Fra India e Bangladesh è finita la “diplomazia dell’hilsa”
Il nuovo governo bangladese ha vietato l'esportazione in India di un pesce importantissimo per entrambi i paesi, considerato da anni un simbolo di collaborazione
Il nuovo governo ad interim del Bangladesh, istituito dopo proteste di massa che hanno portato alla deposizione dell’ex prima ministra Sheikh Hasina, ha detto che quest’anno non revocherà il divieto di esportazione dell’hilsa verso l’India in corrispondenza del Durga Puja, un’importantissima festività hindu che si tiene nello stato indiano del Bengala Occidentale. L’hilsa, o alosa indiana, è un pesce della stessa famiglia delle aringhe e uno dei simboli del Bangladesh, ma è anche alla base di moltissimi piatti della cucina del Bengala Occidentale preparati in occasione delle feste.
Nonostante il Bangladesh sia il paese che cattura più alose al mondo, la sua offerta è sempre inferiore alla domanda interna e il suo costo è cresciuto negli anni, diventando inaccessibile per le classi più povere. Per questo motivo già da tempo lo stato aveva bloccato le sue esportazioni, facendo un’eccezione per l’India in corrispondenza delle festività: Hasina era infatti una grande alleata del governo di Narendra Modi e aveva spesso sfruttato il tema dell’hilsa per risolvere delle dispute fra il suo paese e il Bengala Occidentale, con cui confina. Questo comportamento era stato soprannominato “diplomazia dell’hilsa”, non dissimile dalla “diplomazia dei panda” messa in atto dalla Cina.
Farida Akhter, consigliera del ministero della Pesca e dell’Allevamento del Bangladesh, ha detto però che quest’anno le alose non verranno esportate verso il Bengala Occidentale. Akhter ha spiegato di aver preso la decisione per poter rendere questo pesce più accessibile ai consumatori bangladesi, dopo che il suo prezzo è aumentato considerevolmente nell’ultimo anno a causa di una stagione di pesca meno produttiva. Ha aggiunto che gli indiani «sono nostri amici», ma che permettere l’esportazione dell’hilsa in India significherebbe togliere al popolo bangladese la possibilità di consumarlo.
Alcuni però sostengono che questa scelta abbia anche a che fare con una volontà del nuovo governo di distanziarsi un po’ dall’India, in un cambio di passo rispetto all’ex prima ministra. Negli ultimi anni Hasina aveva governato il Bangladesh in modo sempre più autoritario e ad agosto era stata praticamente costretta a dimettersi dopo una serie di proteste di massa antigovernative, partite come proteste studentesche contro una legge sull’assegnazione degli incarichi pubblici. Dopo aver lasciato il suo incarico, che ricopriva dal 2009, è scappata in India, dove ha ricevuto la protezione del governo indiano.
Nonostante avesse progettato di lasciare l’India poco dopo, tutti i suoi tentativi di ottenere asilo in paesi come il Regno Unito o gli Emirati Arabi Uniti sono per ora falliti. Sul sito di BBC, i giornalisti Anbarasan Ethirajan e Vikas Pandey hanno scritto che la sua permanenza sta complicando il rapporto fra l’India e il nuovo governo ad interim del Bangladesh, guidato dall’economista Muhammad Yunus.