 50 per cento dei voti che serviva per vincere al primo turno. In questi casi il sistema elettorale del paese prevede che rimangano in corsa per la presidenza solo i due candidati che hanno ottenuto più voti: quindi Anura Kumara Dissanayake, arrivato primo con il 39,5 per cento dei voti, e Sajith Premadasa, che ha preso il 34 per cento. Gli altri 36 candidati sono stati esclusi, compreso il presidente uscente Ranil Wickremesinghe, arrivato terzo con il 17 per cento.

Dissanayake e Premadasa però non andranno al ballottaggio: per stabilire il nuovo presidente ci sarà un riconteggio delle schede un po’ particolare, basato sul fatto che ogni votante poteva esprimere tre preferenze per i candidati. Al primo turno contava solo la prima preferenza, ma ora la commissione elettorale verificherà quante persone hanno espresso la seconda o la terza preferenza per Dissanayake e Premadas tra chi al primo turno aveva votato per uno dei candidati esclusi. Ogni seconda e terza preferenza aggiungerà un voto ai due candidati, e l’esito di questo riconteggio determinerà il nuovo presidente.

È una situazione che non si era mai verificata prima per lo Sri Lanka, che è indipendente dal Regno Unito dal 1948 e nelle otto elezioni della sua storia fin qui aveva sempre eletto il presidente al primo turno. Lo Sri Lanka è un paese insulare in cui vivono circa 22 milioni di persone e si trova a sud dell’India.

I due candidati che hanno ottenuto più voti erano dati tra i favoriti già dai sondaggi prima delle elezioni. Dissanayake è il candidato del Partito nazionale del popolo, di sinistra, e in campagna elettorale ha puntato molto sulle misure anticorruzione. Premadasa invece è stato in questi anni il leader dell’opposizione, è il candidato del Potere del popolo unito e promette di aumentare le tasse ai più ricchi. Premadasa è andato meglio di quanto prevedessero i sondaggi, ma difficilmente il riconteggio potrà permettergli una rimonta, visto che tra lui e Dissanayake ci sono circa 1,3 milioni di voti di differenza (5,6 per il primo, 4,3 per il secondo). Premadasa arrivò secondo anche alle ultime elezioni nel 2019.

Queste erano le prime elezioni presidenziali dalle grosse proteste che nel 2022 portarono alle dimissioni dell’ultimo presidente eletto, Gotabaya Rajapaksa nel 2019, e di suo fratello, il primo ministro Mahinda Rajapaksa (oltre che di vari ministri e parlamentari). I Rajapaksa vennero accusati dalla popolazione srilankese di aver aggravato la crisi, e ci furono estese e violente proteste antigovernative. I manifestanti chiedevano le dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa e degli altri membri della famiglia, oltre a riforme per contrastare il nepotismo e la corruzione, e per risanare l’economia del paese. I Rajapaksa furono così costretti a lasciare le posizioni di governo.

Wickremesinghe era subentrato ad interim al governo dimissionario ed era stato presidente negli ultimi due anni: queste elezioni erano considerate un voto su di lui e sulle scelte fatte per cercare di far uscire il paese da una grave crisi economica. Negli ultimi due anni l’economia si è stabilizzata, ma questo non si è tradotto in un benessere generale della popolazione. I prezzi troppo alti, gli stipendi troppo bassi e una massiccia emigrazione continuano a rendere lo Sri Lanka un paese in cui buona parte della popolazione fatica a sopravvivere. Non ci si aspettava che potesse vincere.