A Enna l’acqua c’è solo ogni sei giorni
Viene razionata a causa della siccità che in Sicilia va avanti da un anno e mezzo, e le persone del posto hanno cominciato a protestare
La crisi idrica in corso da ormai più di un anno e mezzo in Sicilia sta avendo conseguenze molto dure per gli abitanti di Enna, nella parte centrale della regione: già da giugno l’acqua veniva razionata in tutta la provincia, e adesso nel capoluogo c’è solo ogni sei giorni. La Sicilia è abituata ad affrontare lunghi periodi di siccità, ma per gli abitanti la situazione è diventata insostenibile: alla notizia dell’ultimo provvedimento ci sono state proteste.
Enna ha circa 27mila abitanti e si trova su una dorsale montuosa a circa 930 metri di altitudine. È sostanzialmente divisa in due, la parte più antica si trova sull’altopiano e quella più moderna sul versante sud, più pianeggiante. Gli inverni sono freddi e le estati molto calde, con piogge concentrate perlopiù nei mesi invernali. Nelle vicinanze scorrono torrenti e corsi d’acqua che confluiscono in fiumi più grandi come il Simeto, che si riversa nel bacino artificiale di Pozzillo. Il lago più vicino alla città è quello di Pergusa, di origine carsica, mentre quello da cui arriva l’acqua che rifornisce la città è il bacino di Ancipa, nel parco dei Nebrodi, nel nord-est della provincia.
È proprio a causa della scarsità di acqua nel bacino di Ancipa che lo scorso 12 settembre le autorità locali hanno stabilito ulteriori razionamenti. Lunedì 16 la società privata che gestisce il servizio idrico in città, AcquaEnna, ha comunicato che nella parte bassa del comune l’erogazione dell’acqua verrà effettuata in due turni, ogni sei giorni: nella zona di Santa Lucia mercoledì 18 settembre da mezzanotte alle 8, e poi il 24 settembre, il 30 settembre e così via; nella contrada Ferrante sabato 21 settembre, sempre negli stessi orari, con la successiva erogazione il 27 settembre.
L’azienda ha spiegato che l’orario indicato si riferisce all’erogazione di acqua dai serbatoi, e non all’ora di effettivo arrivo alle singole case: a ogni modo gli abitanti del posto hanno segnalato vari disagi, e ci sono località in cui va anche peggio. Tra martedì e mercoledì AcquaEnna ha annunciato interruzioni o possibili disservizi per i comuni di Valguarnera e Nissoria, mentre nel centro abitato di Nicosia e a Gagliano Castelferrato l’acqua viene erogata ogni sette giorni.
In Sicilia non ci sono piogge regolari da tempo e le conseguenze della mancanza d’acqua sono evidenti anche in altre province: i laghi artificiali sono vuoti, molti fiumi sono in secca e gli agricoltori non riescono a irrigare i campi. A marzo la Regione aveva dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre di quest’anno, e il razionamento dell’acqua potabile in corso da mesi è arrivato a coinvolgere 2 dei 5 milioni di abitanti del territorio.
La crisi idrica insomma è un fenomeno noto da tempo, e secondo le persone del posto le autorità locali non hanno fatto abbastanza per limitarne le conseguenze. Dopo l’annuncio dei nuovi razionamenti, sabato mattina un gruppo di abitanti si è ritrovato davanti alla sede di AcquaEnna, dove alcuni di loro hanno strappato le bollette in segno di protesta. Le persone del posto dicono di pagare tariffe tra le più care d’Italia a fronte di un servizio che manca e che ha già notevoli problemi strutturali, come una rete idrica obsoleta, serbatoi insufficienti e collegamenti inadeguati; accusano inoltre gli enti coinvolti di non aver preso provvedimenti in tempo utile e chiedono la revoca dei razionamenti.
Come ha raccontato La Sicilia, c’è anche chi si domanda come mai venga utilizzata solo la diga di Ancipa, e non siano stati scavati nuovi pozzi o usati altri bacini, e chi sostiene che qualcuno si stia approfittando della crisi per rivendere a caro prezzo l’acqua dalle autobotti.
In seguito alla protesta di sabato un gruppo di cittadini ha creato un nuovo comitato, il Comitato Senz’acqua Enna, che ha incaricato un avvocato di preparare un esposto indirizzato alla procura, alla prefettura, al comune di Enna e a tutti gli enti coinvolti. Nel giro di poche ore la pagina Facebook del gruppo ha ottenuto quasi 4mila iscritti.
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