La MotoGP vuole introdurre le comunicazioni via radio con i piloti
È un sistema da tempo diffuso e apprezzato in Formula 1, ma attivarlo sulle motociclette pone difficoltà tecniche e dovute anche al tipo di guida diverso
Nelle settimane scorse Dorna Sports, la società spagnola che detiene di diritti della MotoGP, ovvero la massima categoria di moto da corsa, ha fatto sapere che a partire dal 2025 introdurrà gradualmente un sistema di comunicazione via radio tra la direzione gara e i piloti. Secondo quanto riferito dal sito Motorsport, l’informazione è stata trasmessa alle squadre durante un incontro a Misano (Rimini) il 5 settembre scorso.
Attualmente le comunicazioni dirette ai piloti di moto da corsa durante la guida sono trasmesse soltanto attraverso il display sul cruscotto (dashboard), oppure tramite cartelli che le squadre mostrano al passaggio dei piloti all’altezza del traguardo, giro dopo giro. È stato così a lungo anche per le corse automobilistiche e in Formula 1, prima che la tecnologia di comunicazione via radio venisse sperimentata e introdotta a bordo delle auto da corsa negli anni Ottanta.
Dorna ha spiegato che in una prima fase il sistema servirà a trasmettere soltanto messaggi brevi e concisi ai piloti da parte del direttore di gara, riguardo a eventuali situazioni rischiose per la sicurezza in pista. In una seconda fase, che potrebbe cominciare nel 2026, le comunicazioni saranno bidirezionali e i piloti potranno rispondere ai messaggi. L’ultima fase, che non ha una data prevista di inizio, consentirà anche le comunicazioni tra le squadre e i loro piloti: esattamente come succede in Formula 1.
Da aprile scorso è noto peraltro che entro la fine del 2024 Dorna sarà acquisita completamente da Liberty Media, la società statunitense proprietaria della Formula 1.
Secondo Dorna l’introduzione graduale delle comunicazioni via radio dovrebbe prima di tutto migliorare la sicurezza, dal momento che renderà possibile avvisare tempestivamente i piloti di incidenti o pericoli imprevisti. Ma diversi esperti concordano che l’obiettivo principale sia provare a rendere le gare più appassionanti e divertenti per le persone che le seguono in televisione, trasmettendo oltre alla diretta video una selezione dei messaggi dei piloti. Da tempo in Formula 1 le comunicazioni via radio, trasmesse in tv in breve differita rispetto al video, sono infatti una delle parti più analizzate e commentate delle corse, e per questo anche contestate da alcuni piloti che trovano invadente la pubblicazione dei messaggi e il tentativo recente di moderarne il linguaggio.
Non tutte le persone che lavorano nel mondo della MotoGP sono però convinte che la proposta di Dorna sia tecnicamente realizzabile. Come emerso durante alcuni test svolti nel 2022 nel circuito di Jerez de la Frontera e nel 2023 in quello di Valencia, in Spagna, i piloti di motociclette di grande cilindrata fanno generalmente più fatica a comprendere i messaggi audio. Il sistema che dovrebbe essere introdotto nel 2025 non sarà quindi composto da un normale auricolare indossato dai piloti, ma da un dispositivo attaccato all’esterno dell’orecchio, in grado di trasmettere i suoni tramite vibrazioni.
«Abbiamo ancora molta strada da fare perché con il rumore della moto è ancora difficile sentire bene», ha detto il pilota francese della Yamaha Fabio Quartararo. Il volume delle comunicazioni va bene per alcuni punti della pista, per esempio in corrispondenza delle frenate, ma non in piena accelerazione, ha detto Quartararo, che ha poi fatto riferimento a una difficoltà riferita anche da altri piloti: «È un po’ strano sentire le persone che parlano mentre stai guidando e quando non respiri».
Intervistato dal giornalista Franco Nugnes, il medico dello sport Riccardo Ceccarelli ha riportato un resoconto del pilota Danilo Petrucci su un sistema di comunicazione via radio da lui provato a Misano durante un test. Petrucci gli aveva detto che nessuno dei piloti era riuscito a comprendere i messaggi ricevuti, perché lui e gli altri piloti erano troppo concentrati sulla guida. Quando poi Petrucci si era messo in testa di prestare più attenzione ai messaggi, nel secondo giorno di test, aveva girato due secondi più lentamente del solito.
«Rispetto alla moto la macchina è molto più stabile, e il giro in macchina è molto più riproducibile rispetto a quello del giro in moto», ha detto Ceccarelli. La ragione principale di questa differenza è che il pilota di motociclette riceve molti più input fisici durante il giro, e ha una guida «molto più controllata ogni millesimo di secondo» rispetto al pilota automobilistico. Chi guida una moto insomma deve continuamente «modulare l’accelerazione e l’inclinazione del corpo»: un aggiustamento che richiede un tale livello di impegno cognitivo «che se qualcuno ti parla via radio non riesci ad ascoltarlo».
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