A Bari i dehors saranno delimitati col nastro adesivo
È una delle prime città italiane a introdurre regole così nette sui tavolini esterni ai locali, dopo le maggiori libertà introdotte con la pandemia
Dalla prossima settimana, a Bari, gli spazi per i tavolini esterni di locali e ristoranti, i cosiddetti dehors, verranno delimitati da nastro adesivo applicato per terra: Bari è una delle prime città ad approvare una maggiore regolamentazione dei dehors, la cui estensione oltre i limiti consentiti è diventata la norma dopo la pandemia, con alcune lamentele in varie città italiane.
La delimitazione fisica dei dehors di Bari partirà da corso Vittorio Emanuele e dal resto del centro storico, per poi estendersi al resto della città: ai singoli locali verrà consegnata una striscia adesiva con un marchio identificativo da applicare per terra secondo le regole, in modo che la segnaletica non possa essere modificata o contraffatta.
Le nuove regole sono state decise dall’amministrazione comunale dopo numerose segnalazioni sia da parte di passanti che da parte della polizia locale sul mancato rispetto, da parte di molti locali e ristoranti, degli spazi autorizzati per l’occupazione del suolo pubblico: in molti casi l’allargamento dei dehors oltre i limiti consentiti impediva il passaggio delle persone, oppure ostruiva l’ingresso o la circolazione vicino ad altri edifici e luoghi pubblici.
Quest’estate, sempre a Bari, la Polizia locale aveva disposto la chiusura per cinque giorni di un locale del centro storico che aveva posizionato i propri tavolini oltre la superficie autorizzata: dall’inizio dell’anno erano stati disposti altri undici provvedimenti simili, o per il mancato rispetto delle regole sui dehors o per diffusione di musica oltre l’orario consentito.
La delimitazione dei dehors è un tema discusso in tutta Italia. Ogni comune regolamenta l’occupazione del suolo pubblico in maniera autonoma, ma in generale bar e ristoranti ricevono autorizzazioni specifiche rispetto a dove possono posizionare i propri tavolini esterni. Dopo la pandemia, per favorire la ripresa economica di locali che erano stati colpiti dalle conseguenze di mesi di lockdown, a livello nazionale era stata generalmente tollerata l’estensione dei dehors oltre i limiti consentiti, e poi introdotta una maggiore flessibilità e libertà sull’occupazione degli spazi, con norme prorogate di volta in volta.
Lo scorso maggio il governo aveva annunciato a livello nazionale una semplificazione più stabile delle procedure con cui le imprese della ristorazione possono chiedere l’occupazione del suolo pubblico, limitando il ruolo delle amministrazioni locali rispetto a quanto avveniva prima della pandemia.
La norma dovrebbe entrare in vigore dopo la scadenza dell’ultima proroga delle semplificazioni introdotte dopo la pandemia, a partire da gennaio 2025. È stata accolta con molto scetticismo da molti sindaci italiani: Antonio Decaro, che a maggio era ancora il presidente dell’ANCI, Associazione dei comuni italiani (poi ha lasciato il ruolo per diventare europarlamentare), aveva parlato della necessità di avere «regole chiare per sostenere le attività economiche evitando le occupazioni selvagge».
Per questo nell’ultimo periodo diversi comuni italiani si erano comunque attrezzati in maniera autonoma per introdurre alcune regole. A Bari, nello specifico, il comune aveva prima stabilito che i dehors vicini agli edifici storici non dovessero toccarne i muri, e poi, a settembre dell’anno scorso, che i dehors dovessero mantenere più in generale una distanza di almeno un metro e venti dagli edifici circostanti.