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  • Venerdì 20 settembre 2024

A Traversara nessuno si aspettava tanti danni

La frazione di Bagnacavallo, in Emilia-Romagna, è stata completamente allagata a causa della rottura di un argine del fiume Lamone che nel 2023 aveva retto

di Laura Loguercio, fotografie di Valentina Lovato

I danni dell'alluvione a Traversara, frazione di Bagnacavallo (Ravenna) (Valentina Lovato/Il Post)
I danni dell'alluvione a Traversara, frazione di Bagnacavallo (Ravenna) (Valentina Lovato/Il Post)
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Nella notte tra mercoledì e giovedì a Traversara, una frazione del comune romagnolo di Bagnacavallo, l’argine del fiume Lamone è crollato a causa di intense piogge e l’acqua si è riversata nel borgo, travolgendo le case e allagando le strade. Per tutta la giornata di giovedì i soccorritori della Croce rossa e dei vigili del fuoco hanno evacuato le abitazioni portando via i residenti – poco meno di un migliaio – in elicottero o con i gommoni. Quella di Bagnacavallo è la zona che finora ha subìto più danni in queste alluvioni in Emilia-Romagna.

«Alle 5 di mattina l’acqua ha spalancato la porta della casa di un mio amico: non è più riuscito a chiuderla», dice Ricciotti Trerè, che abita a Ravenna ma ha una casa a Traversara, anche questa allagata. «Sarebbe dovuto venire a cena a casa mia, ma mi sa che non ci riuscirà», dice scherzando mentre guarda da lontano il centro abitato diventato inagibile. L’amico di cui parla ha due appartamenti al piano terra e uno all’ultimo piano in una casa nel centro del borgo: dopo l’arrivo dell’acqua è salito in quello più in alto, ed è rimasto bloccato lì.

Vigili del fuoco mettono in acqua il gommone a Traversara (Valentina Lovato/Il Post)

È la prima volta che Traversata si allaga completamente: nelle ultime due alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna, entrambe nel maggio del 2023, il Lamone era tracimato senza fare grossi danni. «Non abbiamo mai visto una cosa del genere, e nemmeno questa volta ce la aspettavamo», dice Trerè. Mercoledì sera la protezione civile ha chiamato i residenti per invitarli ad andarsene o a salire ai piani alti delle case. In pochi però hanno seguito le indicazioni, pensando che le piogge sarebbero state meno intense e che gli argini del Lamone avrebbero retto.

La casa di Alessandro Orlando, un residente, è stata completamente allagata. I pavimenti sono ricoperti da dieci centimetri di fango e quando si percorre il vialetto esterno che porta all’abitazione le gambe sprofondano fino a metà polpaccio. «L’anno scorso è toccato ad alcuni conoscenti, ora a me», dice mentre raccoglie gli oggetti che galleggiano sul pavimento del salotto. Mercoledì sera, dopo aver ricevuto l’indicazione di evacuare, Orlando era andato a casa di amici e giovedì pomeriggio è tornato per recuperare alcuni vestiti e altre cose utili. «Cosa devo fare? Finché è allagato, è tutto inutile», dice mentre mette in una valigia le poche cose rimaste asciutte.

L’interno di una casa di Traversara (Valentina Lovato/Il Post)

Nel 2023 il Lamone era esondato a Boncellino, un’altra frazione di Bagnacavallo circa 5 chilometri a sud-ovest di Traversara, e quindi l’acqua si era riversata altrove. Nell’ultimo anno e mezzo gli argini sono stati ricostruiti e rafforzati nei punti in cui avevano ceduto, ma non lungo il resto del fiume: ora sono crollati in un altro tratto che l’ultima volta non era stato particolarmente problematico. «I lavori li hanno fatti, e hanno anche tenuto», dice Trerè.

I residenti sfollati non sanno ancora cosa succederà una volta finita l’emergenza. Dopo le alluvioni di maggio del 2023 i comuni, la Regione e il governo avevano avviato un esteso sistema di rimborsi per gli abitanti e le attività commerciali danneggiate, ma i fondi sono stati erogati a rilento e in molti casi sono stati insufficienti a coprire le spese. Non si sa ancora se le autorità attiveranno strumenti simili anche questa volta.

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Alcuni degli sfollati di Traversara sono stati portati nel centro di accoglienza di Lugo, un comune a circa 6 chilometri di distanza. Nel 2023 Lugo era stata quasi completamente allagata, ma quest’anno sembra che stia andando meglio: giovedì sera alcune strade del centro erano state chiuse al traffico, ma altre zone risultavano agibili. La città sta però ancora aspettando di capire l’entità dei danni, dato che il fiume Senio è esondato nella vicina Cotignola e per tutta la giornata di giovedì l’acqua ha continuato ad avanzare lentamente verso Lugo. Anche in questo caso gli argini si sono rotti in punti diversi rispetto allo scorso anno, che non erano stati rafforzati.

«La situazione è complessa: le persone sono spaventate e molto arrabbiate», dice Mariangela Baroni, dell’ufficio stampa dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. «Siamo tutti scottati, stiamo ancora seguendo le procedure di rimborso e ripristino delle nostre abitazioni» legate ai danni delle alluvioni di maggio, dice. «Alcuni abitanti avevano finito i lavori questa estate: ci troviamo a ricominciare da capo, dopo un evento che non avremmo mai più dovuto vedere nella nostra vita».

Una via di Traversara (Valentina Lovato/Il Post)

In due giorni l’amministrazione di Lugo ha allestito tre diversi centri di accoglienza per gli sfollati, uno dopo l’altro: prima al Pala Sabin, poi al Pala Lumagni e infine nella scuola media Francesco Baracca. Gli ospiti sono quindi stati trasferiti in tre diverse strutture, a causa dei continui cambiamenti nelle previsioni e nello stato dei fiumi e degli argini. Secondo l’assessore all’Ambiente e ai Servizi Sociali Fausto Bordini, la scuola è la struttura più adatta a rispondere alle esigenze di accoglienza, dato che ci sono spazi comuni come la mensa o i corridoi, in cui si può socializzare e passare il tempo.

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Le due palestre dell’istituto sono state riempite di brandine fornite dal ministero dell’Interno, dalla Regione e dalla Protezione civile, ma giovedì sera c’è appena qualche decina di ospiti, in gran parte anziani. Alcuni hanno portato con sé gli animali domestici, il clima è tutto sommato sereno e Bordini ha detto che non ci sono stati grossi problemi nella gestione degli ospiti. «Qui stiamo bene: quasi quasi resto qui due settimane, poi me ne torno a casa», dice scherzando una signora dalla sua branda. Venerdì mattina l’acqua esondata dal Senio dovrebbe smettere di avanzare a Lugo, e la città potrà avere un’idea effettiva dei danni provocati dalle alluvioni.