Il fumo causato da un bombardamento israeliano su Khiyam, città libanese di confine, il 19 settembre (EPA)

I nuovi attacchi di Israele in Libano, subito dopo il discorso del capo di Hezbollah

L'esercito israeliano ha detto di aver distrutto un centinaio di postazioni di lancio del gruppo, che a sua volta ha sparato droni e razzi

Caricamento player

Giovedì sera l’esercito israeliano ha condotto uno dei più grandi bombardamenti sul sud del Libano dall’inizio dell’invasione della Striscia di Gaza: sono stati compiuti a poche ore dal discorso in cui il leader del gruppo libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva definito una «dichiarazione di guerra» gli attacchi esplosivi compiuti da Israele nel paese nei giorni scorsi, in cui sono state uccise 37 persone e ferite migliaia e aveva promesso una «ritorsione», senza specificarne le modalità. Dopo le 21 locali (le 20 italiane) i caccia israeliani hanno colpito 52 obiettivi, distruggendo un centinaio di postazioni di lancio di Hezbollah, che oltre a essere un potente gruppo paramilitare è anche un partito politico.

Come negli attacchi precedenti, l’esercito israeliano ha detto di aver distrutto le postazioni di lancio prima che da queste venissero lanciati razzi verso Israele. Gli attacchi erano iniziati nel pomeriggio e durante il discorso di Nasrallah si erano sentiti forti boati in sottofondo: alcuni aerei militari israeliani stavano sorvolando a bassa quota la capitale Beirut a velocità supersoniche. In quel momento non si conosceva l’intensità dell’attacco israeliano, che si è intensificato in serata: le autorità libanesi non hanno finora riferito di morti.

Il bombardamento sembra essersi concentrato su obiettivi militari, come depositi di armi e postazioni di lancio, dove c’era un migliaio di razzi. Anche Hezbollah ha attaccato Israele: ha detto di aver compiuto 17 attacchi contro il nord del paese. Il sindaco della città israeliana di Metulla, David Azoulay, ha detto che i razzi hanno colpito alcune case e causato un incendio, facendo gravi danni. Inoltre due soldati sono stati uccisi e 9 sono stati feriti da un drone e due missili anticarro lanciati da Hezbollah oltre il confine.

Giovedì il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha detto che gli attacchi contro Hezbollah continueranno: «Il nostro obiettivo è consentire il ritorno degli abitanti delle città del nord nelle loro case. Hezbollah pagherà un prezzo sempre più alto». Dall’inizio del conflitto, più di 160mila tra israeliani e libanesi hanno lasciato i centri urbani di confine, su cui si sono concentrati gli attacchi. Il governo degli Stati Uniti ha espresso «preoccupazione per una potenziale escalation» e auspicato una soluzione diplomatica, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.

Giovedì sera il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha ripetuto l’invito ai cittadini del Regno Unito di lasciare il Libano, perché «la tensione è alta e la situazione potrebbe deteriorarsi rapidamente». Il presidente francese Emmanuel Macron invece ha parlato al telefono con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e con alcuni leader politici e militari libanesi. In un messaggio pubblicato sui social, Macron ha detto che «la guerra va evitata» e che la Francia è «al fianco» della popolazione libanese.

Venerdì il Consiglio di sicurezza dell’ONU si riunirà per parlare degli attacchi non convenzionali di martedì e mercoledì, in cui sono esplosi prima i cercapersone e poi i walkie-talkie. Il primo ministro libanese Najib Mikati ha chiesto di fermare la «guerra tecnologica» di Israele, che – come sempre – non ha né confermato né smentito ufficialmente di aver compiuto gli attacchi, anche se lo hanno confermato ai media molte fonti anonime dentro ai servizi d’intelligence.

– Leggi anche: Cosa vuole ottenere Israele con gli attacchi esplosivi in Libano?

Continua sul Post