Il governo ha approvato in via definitiva la parziale privatizzazione di Poste Italiane

Giorgia Meloni interviene a un evento di Poste Italiane a Roma, il 30 gennaio 2023 (Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse)
Giorgia Meloni interviene a un evento di Poste Italiane a Roma, il 30 gennaio 2023 (Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse)

Martedì il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto che regolamenta la privatizzazione di una quota di Poste Italiane posseduta dallo Stato: il decreto era stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 25 gennaio scorso, e aveva successivamente ottenuto il parere favorevole di tutte le commissioni competenti alla Camera e al Senato.

Prevede che lo Stato italiano mantenga comunque più del 50 per cento della società: in questa percentuale è compresa sia la parte del capitale sociale detenuta dal ministero dell’Economia, che attualmente ha il 29,26, sia quella di Cassa depositi e prestiti – società pubblica che gestisce i risparmi postali degli italiani e che è controllata dal ministero stesso – che ha il 35 per cento di Poste Italiane. Inizialmente era circolata una bozza del decreto che conteneva una clausola secondo cui la partecipazione dello Stato al capitale di Poste Italiane non dovesse scendere al di sotto del 35 per cento complessivo, ma dopo molte polemiche politiche il governo ha deciso di alzare la soglia al 50 per cento.