Il Mose si alzerà più spesso
Le paratoie che proteggono il centro di Venezia dall'acqua alta entreranno in funzione quando la marea supererà i 110 centimetri, e non più i 120
Il comitato tecnico amministrativo che gestisce il Mose di Venezia ha stabilito che il sistema di dighe mobili tra la laguna veneta e il mare Adriatico si alzerà quando la marea supererà i 110 centimetri, e non più i 120. Già lo scorso anno la soglia oltre la quale le dighe si muovono era stata abbassata da 130 a 120 centimetri. Considerato che negli ultimi anni è aumentata la frequenza delle alte maree, il sistema costruito per salvaguardare Venezia si alzerà più spesso rispetto a quanto fatto finora.
L’abbassamento del livello in cui entrerà in funzione il Mose è stato annunciato la scorsa settimana dalla commissaria straordinaria per il Mose, Elisabetta Spitz, dopo che lunedì scorso l’acqua alta ha raggiunto alcune zone del centro storico della città. L’innalzamento della marea è stato causato dal maltempo nelle regioni del Nord tra domenica e lunedì scorso.
L’acqua ha invaso soprattutto piazza San Marco, il punto più basso di Venezia: sono entrate in funzione le sirene di allarme, mentre non sono state posizionate le passerelle di legno che secondo il regolamento vengono messe a disposizione soltanto dal 15 settembre. La piazza è abituata a questi allagamenti, che non creano troppi disagi alle persone e ai turisti, ma sono un problema per gli edifici e in particolare per la basilica di San Marco, che lo scorso anno è stata protetta esternamente con un sistema di barriere in vetro.
L’abbassamento da 130 a 120 centimetri deciso lo scorso anno e da 120 a 110 approvato la scorsa settimana sono una risposta all’aumento dell’acqua alta, un fenomeno che si concentra prevalentemente tra l’autunno e l’inverno, ma che in presenza di condizioni atmosferiche particolari può avvenire anche in altre stagioni. Di solito quando il livello dell’acqua si attesta tra gli 80 e i 109 centimetri si parla di marea sostenuta, quando è compreso tra i 110 e i 139 centimetri si parla di marea molto sostenuta, e quando supera i 140 di alta marea eccezionale.
La marea è influenzata da due fattori, quello meteorologico e quello astronomico. Normalmente a Venezia il contributo più significativo alle maree è dato dal fattore astronomico, cioè l’attrazione della Luna e secondariamente anche del Sole che ciclicamente e regolarmente fanno alzare e abbassare il livello delle acque. A questa causa si aggiungono poi fattori meteorologici, come piogge intense o il vento di Scirocco proveniente dalla parte meridionale del mar Adriatico. Oltre a questi due fattori, ci sono altre due condizioni che hanno un effetto sul fenomeno dell’acqua alta: l’abbassamento del livello del suolo e l’innalzamento del livello del mare.
Le misurazioni fatte dagli strumenti installati su una piattaforma posta circa 12 chilometri al largo del litorale di Venezia hanno permesso di osservare l’innalzamento del mare: nell’ultimo secolo è salito di oltre 30 centimetri, 6 dei quali soltanto tra il 2011 e il 2021. Secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), nel periodo compreso tra il 1872 e il 2020 il livello del mare «è aumentato in media di 2,53 millimetri all’anno».
All’innalzamento del livello del mare va aggiunto il fenomeno della subsidenza, cioè lo sprofondamento del suolo che nel caso di Venezia è dovuto principalmente allo svuotamento della falda acquifera, che in passato è stato fatto in maniera molto intensiva nella zona industriale di Marghera: questo fenomeno ha fatto sì che tra il 1950 e il 1970 il suolo di Venezia si abbassasse di 12 cm.
Per limitare le conseguenze dell’acqua alta è stato costruito il Mose, un’enorme diga mobile installata sulle tre bocche di porto – cioè tre passaggi – che separano la laguna di Venezia dal mare: quella del Lido, quella di Malamocco e quella di Chioggia. L’alta marea viene bloccata da 78 paratoie, cioè cassoni metallici larghi tra i 18 e i 29 metri, attaccati a enormi blocchi di cemento sul fondale. Normalmente, le paratoie rimangono disposte sul fondale, ma si alzano quando si alza l’alta marea, proteggendo la laguna.
I lavori per la costruzione del Mose iniziarono nel 2003 e si conclusero nel 2020. Durarono così a lungo a causa di diversi intoppi tra cui un’inchiesta che ipotizzò un vasto giro di corruzione nella gestione lavori, per cui fu arrestato anche l’ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan, che poi patteggiò una pena di 2 anni e 10 mesi. Il Mose è costato 5,5 miliardi di euro, mentre la spesa per un solo innalzamento delle paratoie è di circa 200mila euro.
Lo scorso anno con la soglia di innalzamento fissata a 120 centimetri il Mose si è alzato 32 volte. Con la soglia abbassata a 110 centimetri si sarebbe sollevato 6 volte in più.
Secondo uno studio realizzato da alcuni ricercatori dell’università Ca’ Foscari che hanno analizzato l’andamento delle maree e l’innalzamento del mare, entro la fine del secolo il Mose dovrà essere attivato per oltre la metà dell’anno. Si stima che tra il 2060 – nello scenario climatico peggiore – e il 2070 il sistema di dighe faticherebbe a sopportare un carico di lavoro così intenso, con un conseguente aumento dei costi di manutenzione.