Oxford Street vista da un autobus a due piani, il 15 agosto 2023 (Dan Kitwood/Getty Images)

Il dibattito sulla pedonalizzazione di Oxford Street a Londra

Il sindaco Sadiq Khan ci sta riprovando e stavolta ha buone possibilità di riuscirci

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Martedì il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha annunciato un nuovo piano per rendere completamente pedonale Oxford Street, la più famosa e frequentata via dello shopping di Londra e quindi del Regno Unito. Khan ci aveva già provato nel 2017, durante il suo primo mandato da sindaco (è al terzo consecutivo). La principale novità è che, a differenza di allora, il Partito Laburista di cui Khan fa parte controlla il governo nazionale e quello locale, dove ha la maggioranza sia nell’assemblea della capitale sia in quella del borough di Westminster, uno dei municipi più centrali dei 32 di Londra, che per ragioni storiche ha anche lo status di città, in cui si trova Oxford Street. Ci sono insomma buone possibilità che stavolta Khan riesca a far approvare il piano.

Fin dagli anni Sessanta si parla di ridurre il traffico a Oxford Street: il primo a proporre la pedonalizzazione fu nel 2004 il candidato sindaco dei Liberal-democratici, Simon Hughes. Da allora il traffico è stato limitato ai soli autobus e taxi.

Il piano di Khan, che è stato comunicato poco prima dell’annuncio ai consiglieri distrettuali, è stato subito criticato dai Conservatori, che amministravano il municipio di Westminster quando nel 2018 quest’ultimo bocciò la precedente proposta del sindaco. La pedonalizzazione riguarderà inizialmente il tratto della strada compreso tra le fermate della metropolitana di Marble Arch e Oxford Circus – cioè circa 1,1 chilometri su 1,9 totali – ma in un secondo momento verrà estesa fino all’incrocio con Tottenham Court Road.

Khan non ha ancora indicato i tempi, ma i media britannici ritengono che il primo tratto possa diventare pedonale entro il 2027. Il progetto costerà circa 150 milioni di sterline (178 milioni di euro), una parte dei quali verrà chiesta ai gestori dei negozi e delle attività della via, e prevede una riqualificazione con fontane, aiuole, alberi e panchine. La chiusura al traffico comporterà la deviazione di una quindicina di linee di autobus, e questo è uno dei punti più criticati del piano: «Una pedonalizzazione completa renderà estremamente difficile spostarsi in sicurezza e autonomamente per le persone disabili, in particolare per quelle con difficoltà motorie», ha detto al Telegraph Laura Vicinanza, una portavoce della ong Inclusion London.

Al momento la circolazione di mezzi pubblici, taxi e anche biciclette non è comunque consentita tutto il giorno, ma dalle 7 del mattino alle 7 di sera.

Le altre critiche al piano sono soprattutto politiche. Nell’ultima fase dei loro 14 anni al governo, i Conservatori si erano infatti spostati a destra anche sui temi ambientali e l’allora primo ministro Rishi Sunak si era messo – così diceva – a difendere gli automobilisti da una presunta ostilità ideologica dei Laburisti. Il partito risente ancora di questo posizionamento, che non ha funzionato alle elezioni di luglio, e anche i media di orientamento conservatore si sono concentrati sul sostenere che, allontanando i percorsi bus e taxi, meno gente andrà a Oxford Street e così continuerà il “declino” della via, dove l’anno scorso ci sono stati alcuni problemi di sicurezza.

È vero che il distretto sta uscendo da un periodo complicato, anche se per ragioni diverse. Come in altre zone dello shopping di altre grandi città europee, anche in Oxford Street diversi negozi non avevano riaperto dopo la pandemia da Covid-19. All’inizio di quest’anno risultava vuoto il 9,3 per cento degli spazi, un miglioramento rispetto al 15,6 per cento del 2023. Inizialmente molti dei negozi vuoti erano stati sostituiti da punti vendita di caramelle, di souvenir o di riparazione degli smartphone. La cosa era stata vissuta con una certa insofferenza da parte degli operatori tradizionali, che reputavano queste attività dannose all’immagine della via, specie dopo che alcune di queste catene di negozi erano state oggetto di sequestri e indagini per riciclaggio.

Oxford Street a Londra, il 17 settembre (AP Photo/Kin Cheung)

Finita la pandemia, in media circa mezzo milione di persone è tornato a visitare la via ogni giorno. Il municipio di Westminster, a sua volta, aveva lavorato a un piano di riqualificazione da 90 milioni di sterline (quasi 107 milioni di euro), cofinanziato per metà dalla New West End Company, cioè l’associazione di categoria dei proprietari e dei gestori dei negozi di Oxford Street. Questo piano prevedeva di cambiare l’illuminazione, installare nuove panchine e creare 64 nuovi attraversamenti pedonali, mantenendo però la presenza degli autobus.

Un’altra delle critiche a Khan è che il suo progetto, per quanto più ambizioso e in continuità con quello del 2017, abbia scavalcato quello proposto dal municipio. È difficile che il consiglio di Westminster si metta di traverso, perché come detto i Laburisti hanno la maggioranza. Il presidente del consiglio, Stuart Love, però ha ricordato che lui e i colleghi avevano lavorato per due anni al piano: gli uffici del sindaco, ha raccontato, li hanno informati del nuovo piano solo giovedì scorso, cioè meno di una settimana prima che venisse presentato.

Martedì Khan ha visitato la zona insieme alla vice prima ministra, Angela Rayner. Il governo Laburista autorizzerà l’istituzione di una mayoral development area cioè un ente speciale, gestito dal sindaco, a cui farà capo il progetto di rigenerazione urbana. È un provvedimento che in sostanza darà a Khan maggiori poteri per realizzarlo. Il piano verrà ora sottoposto a una consultazione pubblica e dovrà essere infine approvato dall’assemblea di Londra, che ha principalmente poteri di supervisione sull’operato del sindaco: anche qui i Laburisti hanno la maggioranza dei seggi e potranno contare sul sostegno di Verdi e Liberal-democratici.

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