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  • Venerdì 13 settembre 2024

Il dibattito sulle armi occidentali usate dall’Ucraina, nuovo ma nemmeno tanto

Questa volta riguarda la possibilità per l’Ucraina di colpire in profondità il territorio russo; e anche questa volta potrebbe finire come le precedenti, prima un no, e poi un sì

Un bombardamento russo a Leopoli, in Ucraina, nel marzo del 2022
Un bombardamento russo a Leopoli, in Ucraina, nel marzo del 2022 (AP Photo)
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Gli Stati Uniti e alcuni paesi alleati, come il Regno Unito e la Francia, stanno valutando la possibilità di consentire all’Ucraina di bombardare con missili occidentali obiettivi militari in profondità all’interno del territorio russo. Finora i governi occidentali hanno impedito all’Ucraina di farlo per timore di eventuali ritorsioni da parte della Russia, ma le cose stanno cambiando. Martedì il presidente americano Joe Biden, parlando con i giornalisti, ha detto che la sua amministrazione sta «lavorando proprio adesso» alla possibilità di concedere all’Ucraina di colpire la Russia in profondità, e vari media britannici hanno scritto che il governo del primo ministro Keir Starmer avrebbe privatamente già deciso di consentire all’Ucraina di usare in Russia i propri missili “Storm Shadow”, ma che sta aspettando l’approvazione definitiva degli Stati Uniti prima di fare un annuncio ufficiale.

Permettere all’Ucraina di bombardare territori russi molto distanti dal confine potrebbe avere conseguenze notevoli sulla guerra, anche se probabilmente non decisive.

I media americani si aspettano che gli Stati Uniti prendano due decisioni nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. La prima è di consentire all’Ucraina di compiere attacchi in profondità in territorio russo; la seconda è di farlo usando sistemi missilistici forniti dagli Stati Uniti. La prima decisione, in particolare, potrebbe arrivare abbastanza in fretta. In ogni caso, non ci sarà nessuna autorizzazione a colpire obiettivi civili, cosa che l’Ucraina non ha mai detto di essere intenzionata a fare.

Il lancio di un missile ATACMS durante un test negli Stati Uniti nel 2021

Il lancio di un missile ATACMS durante un test negli Stati Uniti nel 2021 (John Hamilton/U.S. Army via AP, file)

Da maggio di quest’anno l’Ucraina può già usare le armi occidentali per colpire il territorio russo, ma soltanto a ridosso del proprio confine, per evitare che l’artiglieria russa possa appostarsi subito dietro la frontiera e colpire indisturbata le città ucraine. Già questa autorizzazione, di colpire la Russia ma solo vicino al confine, era stata data dopo settimane di esitazioni e timori da parte dei paesi occidentali.

Questo genere di dinamica, per cui l’Ucraina chiede all’Occidente forniture di armi e autorizzazioni per espandere l’azione militare e l’Occidente esita lungamente prima di concederle, è stata una costante della guerra. Dall’inizio dell’invasione russa gli Stati Uniti hanno dapprima esitato a fornire all’Ucraina i missili a medio raggio HIMARS, poi a fornire i carri armati Abrams (così come la Germania i suoi carri armati Leopard), poi i missili a lungo raggio ATACMS: e questi sono soltanto alcuni esempi.

In ogni occasione, gli Stati Uniti e gli alleati hanno temuto che nuove concessioni militari all’Ucraina avrebbero potuto provocare la Russia e spingerla a ritorsioni contro l’Occidente. In ogni occasione la Russia ha minacciato gravissime conseguenze, che però non sono mai arrivate. È successo anche in questi giorni, quando il presidente russo Vladimir Putin ha detto che se l’Occidente consentirà all’Ucraina di colpire obiettivi militari in profondità in territorio russo significherà che l’Occidente sarà in guerra con la Russia, e che saranno prese le «decisioni appropriate».

A questo si aggiunge il fatto che la Russia non ha messo in atto grosse ritorsioni nemmeno dopo che, all’inizio di agosto, l’Ucraina ha occupato parte del territorio russo nella regione di Kursk, in un’operazione in cui ha usato – in territorio russo, ricordiamo – anche armi occidentali.

L’Ucraina ritiene che avere la possibilità di colpire in profondità obiettivi militari russi la aiuterebbe soprattutto a difendere meglio il proprio territorio. Dall’inizio della guerra la Russia compie bombardamenti devastanti sulle città ucraine, senza preoccuparsi troppo di distinguere tra obiettivi militari e civili e anzi molto spesso prendendo di mira infrastrutture civili. Questi bombardamenti, secondo gli ucraini, sono facilitati dal fatto che finora l’Ucraina non ha avuto modo di rispondere. L’Ucraina compie regolarmente attacchi in Russia con droni aerei e marini (di produzione non occidentale), che ottengono alcuni effetti limitati ma non determinanti.

Un supermercato a Kostiantynivka, in Ucraina, distrutto da un bombardamento russo

Un supermercato a Kostiantynivka, in Ucraina, distrutto da un bombardamento russo (AP Photo/Iryna Rybakova)

L’esercito ucraino ritiene invece che, se avesse la possibilità di usare i missili a lungo raggio occidentali come gli ATACMS americani e gli Storm Shadow britannici in territorio russo, riuscirebbe a ridurre le capacità distruttive della Russia.

C’è però anche un certo scetticismo su quanto potrebbero essere ampie le conseguenze dell’eliminazione delle restrizioni sull’uso delle armi occidentali in Russia. Gli ATACMS americani, i missili a raggio più lungo a disposizione dell’esercito ucraino, hanno una gittata di circa 300 chilometri, e i russi, sapendo che presto o tardi questi mezzi potrebbero essere usati nel loro territorio, hanno iniziato a prepararsi: molte strutture militari sono state spostate oltre la gittata massima dei missili americani. Per colpire il territorio ucraino la Russia fa sempre maggior utilizzo di “glide bomb”, cioè “bombe plananti” che vengono lanciate da caccia militari e che poi planano per decine di chilometri fino a raggiungere il proprio obiettivo. I caccia che lanciano le glide bomb possono partire da più di 300 chilometri di distanza, rendendo inefficaci anche gli ATACMS, che non possono colpire piccoli obiettivi in volo.

Nonostante questo, il centro studi statunitense Institute for the Study of War ritiene che attaccare il territorio russo con gli ATACMS rimarrebbe utile anche dopo che la Russia avrà spostato parte delle sue infrastrutture militari oltre la loro portata. Il centro studi ha individuato centinaia di potenziali obiettivi militari russi, molti dei quali sarebbero complicati da spostare.

Gli esperti soprattutto statunitensi temono però che i missili a disposizione degli ucraini non siano sufficienti per portare avanti un’efficace campagna di bombardamenti di obiettivi militari, e che le scorte a disposizione dell’Occidente non siano abbastanza ampie per fornire tutti i missili necessari mantenendo un livello accettabile per le difese dei paesi fornitori.