Il secolo scorsoio
Oggi esce in libreria "Novecento, il secolo scorso", il nuovo numero di Cose spiegate bene che racconta storie del Novecento italiano
L’undicesimo numero di Cose spiegate bene, la rivista del Post dedicata a spiegare approfonditamente singoli temi, si intitola Novecento, il secolo scorso, racconta episodi ed eventi del Novecento italiano e da oggi è disponibile in libreria.
Anche se è finito da quasi 25 anni, il Novecento continua a essere molto presente nel dibattito pubblico, ed è il secolo in cui si è formata l’identità italiana per come la conosciamo oggi, attraverso eventi grandi e piccoli. Le storie raccontate sono quelle degli avvenimenti storici maggiori, ricordate spesso nelle discussioni odierne, di cui a volte si è perso il significato, o si fatica a ricordare il reale svolgimento, o se ne ignorano particolari decisivi e affascinanti. Ma anche quelle di episodi apparentemente minori e pop, che hanno comunque contribuito a portare cambiamenti significativi nella società e nella cultura delle italiane e degli italiani.
Novecento, il secolo scorso è illustrato da Alessandro Baronciani, e contiene contributi di Chiara Alessi, Daria Bignardi, Claudio Giunta e Walter Veltroni.
Questo undicesimo numero di Cose spiegate bene può essere acquistato, oltre che nelle librerie, sul sito del Post (con spedizione gratuita) e nelle librerie online di Amazon, Feltrinelli e IBS. Questa è l’introduzione di Novecento, il secolo scorso scritta dal peraltro direttore del Post Luca Sofri, “Il secolo scorsoio”.
***
Intanto è un bel titolo, Novecento. Così bello che lo hanno già usato due grandi autori italiani per due loro opere. Ma è soprattutto un tempo che contiene tutti i criteri abituali che COSE Spiegate bene applica nelle scelte degli argomenti a cui dedicarsi: è qualcosa che è tuttora molto presente nelle discussioni private e pubbliche di tutti, ma di cui al tempo stesso conosciamo sempre meno, o perché non c’eravamo, o perché ci dimentichiamo le cose, o perché spesso non le abbiamo mai sapute del tutto.
Il Post lavora da sempre su quella cosa lì, quella che vi fa dire – prima di scegliere un documentario su Netflix, o di ascoltare una puntata di Indagini – «ah, ma questa storia la so già», salvo poi scoprire che quella storia è invece piena di pezzi che non sapevamo. E negli anni ci siamo accorti che quello che è successo in Italia nel secolo scorso – da cui ci separa ormai un quarto di secolo – è tuttora citato di continuo e compare in racconti, conversazioni, allusioni: e nel frattempo il paese è diventato vecchio, le cose si dimenticano, ma è diventato anche milioni di persone che non c’erano, a cui sono estranei quei riferimenti, e a cui si ripete di continuo e retoricamente quanto siano importanti la memoria, la conoscenza del passato, eccetera.
Il Novecento, con questo bel nome, sono soprattutto due Novecenti, per l’Italia. Quello fino al 1945 – a sua volta diviso tra la metà prefascista e la metà fascista – e quello repubblicano: in questo numero di COSE Spiegate bene ci siamo concentrati soprattutto sul secondo, quello che avremmo detto sia in maggiore continuità con l’Italia di oggi e con questo, di secolo, se non fosse che deprimenti continuità tornano a manifestarsi anche con il Novecento peggiore. Ma di testi che in questi anni hanno spiegato e raccontato il fascismo, e l’hanno messo in relazione con questi tempi, ne trovate molti in giro. Il «dopoguerra», fino al cambio di millennio, è un periodo che invece ancora sta tra la Storia e la cronaca, che ancora è raccontato con coinvolgimento e difficoltà di distacco da molti che lo hanno vissuto, e che trovate nei riferimenti ai fatti di cronaca, nelle discussioni politiche, nelle citazioni nostalgiche della cultura pop, nelle riproposizioni sempre più frequenti da parte del lavoro creativo: si è prodotto così tanto, nella cultura novecentesca, nella musica, nel cinema, nella tv, che quasi niente di quello che nasce oggi è esente da qualche eredità. Insomma, il Novecento ci somiglia, come certi nonni a certi nipoti, pur essendo tutta un’altra storia, come certi nonni con certi nipoti. Per questo bisogna sempre prendere un po’ con le molle le «lezioni del passato», e trattarle come ogni lezione: buone da imparare, utili da conoscere, pronti a liberarsene e ad avere il senso che il presente è tutta un’altra cosa e il futuro figuriamoci, e stare attenti a non farsene strangolare. Ma appunto, liberarsi del passato è meglio farlo con consapevolezza piuttosto che con ignoranza, decidendo di cosa liberarsi e di cosa no, e godendo comunque del piacere di conoscerle, le cose.
Puoi comprare Novecento, il secolo scorso sul sito del Post (con spedizione gratuita).