Il governo colombiano ha sospeso i colloqui di pace con l’ELN, uno dei più grossi gruppi armati ancora attivi nel paese
Mercoledì il governo della Colombia ha annunciato la sospensione dei colloqui di pace con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), il più importante gruppo armato rivoluzionario ancora attivo nel paese. Il presidente colombiano Gustavo Petro, insediatosi nel 2022 e a sua volta ex membro di un gruppo rivoluzionario attivo negli anni Settanta e Ottanta, aveva promesso in campagna elettorale di portare a compimento il processo di pace con i gruppi armati ancora attivi nel paese: con l’ELN aveva inizialmente trovato un accordo per un cessate il fuoco di un anno, terminato ad agosto, ma poi le trattative si sono bloccate.
L’Esercito di Liberazione Nazionale è un gruppo di guerriglieri marxisti-leninisti con circa 3.500 membri: fondato negli anni Sessanta da sindacalisti e universitari, è considerato il più grande dei gruppi armati di sinistra ancora attivi in Colombia ed è accusato di finanziarsi tramite rapimenti, operazioni minerarie illegali e traffico di stupefacenti. La sospensione dei colloqui di pace è dovuta a un attacco compiuto martedì in cui dei razzi artigianali sono stati lanciati contro dei soldati, uccidendone due e ferendone 26. L’esercito lo ha attribuito all’ELN, ma nessun gruppo lo ha rivendicato. Il governo ha detto che le trattative di pace potranno riprendere solo con «una manifestazione inequivocabile della volontà di pace dell’ELN».
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