Lula ha promesso che completerà un’autostrada nell’Amazzonia brasiliana
Secondo la comunità scientifica il progetto della BR-319, sostenuto anche dall'ex presidente Jair Bolsonaro, favorirà la deforestazione
Il 10 settembre il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva ha detto che il suo governo completerà la costruzione della BR-319, un’autostrada che attraversa una parte della foresta amazzonica. Il progetto è molto contestato dagli scienziati e dagli attivisti che si occupano di difesa della foresta, perché ritengono che favorirà la deforestazione in aree dell’Amazzonia che finora non ne erano state molto interessate. Alla fine di luglio il cantiere dell’autostrada era stato bloccato da una decisione della Corte federale dello stato di Amazonas a causa della carenza di controlli proprio sulla deforestazione.
La BR-319 dovrebbe collegare Manaus, la capitale dello stato di Amazonas e la più grande città dell’Amazzonia brasiliana, con Porto Velho, che invece è la capitale dello stato di Rondônia e si trova vicino al confine con la Bolivia, per 900 chilometri di lunghezza complessiva. Era stata tracciata per la prima volta negli anni Settanta durante la dittatura militare brasiliana, ma poi era stata abbandonata e sul suo tracciato era ricresciuta la foresta. Attualmente se ne usano e sono asfaltate solo alcune porzioni, mentre ci sono circa 400 chilometri che sono inutilizzabili, in particolare durante la stagione delle piogge.
Lula ha promesso il completamento dell’autostrada mentre si trovava a Manaquiri, una città dello stato di Amazonas che si trova a circa 160 chilometri da Manaus. La regione è attualmente interessata da una siccità, come era già successo lo scorso anno in questa stagione: gran parte dello stato di Amazonas ha dichiarato lo stato di emergenza per la carenza d’acqua. Tra le altre cose la siccità abbassa il livello dei fiumi e per questo complica i trasporti fluviali, che sono molto usati per spostare merci e persone. La BR-319 rappresenterebbe un’alternativa, e per questo è ben vista da molti politici e comunità locali, ma renderebbe più accessibili zone della foresta amazzonica che finora non avevano subito deforestazioni illegali.
Tra i sostenitori del completamento dell’autostrada c’è anche il principale avversario politico di Lula, l’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Durante il suo mandato, dal 2019 al 2023, il tasso di deforestazione nell’Amazzonia era molto aumentato perché Bolsonaro sosteneva le attività di sfruttamento economico della regione. La foresta amazzonica infatti viene disboscata, legalmente o illegalmente, per produrre legname o per fare posto ai pascoli per l’allevamento dei bovini. In questo secondo caso la vegetazione viene eliminata appiccando degli incendi.
«Quando il fiume Madeira era navigabile l’autostrada non aveva l’importanza che ha adesso», ha detto Lula durante la visita a Manaquiri, «la finiremo nel modo più responsabile possibile». Anche all’interno del governo di Lula comunque c’è chi si oppone al completamento della BR-319: è il caso della ministra dell’Ambiente Marina Silva, secondo cui il progetto non è sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale. Lo scorso giugno una commissione del ministero dei Trasporti ha però contestato questa valutazione e da allora la posizione di Silva ha meno sostegno nel governo.
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L’Amazzonia è la più grande foresta pluviale al mondo, con una superficie totale di circa 5,5 milioni di chilometri quadrati, più del 60 per cento dei quali in territorio brasiliano. È uno degli ecosistemi più ricchi al mondo e ha una grande importanza per il clima dell’intero pianeta. Infatti ogni anno la sua vegetazione assorbe circa 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, il principale dei gas serra, quelli che causano il cambiamento climatico. Inoltre ha un ruolo centrale nel rilascio nell’atmosfera di vapore acqueo, che determina poi la quantità di piogge.
Parlando dell’autostrada e dell’opposizione internazionale al disboscamento dell’Amazzonia Lula ha detto: «Il mondo che compra i nostri prodotti alimentari vuole che preserviamo l’Amazzonia. Perché? Perché vogliono che ci prendiamo cura noi dell’aria che respirano». Ha poi aggiunto che per il Brasile l’Amazzonia non è un «rifugio» per l’umanità e che svilupperà economicamente la regione in modo sostenibile. Il presidente brasiliano comunque non ha detto entro quando si impegnerà a far terminare l’autostrada.