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  • Martedì 17 settembre 2024

Meta ha bloccato RT e altri media russi sulle sue piattaforme

Li ha accusati di agire per conto del governo russo: è probabile che c'entrino le interferenze nelle elezioni presidenziali statunitensi

Il logo di RT (Misha Friedman/Getty Images)
Il logo di RT (Misha Friedman/Getty Images)
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Lunedì Meta – la società che possiede tra le altre cose Facebook, Instagram e WhatsApp – ha bloccato diversi media statali russi su tutte le sue piattaforme. Tra questi ci sono soprattutto l’emittente di stato russa RT, precedentemente nota come Russia Today, Rossiya Segodnya, la principale agenzia di stampa russa. Meta ha motivato il blocco accusando questi media di fare operazioni di «interferenza» per conto del governo russo. Prima di lunedì, RT aveva 7,2 milioni di follower su Facebook e 1 milione di follower su Instagram: da lunedì le pagine dei media russi vietati non sono più raggiungibili.

Meta non ha specificato il tipo di interferenze di cui sono accusati i media russi in questione, ma è probabile che il blocco sia legato alle elezioni presidenziali statunitensi del prossimo 5 novembre. Pochi giorni fa infatti il governo degli Stati Uniti aveva accusato la Russia di aver cercato di interferire nella campagna elettorale attraverso una grande campagna di disinformazione sui social media per favorire il candidato Repubblicano Donald Trump, che rispetto alla candidata Democratica Kamala Harris è più scettico sul sostegno all’Ucraina invasa dalla Russia.

I dipartimenti di Giustizia, di Stato e del Tesoro avevano annunciato azioni coordinate per contrastare le presunte operazioni di interferenza della Russia. Tra le altre cose, il procuratore generale Merrick Garland aveva accusato due dipendenti di RT di aver pagato 10 milioni di dollari a un’azienda del Tennessee per creare e pubblicare sui social media video in lingua inglese con messaggi a favore degli interessi del governo russo, e in particolare sulla guerra in Ucraina.

Dell’azienda non è stato detto il nome, ma in base alle informazioni contenute nei documenti del dipartimento di Giustizia è possibile che si tratti di Tenet Media, una società che diffonde video e altri contenuti di orientamento conservatore a sostegno di Trump. Secondo le accuse, l’azienda in questione non avrebbe rivelato di essere stata finanziata da RT. 

La Russia era già stata accusata di aver provato a interferire nelle elezioni presidenziali del 2016, vinte da Donald Trump contro Hillary Clinton, con un’ampia campagna di disinformazione a favore di Trump condotta dalla Internet Research Agency (IRA). L’IRA aveva provato a interferire nelle elezioni presidenziali anche nel 2020, sempre per favorire Trump (che poi perse contro Joe Biden).

Nel 2016 Meta era stata accusata di aver permesso al governo russo di utilizzare Facebook e Instagram per pubblicare fake news che influenzassero l’esito delle elezioni. Da allora Meta aveva cancellato centinaia di account legati al governo russo, e preso diversi provvedimenti per limitare la circolazione di notizie false da parte dei media russi sulle sue piattaforme.

– Leggi anche: Gli Stati Uniti riprovano a bloccare la disinformazione russa sulle elezioni presidenziali