La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato una multa del 2019 da 1,49 miliardi di euro contro Google
Mercoledì la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato una multa da 1,49 miliardi di euro stabilita dalla Commissione europea contro Google nel marzo del 2019. Secondo la Commissione, Google aveva abusato della propria posizione dominante sul mercato, imponendo diverse restrizioni nei suoi contratti per quanto riguarda gli annunci pubblicitari mostrati nei siti che utilizzano Google come motore di ricerca interno. Queste pratiche, ritenute lesive della libera concorrenza, erano state portate avanti dall’azienda statunitense per oltre 10 anni e, sempre secondo la Commissione, avevano impedito ad altre società di competere alla pari, con danni per i loro affari e per i consumatori.
Google aveva fatto ricorso, dicendo che la decisione della Commissione era talmente sbagliata da essere «quasi criminale» e colma di «errori materiali». Il tribunale ha confermato che la Commissione nel 2019 non aveva effettivamente dimostrato in che modo quei contratti di Google avessero «scoraggiato l’innovazione, aiutato Google a mantenere e rafforzare la sua posizione dominante sui mercati nazionali della pubblicità, o danneggiato i consumatori».
La Commissione, ha spiegato la Corte, in questo caso «non ha tenuto conto dell’insieme delle circostanze pertinenti nella sua valutazione della durata delle clausole contrattuali che aveva qualificato come abusive». In sostanza, la Commissione non avrebbe sufficientemente dimostrato i vari punti che, messi insieme, avevano giustificato la multa: ovvero che le clausole dei contratti identificate costituissero un abuso di posizione dominante; che costituissero, messe insieme, una violazione unica e continuata; e che le clausole servissero a dissuadere i clienti dall’utilizzare intermediari pubblicitari concorrenti.