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  • Giovedì 19 settembre 2024

Le gravi alluvioni in Emilia-Romagna

Le piogge intense hanno causato frane e allagamenti soprattutto in provincia di Ravenna e Bologna: ci sono due persone disperse e più di mille sfollate

Le operazioni di soccorso a Bagnacavallo, allagata dopo la rottura dell'argine del fiume Lamone, 19 settembre 2024 (Ansa/Fabrizio Zani)
Le operazioni di soccorso a Bagnacavallo, allagata dopo la rottura dell'argine del fiume Lamone, 19 settembre 2024 (Ansa/Fabrizio Zani)
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Nella notte tra mercoledì e giovedì la tempesta Boris ha portato piogge intense e creato disagi in diverse parti dell’Emilia-Romagna, soprattutto nel bolognese e in provincia di Ravenna, dove ci sono centinaia di persone sfollate e due risultano disperse, nel comune di Bagnacavallo. Al momento sono in corso centinaia di interventi dei vigili del fuoco per gestire gli edifici allagati e rimuovere gli alberi caduti, e sul posto sono arrivati anche gli elicotteri dell’esercito e dell’Aeronautica militare. Nel programma Radio anch’io di Rai Radio 1, la presidente regionale Irene Priolo ha detto che la quantità di pioggia caduta nelle ultime ore è paragonabile e in alcuni casi superiore a quella delle gravi alluvioni del maggio del 2023.

Negli ultimi giorni la tempesta aveva già causato grosse inondazioni e la morte di una ventina di persone nell’Europa centrale: adesso le forti piogge hanno provocato esondazioni, allagamenti e frane in diverse zone della regione, dove da mercoledì era in vigore l’allerta rossa per il maltempo, il livello più alto. Tra i comuni coinvolti ci sono Faenza e Castel Bolognese, che avevano già subìto gravi danni a causa delle inondazioni dell’anno scorso.

A Faenza è straripato il fiume Lamone, che ha allagato alcune campagne a sud della città, mentre il sindaco Massimo Isola ha detto che il torrente Marzeno ha causato inondazioni e disagi nella zona intorno a via Cimatti, sempre a sud-est: lì l’acqua alta è arrivata a «un metro e mezzo-due», ha detto Isola, e una decina di persone ha lasciato la propria abitazione con l’aiuto dei vigili del fuoco. Giovedì mattina sono cominciati gli interventi della Protezione Civile sia nelle zone dove si sono verificate criticità nel sistema fognario, sia in quelle allagate dall’esondazione del Marzeno; il Comune invece sta coordinando lo svuotamento di cantine e altri locali riempiti da acqua e fango.

«Siamo molto distanti dall’evento impattante dell’anno scorso» perché in città il Lamone «non ha creato problemi», pur avendo continuato a riempirsi a valle, ha detto giovedì mattina Priolo. A Castel Bolognese, a pochi chilometri da lì, è straripato il Senio, provocando inondazioni che si stanno avvicinando al centro. Sempre a causa dell’esondazione del Lamone ci sono stati allagamenti anche a Bagnacavallo, dove stando a quanto riferito dal viceministro dei Trasporti Galeazzo Bignami, che ha citato come fonte il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, si stanno cercando due persone disperse a causa del crollo del tetto di un edificio su cui si erano rifugiate.

Sempre a Bagnacavallo, i vigili del fuoco stanno svolgendo delle operazioni di evacuazione con due elicotteri per recuperare alcune persone rimaste bloccate sui tetti. Due rotture dell’argine del fiume Montone hanno provocato l’allagamento di vari edifici nella frazione di Villanova. A Villa Minozzo, in provincia di Reggio Emilia, la strada comunale Deusi-Secchio è stata chiusa a causa di una frana.

Il Comune di Lugo, che nel 2023 era stata una delle località più colpite dalle alluvioni, ha fatto sapere che una rottura nell’argine del Senio rischia di causare inondazioni e disagi in diverse zone: per questo giovedì mattina è stata ordinata l’evacuazione di tutte le abitazioni del territorio con il solo piano terra, mentre al resto della popolazione è stato raccomandato di portarsi ai piani alti, con beni di prima necessità, cellulare e caricabatterie.

Un operatore a Faenza, 19 settembre (Fabrizio Zani/ LaPresse)

Al momento non risultano feriti, ma in tutta la regione ci sono oltre mille sfollati, che hanno passato la notte nei centri di accoglienza predisposti dai vari Comuni. La prefettura di Ravenna ha comunicato che in provincia sono state evacuate circa 800 persone, tra cui 130 a Brisighella, dove ci sono state frane su varie strade. «Non ci avviciniamo assolutamente ai numeri dello scorso anno», ha comunque commentato Priolo, ricordando che durante le alluvioni del 2023 erano stati circa 45mila.

Le forti piogge hanno creato disagi anche nelle province di Bologna, Forlì-Cesena e Rimini. Mercoledì sera il Comune di Bologna aveva disposto l’evacuazione di diversi edifici a causa dell’innalzamento delle acque del torrente Savena, che scorre nella parte orientale della città, e nella notte è stata diffusa un’allerta anche per il livello delle acque del Ravone, che attraversa il centro. Il Comune ha detto che il Ravone è tornato a livelli che non destano preoccupazione, e in serata ha dato il permesso alle circa sessanta persone evacuate di tornare a casa.

Nel bolognese ci sono state varie frane e hanno dovuto lasciare le loro case 165 persone, 120 delle quali a Budrio. Altre decine di persone sono state evacuate a Loiano, Fontanelice, Molinella, Monterenzio, Imola, Castel Maggiore e Castel San Pietro Terme.

A Rimini le mareggiate hanno allagato alcuni stabilimenti balneari, mentre a Forlì sono state evacuate 14 persone che erano ospiti in una RSA. A Modigliana, in provincia di Forlì-Cesena, diversi edifici sono stati allagati a causa dell’esondazione del torrente Tramazzo, che passa attraverso il centro storico: in base alle prime misurazioni il livello delle acque del fiume ha superato quello registrato durante le alluvioni del maggio del 2023. Il sindaco, Jader Dardi, ha detto che la situazione di Modigliana rischia di essere ancora più grave rispetto a quella dell’anno scorso.

In tutta la provincia di Bologna ci sono strade e ponti chiusi o percorribili con limitazioni, come anche in altre zone della regione. A causa del maltempo la circolazione ferroviaria è ancora sospesa tra Ravenna e Castel Bolognese e tra Ravenna e Ferrara. È invece ripresa tra Forlì e Faenza e tra Ravenna e Faenza. Diversi treni ad alta velocità sono stati cancellati oppure hanno subìto modifiche al percorso.

Una palestra attrezzata per accogliere le persone sfollate a Faenza (Fabrizio Zani/ LaPresse)

In seguito all’allerta rossa Priolo aveva disposto per giovedì la chiusura delle scuole nelle province di Bologna, Ravenna (dove le scuole rimarranno chiuse anche domani), Forlì-Cesena e Rimini. Il sindaco di Faenza ha fatto sapere che, dopo una riunione con il prefetto e altri sindaci della provincia, le scuole di ogni ordine e grado nel comune resteranno chiuse anche venerdì 20 settembre; saranno chiusi anche i servizi educativi per l’infanzia, quelli pre e doposcuola, i centri di formazione professionale, le sedi universitarie e i centri di aggregazione giovanile. Venerdì scuole e servizi educativi, ma anche biblioteche, impianti sportivi, mercati e cimiteri, saranno chiusi anche nei nove Comuni della Bassa Romagna, che comprendono tra gli altri Lugo e Bagnacavallo. A Bologna invece riapriranno.

In vista delle piogge intense attese per mercoledì e giovedì, sono state mobilitate trenta squadre della Protezione Civile provenienti da Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana e dalla Provincia autonoma di Trento. Nelle prossime ore la situazione dovrebbe migliorare, ma nel frattempo sindaci e autorità locali hanno chiesto alle persone di restare ai piani alti delle case, evitare gli spostamenti non necessari e, quando possibile, ricorrere allo smart working.

Per venerdì è ancora prevista l’allerta rossa per i rischi collegati alle piogge intense per tutta la Romagna e per buona parte del bolognese, mentre è in vigore quella arancione per altre aree dell’Emilia-Romagna e delle Marche, in particolare nella zona di Ancona e nel pesarese, dove ci sono state alcune frane, sono esondati i torrenti Aspio e Arzilla e sono stati segnalati alcuni allagamenti.

– Leggi anche: Cosa aspettarsi dalla tempesta Boris in Emilia-Romagna e Marche