In Georgia è stata approvata la contestata legge per limitare i diritti delle persone LGBTQ+
Martedì il parlamento georgiano ha approvato per la terza volta, e quindi in via definitiva, la contestata legge per limitare i diritti delle persone LGBTQ+: era stata presentata a marzo da Sogno Georgiano, il partito al potere dal 2012. Tre le altre cose, la legge darà al governo il potere di vietare incontri pubblici e manifestazioni come il Pride, di esibire in pubblico bandiere arcobaleno (simbolo della comunità LGBTQ+), e di censurare libri e film. La legge è passata senza voti contrari: e questo perché l’opposizione sta boicottando i lavori parlamentari in seguito all’entrata in vigore della legge sugli “agenti stranieri”, contro cui questa primavera c’erano state grandi proteste.
È possibile che la presidente georgiana Salome Zourabichvili metterà il veto sulla legge, ma Sogno Georgiano ha comunque i voti in parlamento per respingerlo – come avvenuto proprio sulla legge sugli “agenti stranieri” a fine maggio. In Georgia la maggior parte della popolazione ha orientamento conservatore e la Chiesa ortodossa locale è ancora molto influente: la legge è uno dei vari tentativi del governo di aumentare i consensi da qui alle elezioni del 26 ottobre (Sogno Georgiano è comunque primo nei sondaggi, davanti all’opposizione divisa). «Questa legge è la cosa più terribile che potesse accadere alla comunità LGBT in Georgia», ha detto all’agenzia Reuters la direttrice del Pride di Tbilisi, Tamara Jakeli, secondo cui la sua organizzazione sarà ora costretta a interrompere le attività.