La commissione elettorale della Georgia ha deciso che i voti alle elezioni presidenziali dovranno essere contati anche a mano

Una scrutatrice in un seggio ad Atlanta, il 3 novembre del 2020 (John Spink/ Atlanta Journal-Constitution via AP)
Una scrutatrice in un seggio ad Atlanta, il 3 novembre del 2020 (John Spink/ Atlanta Journal-Constitution via AP)

La commissione elettorale della Georgia, negli Stati Uniti, ha deciso che i voti espressi alle elezioni presidenziali del prossimo novembre dovranno essere contati non solo attraverso le apposite macchine, ma anche a mano: la commissione, a maggioranza conservatrice, lo ha stabilito venerdì con 3 voti favorevoli e due contrari. Secondo i critici il conteggio manuale rischia di ritardare notevolmente lo spoglio e di creare caos, soprattutto visto che la Georgia è considerata uno di quegli stati in bilico, dove non è chiaro se la maggior parte delle preferenze andrà alla candidata dei Democratici Kamala Harris, l’attuale vicepresidente, oppure a quello dei Repubblicani, l’ex presidente statunitense Donald Trump.

La misura è solo l’ultima tra quelle tendenti verso destra che negli ultimi mesi sono state approvate dalla commissione, e faceva parte di una decina di provvedimenti presi in esame, tra cui quello che prevede di estendere l’accesso ai seggi agli osservatori elettorali del partito. Ma soprattutto riguarda una delle teorie del complotto che vengono ciclicamente riprese dai sostenitori di Trump: quella secondo cui l’azienda informatica Dominion Voting Systems, che produce hardware e software per il voto elettronico, avrebbe preso parte a una frode elettorale per favorire Joe Biden nelle elezioni presidenziali del 2020, danneggiando appunto il presidente uscente Trump.

Giovedì, il giorno prima del voto, l’ufficio del procuratore generale della Georgia aveva detto che decidere in merito alle regole elettorali «molto probabilmente andava oltre» l’autorità della commissione. Per Janelle King, una delle tre persone che hanno votato in favore, con il conteggio manuale lo spoglio dei voti sarebbe più trasparente. C’è tuttavia chi ha contestato l’approvazione di modifiche al procedimento elettorale a soli 46 giorni dalle elezioni, sostenendo che minaccerebbero l’integrità del voto.

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