La Francia ha un nuovo governo
Dopo oltre due mesi di stallo, il primo ministro Michel Barnier ha annunciato l'elenco dei suoi ministri, perlopiù dei Repubblicani e della coalizione del presidente Macron
Sabato sera, dopo oltre due mesi di stallo e discussioni tra le principali forze politiche francesi, il nuovo primo ministro Michel Barnier ha presentato il suo governo, annunciando l’elenco dei 39 membri che ne faranno parte. Sette dei 17 ministri scelti fanno parte di Ensemble pour la République, la coalizione centrista del presidente Emmanuel Macron, e tre dei Repubblicani, il partito del primo ministro, di orientamento conservatore. Il primo Consiglio dei ministri è previsto per lunedì pomeriggio al palazzo dell’Eliseo, la residenza del presidente della Repubblica francese.
Tra le nomine più notevoli ci sono quella a ministro dell’Interno di Bruno Retailleau, capogruppo dei Repubblicani al Senato e noto per le sue posizioni rigide sull’immigrazione; quella di Jean-Noël Barrot (che fa parte della coalizione centrista di Macron) come ministro degli Esteri; e del 33enne Antoine Armand, molto vicino a Macron, come ministro dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria.
Agnès Pannier-Runacher è la nuova ministra della Transizione ecologica, dell’energia, del clima e della prevenzione dei rischi, mentre Anne Genetet sarà a capo del ministero dell’Istruzione: entrambe fanno parte di Renaissance, il partito di Macron. Tra i funzionari del governo di Gabriel Attal confermati da Barnier ci sono Sébastien Lecornu e Rachida Dati, rispettivamente alla Difesa e alla Cultura. Il 72enne Didier Migaud è il nuovo ministro della Giustizia, ed è il membro più importante del governo ad avere un qualche rapporto con la sinistra, dato che per tanti anni ha fatto parte del Partito Socialista; lo ha lasciato nel 2010 per diventare presidente della Corte dei Conti, incarico che ha ricoperto fino al 2020.
I leader dei tre principali partiti della coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare, che aveva vinto le elezioni legislative di luglio, hanno già contestato il nuovo governo, nettamente spostato verso il centrodestra, e hanno detto che proveranno a sfiduciarlo il prima possibile: Jean-Luc Mélenchon, leader del principale partito della coalizione, La France Insoumise, l’ha definito un governo che non ha «né legittimità, né futuro» e che bisogna «liberarsene il più presto possibile». Olivier Faure, del Partito Socialista, lo ha descritto come «un governo reazionario» e per la segretaria degli Ecologisti Marine Tondelier è «contro natura».
Al momento la sinistra da sola non ha i voti per sfiduciarlo, e fino a pochi giorni fa sembrava che sarebbe stato impossibile farlo dato che la terza forza politica in parlamento, il partito di estrema destra Rassemblement National, aveva accolto positivamente la nomina di Barnier (in più occasioni lui aveva detto di «rispettare» le idee del Rassemblement National). La lista definitiva dei ministri non è però stata apprezzata dal partito: il leader di Rassemblement National, Jordan Bardella, ha detto che il nuovo governo Barnier «segna il ritorno del macronismo» e «non ha futuro».