Da dove viene la storia falsa dei migranti che mangiano cani e gatti in Ohio
La tesi sostenuta anche da Donald Trump circola da un po' negli ambienti della destra statunitense, e sta alimentando campagne d'odio contro le persone haitiane
Martedì sera, durante il dibatto televisivo tra i candidati alle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre, il Repubblicano Donald Trump ha ripetuto una tesi falsa e bizzarra secondo cui a Springfield, in Ohio, gli immigrati irregolari ruberebbero gli animali domestici dei residenti per mangiarli. È un’accusa priva di qualsiasi fondamento, che infatti è stata smentita in diretta dai moderatori del dibattito. La candidata Democratica Kamala Harris si è messa a ridere mentre Trump la raccontava, ma in seguito ha usato le sue affermazioni per dimostrare l’«estremismo» dell’avversario, che ha dato rilevanza nazionale a una teoria complottista diffusa negli ambienti dell’estrema destra statunitense.
Già prima del dibattito molti esponenti Repubblicani avevano contribuito a far circolare online le accuse false. Il 9 settembre anche J.D. Vance, il candidato Repubblicano alla vicepresidenza (e senatore dell’Ohio), aveva diffuso la tesi sui propri profili social, accusando direttamente gli immigrati haitiani presenti a Springfield di «rubare e mangiare animali domestici».
Springfield, una cittadina da 60mila abitanti, è da tempo al centro di polemiche politiche legate all’immigrazione. Negli ultimi anni circa 15mila immigrati haitiani si sono stabiliti in città, attirati dai prezzi contenuti e da una certa disponibilità di posti di lavoro. I migranti provenienti da Haiti possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo negli Stati Uniti a causa della grave e complessa situazione del loro paese di origine, di cui i gruppi criminali controllano vaste aree e dove gli episodi violenti sono sempre più comuni.
L’immigrazione haitiana ha rivitalizzato alcuni settori economici di Springfield, ma anche messo in difficoltà i servizi sociali e sollevato polemiche sulla sicurezza. Un anno fa un bambino di 11 anni, Aiden Clark, morì in un incidente che coinvolse il bus su cui viaggiava, colpito da un’auto guidata da una persona haitiana che aveva una patente non valida in Ohio. L’episodio ha scatenato numerose campagne d’odio online nei confronti della comunità haitiana e molti politici Repubblicani hanno iniziato a indicare Springfield come esempio degli effetti disastrosi di un presunto lassismo dei Democratici nel contenere i flussi migratori dal confine meridionale.
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Nelle scorse settimane in queste campagne online hanno iniziato a comparire gatti, oche e cani: in un gruppo Facebook sul «crimine in città» è stata pubblicata la dichiarazione di un uomo rimasto anonimo che, riferendosi a vicini haitiani, raccontava che il gatto della figlia di un amico era stato appeso «a un ramo, come si fa con un cervo da macellare, e lo stavano tagliando per mangiarlo». Aggiungeva che cose simili erano state fatte con oche e anatre. Questa vaga denuncia è circolata molto online, tanto che la polizia locale ha dovuto smentire di aver mai avuto informazioni su fatti simili.
Il 21 agosto scorso un profilo di destra su X con quasi tre milioni di follower ha postato il video di un arresto di una donna accusata di aver ucciso e mangiato un gatto. La donna non era haitiana, non era straniera e il fatto non era accaduto a Springfield, ma in un’altra cittadina dell’Ohio: nonostante questo il video è circolato come testimonianza della tesi complottista sugli immigrati di Springfield. Nei giorni seguenti è stata molto condivisa anche la foto di un uomo afroamericano che teneva in mano un’oca morta: non c’erano indicazioni che l’uomo fosse haitiano, né che la foto fosse stata scattata a Springfield, ma l’immagine è comunque stata presentata come un’ulteriore prova della falsa teoria.
Questi due post hanno contribuito a far circolare la tesi delle “persone immigrate che mangiano gli animali domestici”, e già lunedì pomeriggio oltre 150 influencer conservatori e 23 politici Repubblicani avevano condiviso o citato post sulla questione. Sui profili della destra americana hanno iniziato a circolare immagini costruite con l’intelligenza artificiale in cui Trump appare come difensore di gatti e oche, cercando di metterli in salvo da persone nere che avrebbero voluto ucciderle. Trump stesso ha postato sui propri social un’immagine creata con l’IA in cui è circondato da gatti e altri animali, in quello che sembra l’aereo presidenziale.
Le accuse sono diventate talmente diffuse che la polizia e le autorità di Springfield hanno dovuto ripetutamente smentire che ci siano state denunce o segnalazioni di animali domestici rubati o mangiati. Trump l’ha comunque ripetuta con convinzione anche al dibattito presidenziale di martedì, che è stato visto da 67 milioni di persone solo negli Stati Uniti: le sue affermazioni hanno scatenato una nuova serie di meme, e sono state criticate con una certa ironia anche dal ministero degli Esteri tedesco.
Alcuni studiosi, fra cui la storica dei movimenti suprematisti bianchi statunitensi Kathleen Belew, hanno comunque invitato a non sottovalutare queste accuse, per quanto assurde, ricordando come narrative simili siano state usate in passato per demonizzare minoranze e comunità di immigrati: «Subito dopo arriva la violenza. Ogni volta», ha detto.
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