Giovanni Toti si è accordato per un patteggiamento con la procura di Genova

Accetterà una pena di 2 anni e un mese e la confisca di circa 84mila euro: l'accordo dovrà essere accettato dal giudice dell'udienza preliminare

Giovanni Toti, ex presidente della Regione Liguria (LaPresse)
Giovanni Toti, ex presidente della Regione Liguria (LaPresse)
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Venerdì l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha trovato un accordo con la procura di Genova per patteggiare una pena di due anni e un mese, a cui si aggiunge una confisca di 84.100 euro; la pena detentiva potrà essere sostituita con 1.500 ore di lavori di pubblica utilità. L’accordo prevede anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena.

L’accordo per il patteggiamento dovrà essere concesso e approvato dal giudice dell’udienza preliminare (gup) del Tribunale di Genova: al momento non è stata ancora fissata un’udienza. Toti ha commentato pubblicamente la decisione: «Come tutte le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte».

Toti era al centro di un’estesa inchiesta della procura di Genova: secondo i magistrati avrebbe ricevuto tangenti in cambio di favori, in particolare la concessione di spazi del porto di Genova all’azienda di servizi portuali di Aldo Spinelli. Toti era stato messo agli arresti domiciliari il 7 maggio, si era dimesso da presidente della Liguria lo scorso 26 luglio e quindi aveva ottenuto la revoca degli arresti domiciliari il 1 agosto: le precedenti richieste di revoca erano state respinte dalla Procura per il pericolo di reiterazione del reato.

I magistrati accusano Toti di aver accettato finanziamenti per 74.100 euro (40mila nel dicembre del 2021, 30mila nel 2022, 4.100 nel 2023) attraverso il suo comitato elettorale a fronte di diversi impegni. Il più rilevante riguarda il rinnovo per 30 anni della concessione del terminal chiamato Rinfuse (i terminal sono le aree del porto concesse alle aziende per gestire l’arrivo e la spedizione delle merci) a un’azienda partecipata dal gruppo Spinelli. La pratica di rinnovo era bloccata dall’Autorità di sistema portuale del mar ligure occidentale.

Insieme a Toti, lo scorso maggio, erano state arrestate anche altre persone, tra cui lo stesso Spinelli e Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale che gestisce il porto di Genova. Anche Signorini ha trovato un accordo con la Procura per il patteggiamento: pena di tre anni e cinque mesi, confisca di 100mila euro e interdizione temporanea dai pubblici uffici.

Nell’indagine è coinvolto anche il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, che secondo la procura avrebbe accettato un finanziamento da Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, per il pagamento di alcuni spazi pubblicitari destinati alla campagna elettorale. Moncada avrebbe pagato la pubblicità elettorale in cambio dell’impegno di sbloccare due pratiche per l’apertura di due punti vendita a Sestri Ponente e Savona ferme negli uffici della Regione Liguria.