Alberi riflessi a Loch Faskally, Scozia, 22 ottobre 2023 (REUTERS/ Russell Cheyne)

È cominciato l’autunno

Domenica alle 14:43 c'è stato l'equinozio, l'istante che segna la fine dell'estate e uno dei due giorni dell'anno in cui il dì dura quanto la notte

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Alle 14:43 di domenica 22 settembre è finita l’estate ed è iniziato l’autunno: in quel momento preciso c’è stato l’equinozio d’autunno, ovvero l’istante in cui il Sole si trova allo zenit dell’equatore della Terra, cioè esattamente sopra la testa di un ipotetico osservatore che si trovi in un punto specifico sulla linea dell’equatore. Spesso si parla dell’equinozio come di un giorno intero ma tecnicamente è scorretto, perché indica solo l’istante preciso in cui si verifica un fenomeno astronomico. E l’ora in cui avviene quell’istante cambia ogni anno.

Visto che di anno in anno l’equinozio d’autunno può essere in giorni diversi, le stagioni non cambiano sempre lo stesso giorno. Il giorno dell’equinozio d’autunno ha comunque una caratteristica particolare: è uno dei due soli giorni all’anno in cui il dì ha la stessa durata della notte, anche se poi non è esattamente così a causa di alcune interazioni della luce con l’atmosfera terrestre. L’altro è l’equinozio di primavera.

Come funzionano gli equinozi
L’inizio delle stagioni è scandito da eventi astronomici precisi: l’estate e l’inverno cominciano con i solstizi, in cui le ore di luce del giorno sono al loro massimo (estate) o al loro minimo (inverno); la primavera e l’autunno invece cominciano il giorno degli equinozi, i momenti in cui la lunghezza del giorno è uguale a quella della notte.

Tuttavia, oggi in Italia il giorno sarà ancora un po’ più lungo della notte per qualche minuto e la vera parità tra dì e notte sarà tra qualche giorno. Questo si deve a un fenomeno chiamato “rifrazione atmosferica”, per cui la luce del Sole è curvata dall’atmosfera: è quella cosa per cui vediamo il Sole qualche minuto prima che sorga effettivamente.

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Gli equinozi e i solstizi (e le durate del dì e della notte) sono determinati dalla posizione della Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole, cioè il movimento che il nostro pianeta compie girando intorno alla sua stella di riferimento. L’equinozio è il momento in cui il Sole si trova all’intersezione del piano dell’equatore celeste (la proiezione dell’equatore sulla sfera celeste) e quello dell’eclittica (il percorso apparente del Sole nel cielo). Al solstizio invece il Sole a mezzogiorno è alla massima o minima altezza rispetto all’orizzonte.

Le variazioni del momento in cui avvengono equinozi e solstizi sono causate dalla diversa durata dell’anno solare e di quello del calendario (è il motivo per cui esistono gli anni bisestili, che permettono di rimettere “in pari” i conti).

In Italia la primavera cade tra il 20 e il 21 marzo, l’estate tra il 20 e il 21 giugno, l’autunno tra il 22 e il 23 settembre, l’inverno tra il 21 e il 22 dicembre. Oltre alle stagioni astronomiche, poi, ci sono anche quelle meteorologiche: iniziano in anticipo di una ventina di giorni rispetto a solstizi ed equinozi, e durano sempre tre mesi. Indicano con maggiore precisione i periodi in cui si verificano le variazioni climatiche annuali, specialmente alle medie latitudini con climi temperati.

Il momento dell’equinozio non c’entra con quello del cambio dell’ora, che quest’anno andrà spostata indietro nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre.

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