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  • Lunedì 16 settembre 2024

Perché la tempesta Boris sta facendo così tanti danni in Europa centrale

Almeno 16 persone sono morte in Romania, Repubblica Ceca, Polonia e Austria, a causa delle alluvioni provocate da una combinazione di fenomeni atmosferici diversi

Jesenik, Repubblica Ceca, 15 settembre 
(EPA/MARTIN DIVISEK/ansa)
Jesenik, Repubblica Ceca, 15 settembre (EPA/MARTIN DIVISEK/ansa)
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Le grandi alluvioni che stanno interessando vaste aree dell’Europa centrale, dalla Romania all’Austria, e che hanno causato la morte di almeno 16 persone, sono dovute a Boris, la tempesta che si è formata il 12 settembre e ha provocato l’esondazione di vari fiumi. Finora le zone con più danni sono la regione di confine tra la Polonia e la Repubblica Ceca, in particolare lungo il corso del fiume Oder, e la regione di Galati, Vaslui e Iasi, nell’est della Romania. Secondo le previsioni meteorologiche, le piogge continueranno fino alla fine della giornata del 16 settembre e potrebbero interessare anche la Slovacchia e l’Ungheria, lungo il corso del Danubio, e alcune zone della Germania meridionale e orientale, in particolare lungo l’Elba.

La tempesta Boris si è formata e ha raggiunto una forte intensità per via di due fenomeni atmosferici. Il primo è la mescolanza di aria fredda proveniente dal Nord Europa (la stessa che la scorsa settimana aveva fatto abbassare le temperature in Italia) e aria molto umida proveniente dal mar Mediterraneo e dal mar Nero, le cui temperature estive particolarmente alte hanno causato una forte evaporazione. Il secondo è un’area di bassa pressione – quella associata alle precipitazioni – che è rimasta bloccata sull’Europa centrale, perché era circondata sia a est che a ovest da zone di alta pressione.

Quindi da un lato le condizioni meteorologiche hanno causato una persistenza della tempesta sulle stesse aree, dall’altro le alte temperature delle settimane passate hanno favorito una particolare intensità delle precipitazioni. In molte delle regioni interessate dalla tempesta si parla delle peggiori alluvioni da almeno vent’anni.

In Romania le precipitazioni hanno fatto inondare i campi di circa 6mila aziende agricole – le alluvioni hanno interessato prevalentemente zone rurali – e più o meno 300 persone sono state evacuate. Delle 15 persone morte, 6 si trovavano in Romania.

La regione di confine tra la Polonia e la Repubblica Ceca, i Sudeti, è quella dove nel corso del fine settimana ci sono stati maggiori danni alle infrastrutture, con vari ponti collassati, e ai centri abitati. Tra le località più interessate ci sono le città ceche di Jeseník, che ha 12mila abitanti, Krnov e Český Těšín, che ne hanno circa 24mila ciascuna, e Opava dove a diecimila dei 56mila abitanti è stato raccomandato di spostarsi in zone meno esposte all’acqua. Krnov è stata quasi completamente allagata. Domenica 260mila abitazioni ceche erano rimaste senza corrente elettrica e il traffico era stato interrotto su molte strade, tra cui l’autostrada D1.

In Polonia è stata confermata la morte di cinque persone a causa delle alluvioni, ha riferito l’agenzia di stampa PAP. Per quanto riguarda la Repubblica Ceca per ora è stata confermata la morte di una sola persona, ma è probabile che nelle prossime ore il numero dei morti aumenterà. A Jeseník, dove ormai l’acqua si sta ritirando, tre persone sono state trascinate via dall’acqua. Complessivamente in Repubblica Ceca ci sono 7 dispersi.

La situazione è difficile soprattutto a Litovel, una città di circa 10mila persone 230 chilometri a est di Praga: circa il 70 per cento della città è allagato e sia le scuole che le strutture sanitarie sono state chiuse. Nel capoluogo della regione, Ostrava, si è dovuto chiudere una centrale elettrica e due impianti chimici.

Sono tuttora attese forti precipitazioni in varie città, tra cui Breslavia, la terza città più grande della Polonia (ha 600mila abitanti). Il sindaco Jacek Sutryk ha detto che ci si aspetta che il livello dell’Oder, il fiume che la attraversa, raggiunga il livello massimo mercoledì 18.

Anche nel nord-est dell’Austria ci sono stati dei danni a causa delle alluvioni e si prevede che la situazione possa peggiorare. Circa 1.100 case sono state evacuate. Un vigile del fuoco è morto mentre lavorava per rimuovere l’acqua di una cantina allagata nella città di Tulln; due uomini di 70 e 80 anni sono stati trovati annegati nelle proprie case. Il comune di Lilienfeld, attualmente isolato, ha detto ai suoi 25mila abitanti di bollire l’acqua di casa come precauzione.

Gran parte di Vienna è stata protetta dall’esondazione del Danubio grazie a un canale, il Donaukanal.