Perché le montagne russe si chiamano così
Anche se in realtà furono inventate in Francia
Le prime montagne russe con una struttura simile a quella che conosciamo oggi risalgono alla Francia di inizio Ottocento. Il loro nome però deriva dal fatto che riprendevano per molti versi un’attrazione molto popolare in Russia: secondo le ricostruzioni più condivise, infatti, si ispiravano ai grossi scivoli coperti di neve e ghiaccio con cui le persone si intrattenevano d’inverno e durante le feste di inizio primavera.
Lo storico e appassionato di montagne russe Robert Cartmell ha spiegato al sito Atlas Obscura che in Russia questi scivoli o “montagne di ghiaccio” si diffusero già a partire dal Quattrocento, in particolare nelle città vicine ai fiumi. Il paragone più immediato è quello con i grossi scivoli a balzi che di tanto in tanto si trovano nei parchi acquatici. Funzionavano in maniera molto semplice: avevano una struttura di legno alta anche venti metri, a cui era attaccato uno scivolo lungo anche più di 150 che terminava in corrispondenza di un cumulo di sabbia, per attutire l’arrivo. Una volta sulla sommità, si saliva su piccole slitte di legno oppure dentro a grossi blocchi di ghiaccio scavati e ci si lasciava scivolare.
Durante il regno di Anna I di Russia (1730-1740) la moglie di un diplomatico inglese inviato nel paese lo definì «un nuovo passatempo» praticato «dalle signore e dai signori della corte», che faceva andare a una velocità tale che il termine più appropriato per parlarne era «volare». Gli scivoli potevano intimorire per il rischio di farsi male o di finire in posizioni indecenti, racconta sempre nella lettera Jane Vigor, nota anche come Lady Rondeau: ogni tanto capitava che qualcosa andasse storto e che le slitte si ribaltassero o si scontrassero, ma era una cosa che faceva ridere tutti i presenti.
Robert Coker, autore di un libro dedicato alle montagne russe, ha raccontato che questi scivoli di ghiaccio erano popolari soprattutto nell’aristocrazia russa, tanto che nel 1754 l’imperatrice Caterina II (Caterina la Grande) ne volle uno nel giardino della residenza reale a San Pietroburgo, mentre altre persone importanti se ne fecero costruire anche al chiuso, sostituendo il ghiaccio con acqua saponata.
L’ipotesi più diffusa è che questo passatempo avesse affascinato i soldati francesi impegnati nelle guerre napoleoniche, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, e che quindi furono loro a importare l’idea in Europa. Visto che in Francia il clima era più mite rispetto alla Russia, dapprima vennero costruiti scivoli ricoperti di cera. Poi nel 1812 nel quartiere Belleville di Parigi furono costruite “Les Montagnes Russes”, le prime con carrelli fissati alla pista attraverso un’asse che scorreva lungo un percorso tracciato con dei solchi.
Nel 1817 sempre nella capitale francese fu la volta delle “Promenades Aériennes”, o passeggiate aeree, le prime montagne russe con ruote montate su rotaie, in modo da garantire più controllo e velocità. Il percorso aveva anche due grosse curve e un sistema centrale per riportare i carrelli verso la parte più alta della struttura. L’attrazione piacque molto anche in Francia, dove negli anni successivi se ne contavano sette.
Verso la fine del secolo le montagne russe arrivarono anche negli Stati Uniti. Quella che è considerata la prima giostra del tipo nel paese è la Mauch Chunk Switchback Railway, che era stata ricavata da una vecchia rotaia per il trasporto del carbone nella parte orientale della Pennsylvania. Aprì attorno al 1850 ed era pensata più che altro per giri panoramici: negli anni successivi strutture simili diventarono però le attrazioni principali nei parchi divertimento, come quello di Coney Island a New York, dove nel 1884 fu inaugurata la Gravity Switchback Railway.
Le prime montagne russe in Italia invece furono installate a Genova nel 1892 in occasione dell’Esposizione italo-americana, l’evento organizzato per i 400 anni della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Il fatto che in italiano si sentano chiamare anche “ottovolante” potrebbe derivare dalla forma dei loro circuiti, che inizialmente ricordava quella di un 8, o da un presunto tedesco di nome Otto che avrebbe contribuito a diffonderle in Italia.
Negli anni Venti in tutti gli Stati Uniti c’erano circa 2mila montagne russe, ma con la Grande depressione e la Seconda guerra mondiale molte furono distrutte o abbandonate. Tornarono di moda dalla fine degli anni Sessanta, soprattutto grazie al grande successo di una delle giostre di Disneyland in California, ha spiegato Coker.
Con nuovi materiali e nuove tecnologie nei decenni seguenti le montagne russe sono diventate sempre più elaborate e veloci, tornando a essere tra le attrazioni più apprezzate nei parchi divertimento in tutto il mondo. Negli Stati Uniti ne vengono usate ancora alcune di legno costruite a inizio Novecento, come il Cyclone, sempre a Coney Island, e negli ultimi anni architetti e ingegneri hanno anche cominciato a progettare versioni moderne di montagne russe fatte in quel materiale. Curiosamente in Russia le montagne russe così come le conosciamo oggi si chiamano invece montagne americane (o Amerikanskije Gorki).
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