L’Ungheria vuole inviare i richiedenti asilo a Bruxelles in autobus
Come ritorsione per una multa da 200 milioni di euro: le autorità belghe vogliono bloccare i bus al confine
La scorsa settimana il governo semiautoritario del primo ministro ungherese Viktor Orbán ha annunciato che intende inviare direttamente a Bruxelles, in Belgio, i richiedenti asilo che raggiungono l’Ungheria, utilizzando una flotta di autobus che farà viaggi «di sola andata». Lo ha detto il capo di gabinetto di Orbán, Gergely Gulyás, in risposta a una multa da 200 milioni di euro fatta all’Ungheria dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per violazione delle norme europee sul diritto d’asilo. La proposta, evidentemente provocatoria, sta già creando numerose polemiche, soprattutto in Belgio.
La decisione era stata annunciata inizialmente ad agosto, ma la settimana scorsa il sottosegretario all’Interno Bence Rétvári ha presentato il progetto come concreto e pronto a essere avviato, e ha tenuto una conferenza stampa davanti agli autobus gialli che dovrebbero trasportare i migranti.
Sugli autobus appare la scritta “Röszke-Bruxelles”. Röszke è una cittadina nel sud dell’Ungheria, al confine con la Serbia, per cui passa la rotta migratoria balcanica, quella che dal Medio Oriente porta all’Europa via terra passando appunto per i Balcani. Gli autobus in questione dovrebbero attraversare tutta l’Europa continentale, arrivare a Bruxelles e lasciare i migranti in un posto non precisato. I viaggi non sono ancora partiti, e non è chiaro se e quando lo faranno.
Il progetto ricorda iniziative molto simili avviate negli Stati Uniti dai governatori di alcuni stati Repubblicani, tra cui quello della Florida Ron DeSantis e quello del Texas Greg Abbott, che da tempo usano flotte di autobus per mandare centinaia di migranti negli stati governati dal Partito Democratico, in polemica con le leggi sull’immigrazione, a loro dire troppo permissive.
La vicenda è cominciata dopo che a giugno la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (ECJ), il tribunale dell’Unione che si occupa del rispetto delle norme e dei trattati europei, aveva condannato l’Ungheria a pagare una multa di 200 milioni di euro per non essersi adeguata a una sentenza del 2020 sul mancato rispetto delle norme europee sul diritto di asilo. Negli anni precedenti l’Ungheria aveva stabilito ai suoi confini delle “zone di transito” in cui ammassare i richiedenti asilo che percorrevano la rotta balcanica.
– Leggi anche: I principali tribunali internazionali, spiegati
Queste “zone di transito”, tuttavia, assomigliavano molto a campi di detenzione, e i migranti che riuscivano effettivamente a fare richiesta d’asilo erano pochissimi, mentre tutti gli altri erano respinti in maniera sommaria, in violazione delle norme europee e internazionali. Per questo l’Ungheria, ad anni di distanza, era stata multata.
La multa era stata accolta dal governo ungherese con grosso sdegno: «Sembra che ai burocrati europei importi di più degli immigrati illegali che dei propri cittadini», aveva scritto Orbán sui propri canali social.
L’annuncio che l’Ungheria invierà a Bruxelles un numero imprecisato di richiedenti asilo sta facendo preoccupare molto le autorità belghe. Il primo a reagire è stato il sindaco di Bruxelles Philippe Close, di centrosinistra. Ad agosto, quando ancora i bus ungheresi erano una minaccia poco concreta, Close aveva criticato l’Ungheria dicendo che «è irresponsabile giocare con la vita delle persone» migranti. Ma negli ultimi giorni, quando la possibilità dell’arrivo dei bus è diventata più seria, Close ha cominciato a chiedere l’intervento del governo nazionale per «bloccare questi bus alla frontiera» del Belgio.
Lunedì è intervenuto anche il governo belga: la ministra degli Esteri Hadja Lahbib ha detto che quella dell’Ungheria è «una provocazione che contraddice gli obblighi europei», mentre la sottosegretaria per l’Asilo e la migrazione Nicole de Moor ha pubblicato un comunicato in cui ha promesso che il Belgio «non concederà l’accesso» ai bus ungheresi. Non è del tutto chiaro come questo possa avvenire, visto che tra Belgio e Ungheria c’è piena libertà di movimento.
In Belgio il 5,2 per cento della popolazione è composto da cittadini non europei. In Ungheria, l’1,5 per cento.