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  • Giovedì 12 settembre 2024

In Sicilia migliaia di studenti non possono andare a scuola coi mezzi pubblici

Sono quelli che abitano nei comuni più lontani dalle città, dove non arrivano i bus a causa della grave crisi dell'azienda di trasporti locale

(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
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Giovedì 12 settembre in Sicilia iniziano le scuole, ma in decine di comuni lungo tutta l’isola mancano gli autobus per accompagnarci gli studenti: si stima che circa 6-7mila studenti, dei circa 650mila totali nella regione, non avranno a disposizione mezzi pubblici per andare a scuola: sono quelli che abitano in comuni senza una scuola e che per arrivarci devono necessariamente spostarsi con un mezzo.

Il motivo è che l’Azienda trasporti siciliana (AST), l’azienda pubblica della Regione Sicilia che gestisce i trasporti interurbani, è da mesi in grave crisi economica: la situazione riguarda quindi il trasporto pubblico in generale, ma l’impatto più visibile riguarda proprio gli studenti e per questo la politica siciliana sta discutendo del problema già da qualche tempo. Nelle ultime settimane ci sono state diverse sollecitazioni da parte degli amministratori locali affinché venisse trovata una soluzione alla carenza di bus in tempo per l’inizio della scuola, ma finora non ne sono state trovate e non ci sono proposte attuabili nei prossimi giorni.

I problemi maggiori riguardano le due principali città siciliane, Palermo e Catania, dove circa un bus su tre è fermo a causa di guasti. A Palermo sono fermi una cinquantina di autobus su 120, oltre un terzo, e decine di corse che portano dalla provincia al centro città potrebbero saltare. Solo ieri, mercoledì 11 settembre, a Palermo non sono partite 37 corse, a Catania 18, e a Messina 5.

In generale, per le condizioni attuali di AST, al momento il trasporto interurbano manca in circa 60 comuni. Sempre mercoledì il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, ha inviato una diffida all’AST e ha minacciato una denuncia alla procura locale. Hanno protestato anche molti altri sindaci: già la settimana scorsa quelli di Valverde, Aci Sant’Antonio, San Gregorio e Aci Catena si erano presentati in Regione, nella sede dell’assessorato alle Infrastrutture, chiedendo soluzioni al problema. Mercoledì, poi, dodici sindaci della provincia di Palermo – Altofonte, Bolognetta, Castronovo di Sicilia, Lercara Friddi, Mezzojuso, Monreale, Palazzo Adriano, Prizzi, Roccapalumba, San Cipirello, San Giuseppe Jato e Vicari – hanno chiesto un incontro col prefetto.

La crisi di AST in questi mesi ha portato l’azienda molto vicina al fallimento. Quest’estate, dopo molte discussioni, era stato infine approvato un piano per la sua ricapitalizzazione, ma non sono ancora stati erogati i fondi.

Nel frattempo, nelle due settimane immediatamente precedenti l’inizio della scuola, l’azienda è rimasta anche priva di leadership, e anche per questo probabilmente non è stata in grado di prendere decisioni nell’ultimo periodo: l’ultimo presidente del consiglio di amministrazione, Giovanni Giammarva, si era dimesso a fine agosto, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato. La nomina del suo sostituto, piuttosto contesa a livello locale, è stata decisa solo mercoledì dopo mesi di discussioni: a capo di AST è stato infine nominato il commercialista palermitano Alessandro Virgara.

Per sopperire alla mancanza di autobus, Virgara ha detto che la maggior parte dei mezzi verrà spostata e concentrata nelle tratte e fasce orarie necessarie al trasporto scolastico, ma non c’è ancora nulla di concreto su possibili soluzioni per aumentare il numero di mezzi.

L’assessorato alle Infrastrutture della Regione Sicilia ha parlato in più occasioni della possibilità di affittare nuovi mezzi o di affidare alcune tratte ad aziende private. Nel primo caso mancano i fondi: Paolo Amenta, presidente regionale dell’Associazione nazionale sindaci, ha detto a Repubblica che oltre la metà dei circa 390 comuni siciliani non ha ancora approvato il bilancio e non ha somme da impegnare nell’affitto di mezzi.

Rispetto al possibile affidamento di alcune specifiche tratte a privati, finora nessuna azienda si è resa disponibile: un’altra ipotesi potrebbe essere dare in concessione temporanea ai privati intere tratte per un certo periodo di tempo, ma è una soluzione che depotenzierebbe ulteriormente il trasporto pubblico, in un momento in cui si cerca di rilanciarlo.