Kamala Harris ha avuto il dibattito che voleva
La candidata dei Democratici è riuscita a mettere in difficoltà Donald Trump, che ha fatto dichiarazioni confuse e problematiche anche sui suoi temi preferiti
Nel confronto televisivo di martedì sera tra i candidati alle elezioni presidenziali statunitensi, la candidata Democratica Kamala Harris è riuscita ad avere il risultato che voleva: non ha fatto gaffe, è riuscita a evitare abbastanza abilmente gli argomenti che l’avrebbero messa più in difficoltà, e soprattutto ha fatto innervosire il candidato Repubblicano Donald Trump, costringendolo più volte a risposte confuse in cui ha dovuto giustificare il proprio operato.
Trump è andato in difficoltà anche sui suoi temi preferiti e ha fatto una serie di dichiarazioni problematiche, tanto che è stato più volte corretto dai moderatori quando ha detto falsità. Secondo i maggiori giornali statunitensi Harris «ha messo Trump sulla difensiva», ed è stata di gran lunga la candidata più efficace nel confronto. Intanto subito dopo il dibattito Taylor Swift, probabilmente la cantante più famosa e influente al mondo, ha detto che voterà Harris.
In generale, Harris ha ottenuto il suo obiettivo – risultare più equilibrata e moderata rispetto a quando si candidò alle primarie nel 2019 – mentre Trump ha fallito il suo: evitare di perdere la pazienza. Il dibattito è cominciato con una stretta di mano piuttosto cordiale, su iniziativa di Harris, che si è presentata all’avversario. Trump è partito dando della «marxista» a Harris e ha cercato di attaccarla per i risultati dell’amministrazione di Joe Biden sull’immigrazione, l’economia, la politica estera. Questi attacchi non sono di fatto riusciti soprattutto perché Harris è sempre stata abile a distogliere l’attenzione di Trump con provocazioni e critiche personali.
L’ex presidente è andato poi in difficoltà sul tema dell’aborto: ha sostenuto mentendo che ci siano stati dove è possibile abortire «dopo la nascita» (è stato corretto dai moderatori David Muir e Linsey Davis), e si è rifiutato di impegnarsi a mettere il veto su un eventuale divieto nazionale di interrompere la gravidanza votato dal Congresso. Ha sostenuto, ancora mentendo, di non sapere cosa sia il Project 2025, il controverso programma di governo per un’ipotetica amministrazione di destra, da cui Trump e il suo staff hanno fatto di tutto per distanziarsi.
Harris è riuscita anche a evitare di essere messa in difficoltà sui temi in cui è più debole. Per esempio quando si è parlato di immigrazione – una delle questioni su cui i Repubblicani la attaccano di più, accusandola di essere responsabile di «un’invasione» al confine col Messico – Harris ha introdotto l’argomento criticando i comizi di Trump: ha detto che la gente se ne va annoiata prima che lui finisca di parlare, che inventa cose a caso e ne inventerà anche sull’immigrazione. Trump è cascato nella provocazione, e anziché continuare ad attaccarla sull’immigrazione l’ha presa sul personale e ha difeso i propri comizi. Si è poi messo a dire che le persone migranti «mangiano i cani, i gatti e gli animali domestici».
Trump ha inoltre ribadito che secondo lui non ha perso le elezioni del 2020 e ha detto di non avere rimpianti sull’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021: che quel giorno aveva «solo fatto un discorso» e che «la sicurezza non era mia responsabilità». Sulla sanità l’ex presidente ha detto di non avere un piano, ma «princìpi di un piano», e che se arrivasse un piano migliore dell’Obamacare lo approverebbe.
Sulla politica estera l’ex presidente si è rifiutato di dire che spera che l’Ucraina vinca la guerra contro la Russia e ha espresso ammirazione per il primo ministro ungherese Viktor Orbán. Harris lo ha incalzato: «Quanto velocemente ti arrenderesti per fare un favore a quella che pensi sia un’amicizia con un conclamato dittatore [il presidente russo Vladimir Putin], che ti mangerebbe a pranzo?». Trump ha anche rivendicato di aver concluso l’accordo con i talebani, che portò al ritiro statunitense dall’Afghanistan, attribuendosi quindi la responsabilità di quello che i Repubblicani ritengono un grave insuccesso di Biden.
Che Harris sia andata molto bene, e Trump al di sotto delle sue aspettative, si vede anche dalle reazioni dei rispettivi staff: i Repubblicani hanno contestato i moderatori di ABC News, il canale che ha trasmesso il dibattito, mentre i Democratici sono soddisfatti e hanno sfidato Trump a un secondo dibattito (al momento non è previsto, ma è una possibilità se i consensi di Harris aumentassero nei sondaggi).
Secondo il New York Times, si sono visti gli effetti di come Harris si era preparata al dibattito e probabilmente i media esprimeranno dubbi su come si era, o non si era, preparato Trump. Nate Silver, lo statistico e noto osservatore politico statunitense, ha scritto che «Trump è sembrato essere il candidato del partito in carica, il concorrente che ha qualcosa da difendere, una cosa che dà fiducia a Harris» e che «ha abboccato all’amo letteralmente ogni volta che lei ci ha provato».
A fine dibattito infine Swift ha detto che voterà Harris. Anche nel 2020 la cantante aveva sostenuto pubblicamente la candidatura di Biden, ma c’era una certa attesa per capire cosa avrebbe fatto con Harris. In un post su Instagram Swift ha detto di essersi preoccupata dopo aver visto le immagini generate con l’intelligenza artificiale, ricondivise dagli account di Trump, che lasciavano falsamente intendere che avrebbe votato per lui, e di aver deciso allora di «combattere la disinformazione con la verità».
Swift ha detto che voterà per Harris perché è «una leader dotata di fermezza e di talento e penso che possiamo ottenere molto di più in questo paese se siamo guidati dalla calma e non dal caos». Ha concluso il post firmandosi “Childless Cat Lady”, ovvero “gattara senza figli”, in riferimento a una frase del 2021 di J.D. Vance, candidato Repubblicano alla vicepresidenza, che aveva detto che gli Stati Uniti erano governati da «un gruppo di gattare senza figli che non sono soddisfatte della propria vita e delle scelte che hanno fatto, e vogliono rendere il resto del paese ugualmente infelice».