L’Irlanda non sa cosa fare dei 13 miliardi di euro che riceverà da Apple
Sono parecchi soldi per un paese piccolo, ma in pochi sembrano avere fretta di decidere
Martedì la Corte di giustizia dell’Unione Europea, il più importante tribunale dell’Unione, ha deciso che Apple deve pagare 13 miliardi di euro di tasse non versate all’Irlanda dal 2003 al 2013, anni in cui aveva beneficiato di un regime fiscale agevolato. La decisione della Corte di giustizia è definitiva: Apple ha esaurito la possibilità di fare ricorsi. Ci si aspetta quindi che nei prossimi mesi il governo irlandese trasferisca in un proprio conto corrente i soldi che Apple già da tempo aveva lasciato in un conto di garanzia, in attesa della sentenza definitiva (in tutto saranno circa 13,8 miliardi di euro, tenendo conto degli interessi maturati nel tempo).
A un certo punto si porrà quindi la questione di cosa fare con questi soldi, che sono parecchi per un paese con un PIL da circa 500 miliardi di euro. Al momento l’Irlanda non ha un piano preciso su come spenderli.
In parte è dovuto al fatto che la sentenza della Corte è stata a suo modo sorprendente: il caso che riguarda i benefici fiscali garantiti ad Apple da parte dello stato irlandese è assai complesso e c’era la possibilità che con la decisione finale la Corte scagionasse Apple da tutte le accuse. In un certo senso la sentenza è stata anche indesiderata: in tutta la storia processuale del caso, iniziato nel 2016, il governo irlandese ha scelto di prendere le parti di Apple e di unirsi al ricorso contro la decisione della Commissione Europea da cui ha avuto origine la causa. Questo perché in estrema sintesi teme che sentenze del genere possano spingere altre multinazionali che si sono stabilite in Irlanda per il suo regime fiscale molto favorevole a lasciare il paese.
Volente o nolente, l’Irlanda avrà presto a disposizione quasi 14 miliardi di euro da spendere. Nel podcast In the News dell’Irish Times il giornalista Cliff Taylor ha spiegato che il governo ha davanti a sé diverse opzioni, alcune più conservative e altre più ambiziose.
La più prudente di tutte, e probabilmente la meno popolare, sarebbe quella di usare i soldi per ripagare in parte il debito pubblico irlandese, che oggi ammonta a circa 234 miliardi di euro ed è da anni in costante calo rispetto al Prodotto Interno Lordo. Se usasse l’intera somma che riceverà da Apple, il governo ridurrebbe il debito di circa 6 punti percentuali, ma senza ottenere vantaggi tangibili nel breve termine.
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Un’altra soluzione piuttosto cauta prevede di metterli da parte in appositi fondi da usare in caso di bisogno, in futuro. Qualcuno li ha definiti i fondi da «giorni di pioggia»: soldi che cioè potrebbero essere usati per pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici nel caso proseguisse il calo demografico in corso in Irlanda e in molti altri paesi europei, oppure per finanziare misure di emergenza per contrastare il cambiamento climatico.
Il Financial Times fa notare che l’Irlanda ha già aperto due fondi di questo tipo, finanziati in parte con soldi messi via negli ultimi anni. L’economia irlandese infatti sta benissimo, è una delle più dinamiche dell’Unione Europea – anche grazie alle moltissime multinazionali che hanno sede nel paese per via del suo regime fiscale, tra cui Apple – e per il 2024 prevede un avanzo di bilancio statale di 8,6 miliardi di euro.
L’attuale governo, sostenuto dai due principali partiti di centrodestra liberale e dai Verdi, ha lasciato intendere che almeno una parte dei soldi che riceverà da Apple finirà in fondi del genere. «È meglio accantonare un po’ di soldi per il futuro», ha detto il ministro per la Spesa pubblica Paschal Donohoe: «Non si sa mai cosa potrebbe nascondersi dietro l’angolo».
È probabile che di questi soldi si discuterà molto nella prossima campagna elettorale, dato che entro il 2025 va rinnovato il parlamento irlandese. L’opposizione ha già chiesto al governo di spenderli subito per costruire case e centrali eoliche in mezzo al mare, fra le altre cose. Anche l’Irish Times in un editoriale non firmato, che quindi rispecchia la posizione del giornale, scrive che «non sono pochi i settori in cui questi soldi potrebbero essere usati per costruire infrastrutture cruciali dal punto di vista sociale ed economico: case, impianti elettrici e per l’acqua, scuole e ospedali».
Al contempo secondo l’Irish Times «il problema più immediato non riguarda la disponibilità di soldi ma trovare le risorse per costruire quello che è necessario»: è un problema per certi versi simile a quello che sta affrontando il governo italiano con i soldi del PNRR, che in certi settori vengono impiegati a rilento per mancanza di progetti, di tecnici che se ne occupino e per via di un discreto carico burocratico.
Si sta parlando ovviamente anche di soluzioni più creative: è stato calcolato che con circa 13 miliardi di euro il governo irlandese potrebbe comprare un MacBook Pro a ciascuna delle persone, 5,2 milioni, che abitano in Irlanda, oppure 291.175 automobili Tesla modello 3, il meno costoso, costruire 32.700 villette a schiera con tre camere da letto, o ancora realizzare finalmente una metropolitana a Dublino, progetto di cui si parla da anni (avanzerebbero anche dei soldi per costruire anche 180 chilometri di autostrade).
Il governo ha invece già annunciato che i soldi non verranno impiegati per modificare la legge di bilancio per il 2025, che sarà presentata il 1° ottobre.