Un dipendente dell’UNRWA è stato ucciso da un cecchino israeliano in Cisgiordania

Tulkarem, in Cisgiordania, uno dei luoghi dove si sono concentrate le operazioni militari israeliane (AP Photo/Nasser Nasser)
Tulkarem, in Cisgiordania, uno dei luoghi dove si sono concentrate le operazioni militari israeliane (AP Photo/Nasser Nasser)

Giovedì nel campo profughi di El Fara, in Cisgiordania, un cecchino israeliano ha ucciso Sufyan Jaber Abed Jawwad, un dipendente dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi. L’uccisione, avvenuta con un colpo di fucile mentre l’uomo era sul tetto della sua abitazione, è la prima di un dipendente dell’UNRWA in Cisgiordania in oltre un decennio e ha suscitato una forte reazione soprattutto dall’agenzia dell’ONU, che ha denunciato come le frequenti e intense operazioni militari di Israele in Cisgiordania abbiano raggiunto «livelli senza precedenti di violenza, mettendo in difficoltà la comunità locale».

Israele ha in seguito giustificato l’uccisione dicendo che l’uomo sarebbe stato sorpreso nel tentativo di lanciare “ordigni esplosivi” verso le truppe israeliane, ma senza fornire prove. Ha anche detto che da tempo le forze di sicurezza erano al corrente di suoi legami con gruppi terroristici. L’UNRWA però fornisce con regolarità le liste dei suoi dipendenti (Jawwad era addetto ai servizi igienici) e non aveva mai ricevuto obiezioni o segnalazioni da Israele.