La moda anacronistica delle proposte di matrimonio
Per quanto evochino un'idea di romanticismo vecchia e stereotipata sono un'invenzione recente che abbiamo importato dagli Stati Uniti, e se ne vedono sempre di più
Con le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Parigi, nelle ultime settimane, il mondo ha assistito a oltre una decina di proposte di matrimonio in diretta. Tra queste alcune coinvolgevano anche atleti italiani: il fidanzato di Alessia Maurelli, della nazionale di ginnastica ritmica, si è inginocchiato porgendole un anello mentre lei festeggiava la vittoria del bronzo, e il velocista Alessandro Ossola ha fatto lo stesso davanti alla sua compagna dopo aver corso per qualificarsi per i 100 metri. Video e foto di questi momenti sono stati molto ripresi online: se n’è vantato addirittura Tony Estanguet, presidente del comitato organizzatore di Parigi 2024, sostenendo con una certa fierezza che fosse stata l’edizione con più proposte di matrimonio di sempre.
Negli ultimi anni le proposte di matrimonio formali sono diventate una specie di passaggio obbligato per molte persone che decidono di sposarsi, e quelle spettacolari, magari davanti a un pubblico grande o piccolo, sono una pratica piuttosto diffusa. Nonostante sembri il retaggio di un’idea superata e conservatrice del matrimonio, e sia per questo da qualcuno criticata, è in realtà una tradizione piuttosto recente, almeno in Europa, dove è arrivata per via dei film hollywoodiani e si è affermata con la diffusione dei social network.
La proposta così come la concepiamo oggi deriva per certi versi dall’immaginario tipico della nobiltà europea – soprattutto nel gesto dell’inginocchiamento come segno di rispetto e devozione – ma si è sviluppata inizialmente negli Stati Uniti, anche se non è facile ricostruire come e quando di preciso. In generale è il risultato di una concezione di matrimonio come traguardo personale, basato sull’amore e sulla volontà della coppia di celebrarlo e ostentarlo, che sono tutte cose abbastanza recenti nella storia: per molto tempo infatti il matrimonio è stato il risultato di una contrattazione tra famiglie o una soluzione di convenienza più che un momento emozionante.
Fino ai primi decenni del Novecento in Europa gli uomini erano generalmente tenuti a chiedere la mano al padre della futura sposa, cosa che è scomparsa dagli anni Cinquanta in poi, pur rimanendo come tradizione più blanda in alcuni contesti e aree geografiche. Secondo Florence Maillochon, sociologa francese esperta di relazioni interpersonali e autrice nel 2016 del saggio La passion du mariage, a partire dagli anni Sessanta la proposta di matrimonio alla famiglia è gradualmente scomparsa «fino a diventare quasi assente dalle pratiche degli anni Settanta e Ottanta», ma la proposta «è tornata di moda, inaspettatamente, negli anni Novanta».
In Europa la proposta di matrimonio è diventata un’abitudine con la generazione dei millennial, quindi quelli nati dagli anni Ottanta in poi, e si è affermata di recente tra ventenni e trentenni. In questa fascia d’età anche le coppie sposate meno tradizionaliste hanno spesso una storia da raccontare sul momento in cui uno dei due ha fatto la proposta all’altra, ed è comune tra le coppie più attente alle formalità conservare foto e video di quel momento e pubblicarli online. Quando si annuncia un matrimonio, è frequente sentirsi chiedere com’è stata la proposta. «È un rituale», dice Maillochon, «nato da zero e ispirato al modello americano che si è diffuso sotto l’influenza delle serie tv e dei social network».
Negli Stati Uniti in effetti la pratica della proposta in ginocchio esiste da prima che si affermasse in Europa, e la si vede di frequente nelle commedie romantiche e nelle serie tv. In un articolo del 2018 la giornalista americana Caroline Kitchener scriveva che, con la seconda ondata femminista negli anni Settanta, «quasi tutte le vecchie tradizioni basate sulle differenze di genere negli Stati Uniti sono state fortemente messe in discussione. Ma non la proposta di matrimonio», che ha invece resistito fino a oggi, diventando anzi sempre più impegnativa e più “pubblica”.
In un articolo del 2011 su Slate vengono riportati i risultati di un sondaggio online del 2009 fatto su 20mila spose statunitensi: «il 32 per cento diceva di aver ricevuto la proposta di matrimonio in pubblico. Nel 2010 quel numero salì al 43 per cento». Un anno dopo BBC scriveva che, su ispirazione degli Stati Uniti, nel Regno Unito l’abitudine di fare proposte di matrimonio in pubblico anche molto elaborate era in crescita: su YouTube si trovavano video di proposte fatte ai concerti, durante eventi sportivi e addirittura flash mob organizzati in luoghi pubblici con il coinvolgimento di decine di persone. Ne citava uno diventato virale, del 2011, in cui un certo Adam King aveva coinvolto un coro per fare la proposta alla propria fidanzata nel vagone di una metropolitana.
Il fenomeno si è poi allargato in Europa e non solo (si fa per esempio anche in Asia), ed è montato così come è successo anche con altre cerimonie tipicamente americane, dal cosiddetto “gender reveal party” alla festa preparto detta “baby shower”, che un tempo non faceva nessuno e oggi sono relativamente comuni. In Italia la proposta di matrimonio forse più pubblica e più famosa è stata nel 2017 quella del cantante Fedez all’influencer Chiara Ferragni, la coppia più aggiornata in fatto di mode americane e uso dei social network. Durante un suo concerto all’arena di Verona, lui la fece salire sul palco, le dedicò una canzone, si inginocchiò, le offrì l’anello e aspettò il suo «sì».
Ma non è una cosa solo per celebrità o atleti: Noemi Bellante, che si occupa di organizzare matrimoni e proposte di matrimonio, racconta che tra gli uomini che la contattano ci sono quelli che preferiscono tenere questo momento privato, prevedendo solo la presenza del fotografo o al massimo di un violinista, e altri che fanno le cose più in grande, coinvolgendo anche le famiglie. Le proposte più ambiziose arrivano a costare alcune migliaia di euro.
Una cosa molto comune è quella di organizzare la proposta durante il matrimonio di amici o parenti, anche se dice che «ormai è poco originale». Secondo Bellante «la generazione dei miei genitori, che ora hanno sessant’anni, decideva di sposarsi parlandone e senza la proposta, perché ai tempi non si andava a convivere prima e quella era in un certo senso una decisione più delicata. Oggi le coppie con cui lavoro hanno tutte già una vita insieme e la proposta è solo il coronamento».
Tutto questo va in netta controtendenza rispetto al generale superamento culturale degli stereotipi di genere. Nelle coppie eterosessuali la proposta è ancora infatti tradizionalmente fatta dall’uomo (con le solite eccezioni). Storicamente il motivo è che era lui a decidere quando voleva sposarsi sulla base della propria capacità di garantire alla futura moglie (e quindi alla famiglia di lei) di poterla mantenere. Oggi questo sbilanciamento tra i generi potrebbe sembrare solo formale, ma può avere come conseguenza il fatto che alcune donne vivano all’interno della relazione in uno stato di attesa e di speranza per il momento della proposta, e non si sentano davvero libere di discutere di questa opzione a meno che l’iniziativa non venga dal fidanzato. E quando poi quel momento arriva non c’è veramente margine per parlarne, perché per come è fatta la proposta l’unica cosa che si può fare è dire sì, soprattutto se ci sono degli spettatori. Se invece si risponde di no, rovinando un momento così carico di significato, poi è difficile tornare indietro.
Naturalmente per molte coppie il momento della proposta di matrimonio non è davvero una sorpresa, o comunque serve solo a formalizzare una decisione che è già stata presa insieme. Per questo è particolarmente sorprendente che questa pratica non solo resista ma sia anzi così di moda e considerata da molti ancora troppo romantica per essere superata. In particolar modo in un momento storico in cui, soprattutto sui social e soprattutto negli Stati Uniti, si tende a ostentare un approccio alle relazioni molto diverso, basato sulla parità tra uomo e donna all’interno della famiglia e anche su una maggiore sensibilità psicologica, e quindi una maggiore attenzione alla comunicazione e al rispetto per i tempi degli altri.
Durante Olimpiadi e Paralimpiadi è stata inoltre sollevata la questione del momento in cui si sceglie di organizzare la proposta. Secondo alcune critiche che sono state pubblicate online, presentarsi in ginocchio davanti a un’atleta che ha appena raggiunto uno dei successi probabilmente più grandi della propria vita diventa di fatto un modo per i compagni di mettersi al centro dell’attenzione, e di “appropriarsi” di un ricordo e di un momento che teoricamente non hanno niente a che fare con loro o con la dimensione di coppia.