Sono cadute le accuse contro Matteo Falcinelli negli Stati Uniti
Lo studente italiano era stato arrestato a febbraio dalla polizia di Miami in modo molto violento, ed erano poi emersi video molto discussi che lo testimoniavano
Negli Stati Uniti sono cadute tutte le accuse contro Matteo Falcinelli, lo studente italiano che lo scorso febbraio era stato arrestato in modo molto violento dalla polizia di Miami, in Florida, dove si trovava per motivi di studio. Del suo arresto si era cominciato a parlare in Italia solo a maggio, quando erano stati pubblicati diversi video che testimoniavano la violenza dell’arresto. Falcinelli aveva accettato di essere inserito in un programma di vigilanza per un periodo, al termine del quale le accuse a suo carico sarebbero cadute: questa settimana un giudice della Florida ha infine stabilito che non sarà processato, con un mese di anticipo rispetto a quanto era stato previsto.
Falcinelli ha 26 anni (25 al tempo dell’arresto) ed è di Spoleto, in provincia di Perugia. È a Miami perché frequenta un corso di laurea in management alla Florida International University, che ha già ripreso nell’ultimo periodo. Sulla situazione in cui era stato arrestato a febbraio si hanno informazioni a partire dai video, dalla sua testimonianza e da un rapporto della polizia di Miami, ma alcune cose anche in questi mesi non sono state mai chiarite definitivamente.
Il 25 febbraio Falcinelli era entrato in uno strip club a Miami, secondo la sua famiglia credendo che si trattasse di un bar normale e non di un locale frequentato da sex worker. Non è chiaro cosa sia successo dentro al locale: secondo i suoi avvocati gli era stata offerta la compagnia di una donna per 500 dollari, e non si sa se poi Falcinelli avesse rifiutato di pagare o lo avesse fatto e avesse poi chiesto indietro la somma. A quel punto Falcinelli si sarebbe accorto della mancanza dei suoi due cellulari, poi ritrovati, e ci sarebbe stato un diverbio con il buttafuori. Dal locale avevano chiamato la polizia, che aveva accompagnato fuori Falcinelli e lo aveva arrestato dopo un ulteriore diverbio.
Dell’arresto in Italia si era saputo solo a maggio, quando il Quotidiano Nazionale aveva pubblicato i video della bodycam degli agenti che avevano arrestato Falcinelli (cioè la telecamera che gli agenti devono indossare sul busto negli Stati Uniti). Nei video dell’arresto fuori dal locale si vedeva Falcinelli in strada mentre discuteva con gli agenti, inizialmente in modo animato ma senza violenza. Poi quando Falcinelli si era avvicinato a uno degli agenti, forse toccandolo con un dito ma in modo non violento, gli agenti lo avevano buttato per terra e ammanettato con le mani dietro la schiena.
Il video particolarmente violento però era quello girato nella stazione di polizia, in cui si vedono quattro agenti immobilizzare Falcinelli legandogli insieme i polsi e le caviglie mentre lui grida e prova a girarsi, in uno stato di evidente vulnerabilità (il video può risultare impressionante per molti, si può vedere qui). La pratica di legare insieme polsi e caviglie è detta hogtie ed è considerata controversa sia in Europa occidentale, dove è molto rara, sia negli Stati Uniti, dove da decenni non è più usata in alcune grandi città come New York e Los Angeles. Una indagine del 2021 di NBC News e del sito di news Marshall Project ha scoperto che dal 2010 alla metà del 2021 almeno 23 persone sono morte dopo o durante essere state immobilizzate con un hogtie o la sua versione più accettata, lo hobble – che prevede che le caviglie siano legate tra di loro, e non ai polsi – mentre erano detenute da forze dell’ordine statunitensi.
Falcinelli era rimasto in carcere per tre giorni, e all’uscita aveva lividi e tagli sulla schiena, sulle braccia e sulle mani, documentati da alcune foto. I familiari di Falcinelli avevano raccontato che quell’arresto violento gli aveva causato gravi conseguenze fisiche per mesi, oltre che psicologiche: tra le altre cose avevano detto che nei tre giorni in arresto aveva tentato il suicidio quattro volte.