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  • Giovedì 12 settembre 2024

La polizia della Malaysia ha soccorso 402 bambini e ragazzi, presunte vittime di abusi sessuali

Vivevano in una ventina di strutture di accoglienza: la società accusata di gestirle nacque da una setta religiosa bandita dal paese

L'ingresso di un palazzo con l'insegna «GISB HOLDING»
La sede di Global Ikhwan Services and Business (GISB) a Rawang, in Malaysia, l'11 settembre 2024 (REUTERS/Hasnoor Hussain)
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Mercoledì la polizia della Malaysia ha arrestato 171 persone accusate di essere coinvolte nell’abuso sistematico, fisico e sessuale, di bambini e adolescenti in 20 strutture di accoglienza per minorenni presenti in due stati del paese, Selangor e Negeri Sembilan. Nell’ambito della stessa operazione la polizia ha anche portato via dalle strutture 402 minorenni che ci vivevano, 201 femmine e 201 maschi. Secondo l’ispettore capo della polizia Razarudin Husain, le strutture sarebbero gestite da una grande società malaysiana, la Global Ikhwan Services and Business (GISB), che in passato era legata alla setta religiosa islamica Al Arqam, bandita dal governo malaysiano nel 1994. La società ha però negato di avere dei rapporti di qualunque genere con le strutture di accoglienza.

Durante una conferenza stampa Razarudin ha detto che la grande operazione di polizia è stata organizzata dopo che le autorità avevano ricevuto delle denunce riguardo al trattamento dei bambini e ragazzi nelle strutture, ma non ha menzionato chi le abbia presentate. Secondo le segnalazioni ricevute i minorenni sarebbero stati vittima di varie forme di abusi: tra le altre cose alcuni ragazzi sarebbero stati sodomizzati e costretti a ripetere lo stesso atto su bambini più giovani, e i bambini sarebbero stati puniti con degli oggetti metallici riscaldati.

Razarudin ha anche detto che alcune delle persone arrestate avrebbero abusato sessualmente dei bambini attribuendo ai loro gesti un significato religioso. Tra le persone arrestate ci sono anche degli ustazs, cioè insegnanti di religione musulmani. L’ispettore capo ha aggiunto che le indagini della polizia hanno scoperto che i minorenni ospitati nelle strutture erano figli dei dipendenti di GISB, mandati a vivere lontano dai genitori poco dopo la nascita. Secondo l’agenzia di stampa statale Bernama, i bambini sarebbero stati portati nelle strutture di accoglienza dagli stessi genitori affinché ricevessero un’educazione religiosa.

I bambini e i ragazzi che sono stati portati via della polizia si trovano temporaneamente in una sede della polizia a Kuala Lumpur, la capitale della Malaysia, e saranno sottoposti a controlli medici.

GISB è un gruppo di società che operano in diversi settori economici: tra le altre cose possiede dei supermercati e delle lavanderie automatiche, non solo in Malaysia ma anche a Singapore, in Indonesia, Egitto, Arabia Saudita, Francia, Australia e Thailandia. Nacque come ramo finanziario della setta religiosa islamica Al Arqam, ma ne prese le distanze dopo che questa fu dichiarata illegale in quanto considerata un pericolo per la sicurezza nazionale della Malaysia. Ora si definisce un’azienda fondata su pratiche islamiche.

L’Islam è la religione con più fedeli in Malaysia: più del 60 per cento della popolazione è musulmano sunnita. Le altre religioni con maggiore seguito sono il buddismo e il cristianesimo.